2024-03-20
Il Premier Palace di Kiev, l'albergo dei segreti (e dei misteri) tra Russia e Ucraina
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La piscina del Premier palace hotel di Kiev
Costruito nel 1909-1912, è diventato icona dell'indipendenza negli anni Novanta. La giustizia ucraina lo ha confiscato nel 2022 dopo l'inizio dell'invasione russa, perchè riconducibile ad alcuni agenti del Cremlino. Nel 2014 durante le rivolte di EuroMaidan fu circondato da centinaia di persone proprio perchè ritenuto covo di russi. Alexander Smirnov avrebbe confessato all'Fbi che il figlio di Joe Biden sarebbe stato lì e poi intercettato, ma la notizia è stata smentitaAll'angolo tra via Pushkin e viale Shevchenko c’è uno degli unici hotel storici di Kiev, il Premier Palace, un cinque stelle che costa poco più di 200 euro a notte. Originariamente chiamato Palast Hôtel, è un albergo ormai entrato nel mito dei servizi segreti e della diplomazia mondiale, crocevia di affari e luogo di incontri nello stile della guerra fredda negli anni Settanta. Costruito nel 1909-1912, è stato ristrutturato diverse volte nel corso degli anni. Nel corso degli anni questo lussuoso albergo con piscina è stato un crocevia della storia dell’Ucraina, tanto che a più di 100 anni dalla sua fondazione fa ancora discutere nel mondo. Nelle ultime settimane di Palace Hotel si è parlato sui quotidiani statunitensi perché sarebbe stato frequentato da Hunter Biden, il figlio del presidente degli Stati Uniti. Alexander Smirnov, un informatore russo dell’Fbi, aveva sostenuto che i russi intendevano cercare di influenzare le elezioni del 2024 utilizzando registrazioni segrete (e presumibilmente incriminanti) dove si sentiva Hunter Biden parlare proprio al Premier Palace Hotel di Kiev. Unico problema: Hunter non era mai stato a Kiev, tanto meno in albergo. Di sicuro nello storico albergo è stato Rudi Giuliani, storico esponente del partito repubblicano statunitense nonché ex sindaco di New York, ne 2019: una foto lo immortala con Andrii Telizhenko, un ex diplomatico ucraino. Proprio quello scatto innescò alla fine del 2019 una lunga serie di articoli da parte del Kyiv Post sui rapporti tra i russi e l’ex presidente Donald Trump. Jack Laurenson, direttore del Kyiv Post, infatti ricordò allora che l'hotel era di proprietà dell'oligarca russo Alexander Babakov, un alleato del presidente Vladimir Putin con tutta probabilità appartenente all'Fsb (ex Kgb) , ma che soprattutto l’albergo era un noto covo di agenti del Cremlino: Telizhenko avrebbe fatto persino parte dell'intelligence russa. «Per tutti i teorici della cospirazione non ci sono segreti su ciò che stiamo facendo», aveva twittato Telizhenko, insieme a una foto di sè stesso e Giuliani con in mano un cellulare. «La verità verrà fuori». A distanza di 5 anni la situazione è molto cambiata, soprattutto dopo l’operazione speciale di Putin in Ucraina il 24 febbraio del 2022. Tanto che nel 2023 il governo ucraino è dovuto intervenire confiscando l’albergo. Le imprese di proprietà russa legate al Cremlino hanno infatti continuato ad operare in tutta l’Ucraina, nonostante gli anni di guerra sin dal 2014. Proprio quell’anno durante la rivoluzione Euro Maidan del 2014, un centinaio di attivisti aveva circondato l’hotel sostenendo che bande di cosiddetti “titushki”( i cosiddetti mercenari ucraini che si infiltravano nelle manifestazioni pro Europa ndr) e agenti russi lo utilizzassero come base operativa. Alla fine del 2022 l’albergo è stato sequestrato dalla giustizia ucraina perché è stato stabilito che i titolari effettivi erano cittadini stranieri collegati alla Russia, in particolare a funzionari e deputati della Duma di Stato della Federazione Russa. Molti disertori russi, tra cui l’ex deputato Ilya Ponomarev, hanno raccontato di come negli anni il Palace Hotel sia diventato un vero e proprio punto di riferimento dei russi in Ucraina, sin dalla disgregazione dell’Unione Sovietica all’inizio degli anni 90. “ Maksim Kurochkin, detto Mad Max è stato il fondatore del “Russian Club” di Kiev – un locale dove i politici di Mosca si mescolavano con i loro alleati ucraini. Kurochkin era anche capo del consiglio di sorveglianza proprio del Premiere Palace Hotel. Durante la Prima guerra mondiale il Palast Hôtel servì ai tedeschi come ambasciata e consolato in Ucraina. In una delle suite ha soggiornato anche l'ambasciatore turco Mukhtar-Pasha. I due edifici vicini hanno anche ospitato l'ambasciata sovietico-russa e una delegazione austro-ungarica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale gli edifici adiacenti furono uniti e l'albergo venne ristrutturato. Negli anni Cinquanta l'albergo, di nuovo ristrutturato, contava 230 dipendenti, 339 camere per 555 ospiti, un celebre ristorante di 'prima classe' con 200 posti a sedere, un caffè-ristorante per 120 persone e due sale banchetti per più di 110 persone. Il centralino gestiva 400 interni telefonici. All’interno vi era un laboratorio di sartoria, un salone di bellezza e una biblioteca con una collezione di 25.000 libri. Patriotticamente era stato ribattezzato Hotel Ukrayina. Nell'hotel sono stati elaborati e discussi gli atti importanti che apriranno la strada all'Ucraina come stato indipendente. Divenne così il simbolo del «vento del cambiamento"» Vi hanno pernottato lo scrittore brasiliano Paulo Coelho, politici come Colin Powell e Condoleeza Rice o la top model come Eva Herzigová. Il regista Steven Spielberg e le attrici Ornella Muti, Sophia Loren o ancora la storica stella del calcio David Beckham.
Caterina Interlandi, presidente vicario del tribunale di Tempio Pausania (Imagoeconomica)
Julius Evola negli anni Venti (Fondazione Evola)