2025-11-26
Il centrodestra indeciso perde in partenza
Il candidato del centrodestra sconfitto in Campania, Edmondo Cirielli, insieme al premier Giorgia Meloni (Ansa)
Nei test del Mezzogiorno la coalizione deve rimproverarsi il ritardo nella scelta dei candidati. Giocare d’anticipo nelle tornate locali è fondamentale: fra poco più di un anno si vota a Milano, Roma, Torino e Napoli. Sarebbe utile prepararsi per tempo.Forse vincere in Campania era difficile. E probabilmente spuntarla in Puglia era impossibile. Però, nonostante le condizioni non fossero proprio favorevoli, il centrodestra alle recenti regionali ci ha messo del suo. Non giudico i candidati, di cui non so quasi nulla. Edmondo Cirielli l’ho incontrato mesi fa a Napoli, mentre di Luigi Lobuono non conosco neppure la faccia. Probabilmente si tratta di candidati degnissimi, anche competenti. Ma il tema non è la qualità delle persone scelte per il posto di governatore, bensì l’indecisione che ha preceduto la loro designazione.Per mesi siamo stati in attesa dei nomi e solo quando ormai mancavano poche settimane alla presentazione delle liste il centrodestra ha scelto. Lo ha fatto dopo un tira e molla imbarazzante, sfogliando una margherita i cui petali comprendevano politici, imprenditori, funzionari pubblici, senza uno straccio di un programma, senza un’idea di sviluppo delle Regioni. Nel frattempo, il centrosinistra aveva già scelto e i suoi candidati erano al lavoro per raccattare voti. La macchina elettorale dei compagni è efficientissima quando si tratta di stringere accordi e promettere posti in cambio di consensi.Probabilmente anche se si fosse partiti mesi o anche un anno prima, il risultato sarebbe stato uguale perché, dopo 20 anni di sinistra (prima Nichi Vendola, dopo Michele Emiliano), per chiunque, anche disponendo di molto tempo, sarebbe stata un’impresa impossibile. Lobuono non era il più noto dei candidati e per di più, in passato, era già stato sconfitto dall’ex governatore quando si era candidato come sindaco di Bari. Ma scelto all’ultimo non ha potuto che fare il minimo, consentendo ad Antonio Decaro di vincere a mani basse.In Campania si poteva fare di più. Un po’ perché l’avversario era un grillino, per di più costretto a rimangiarsi tutto o quasi quello che aveva detto nella sua precedente vita da esponente politico anti-casta. E poi contro di lui giocavano una serie di fattori, tra i quali l’antipatia nei suoi confronti coltivata piuttosto apertamente da Vincenzo De Luca, oltre che gli interessi di alcuni capicorrente che non hanno alcuna intenzione di smobilitare la loro presa sul potere. Però anche in questo caso si è aspettato all’ultimo prima di decidere che il candidato doveva essere l’attuale viceministro agli affari Esteri del governo Meloni. Forse Cirielli avrebbe potuto erodere di più il consenso di Roberto Fico, ma gli è mancato il tempo. Nelle elezioni, soprattutto quelle regionali, conta molto la presenza sul territorio. Come insegna Eugenio Giani, il candidato governatore che Elly Schlein non voleva confermare, per raccogliere voti bisogna essere conosciuti. E infatti l’attuale presidente della Toscana negli anni non è mai mancato a una festa di battesimo, al taglio di un nastro inaugurale, a una celebrazione, costruendo un bacino elettorale che neanche l’avversione della segretaria del Pd ha potuto scalfire. Ma per battere il territorio palmo a palmo almeno si deve avere un’investitura, altrimenti è tempo perso. Qualcuno potrebbe pensare che il ragionamento del giorno dopo sia inutile, ma sbaglierebbe. Innanzitutto, perché guardando proprio i flussi elettorali della Campania si capisce che rispetto al 2020 la sinistra (intesa come Pd, liste civiche e Movimento 5 stelle) ha perso 116.000 voti, mentre il centrodestra ne ha guadagnati 170.000. E poi perché fra poco più di un anno si dovranno decidere i futuri sindaci di Roma, Milano, Torino e Napoli. Si tratta di elezioni locali, capoluoghi di regione in cui da molto tempo governa la sinistra. Il centrodestra vuole continuare a regalare queste città ai compagni? Oppure ha intenzione di strappare la capitale politica e quella economica a chi l’ha guidata fino ad ora con i risultati che conosciamo? Capisco che a livello nazionale si guardi alla sfida del referendum e anche a quella del rinnovo del Parlamento, ma forse cominciare a costruire una classe politica locale in grado di governare le principali città contribuirebbe a demolire la finta immagine di buona amministrazione che la sinistra ha costruito negli anni intorno a sé.
Nel riquadro una foto tratta da Google Maps del Parco di Tor Tre Teste, a Roma (iStock)
Nichi Vendola, candidato al consiglio regionale della Puglia per Avs, mentre vota al seggio di Terlizzi (Ansa)
Matteo Renzi (Imagoeconomica)