elezioni regionali

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Il centrodestra indeciso perde in partenza
Il candidato del centrodestra sconfitto in Campania, Edmondo Cirielli, insieme al premier Giorgia Meloni (Ansa)
Nei test del Mezzogiorno la coalizione deve rimproverarsi il ritardo nella scelta dei candidati. Giocare d’anticipo nelle tornate locali è fondamentale: fra poco più di un anno si vota a Milano, Roma, Torino e Napoli. Sarebbe utile prepararsi per tempo.

Forse vincere in Campania era difficile. E probabilmente spuntarla in Puglia era impossibile. Però, nonostante le condizioni non fossero proprio favorevoli, il centrodestra alle recenti regionali ci ha messo del suo. Non giudico i candidati, di cui non so quasi nulla. Edmondo Cirielli l’ho incontrato mesi fa a Napoli, mentre di Luigi Lobuono non conosco neppure la faccia. Probabilmente si tratta di candidati degnissimi, anche competenti. Ma il tema non è la qualità delle persone scelte per il posto di governatore, bensì l’indecisione che ha preceduto la loro designazione.

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Il Centro di Renzi resta periferico. I moderati guardano più alla Meloni
Matteo Renzi (Imagoeconomica)
Il «Rottamatore» insiste per una Casa riformista, ma gli elettori non vogliono entrarci.

Cerco un centro di gravità permanente, cantava Franco Battiato e diceva (parafrasiamo, non fate i pignoli) il consigliere di Sergio Mattarella, Francesco Saverio Garofani, nel famoso pranzetto romanista. Il centro, o una lista civica nazionale, o un partito moderato, o la nuova Margherita, fate voi: quello che manca al centrosinistra per diventare competitivo alle prossime Politiche del 2027 è una specie, per dirla molto semplice, di «Forza Italia di sinistra», un partito moderato che riesca a raggranellare un 8-10% di voti da portare in dote al centrosinistra attuale, che poi in realtà è una sinistra-sinistra a trazione Landini-Schlein-Conte-Bonelli-Fratoianni.

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Nessuna sorpresa: Elly è la vera sconfitta
Elly Schlein (Ansa)
Schlein brinda per i risultati in Puglia e Campania, ma fa finta di scordare che sono il frutto di compromessi mal digeriti con l’ala riformista di Decaro, il M5s e De Luca.

«Dalle regioni è partito il riscatto». Il lunedì di Elly Schlein è felice e lunare, nessuno fra Napoli e Bari salta da un palco all’altro, da una piazza all’altra, con il suo entusiasmo liberatorio. Un’allegria sospetta e costruita, con la quale la segretaria del Pd vorrebbe far dimenticare il periodo più nero della sua reggenza.

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Ultime elezioni regionali del 2025. Urne in Veneto, Campania e Puglia
Edmondo Cirielli corre in Campania con Fdi (Ansa)
In 13 milioni chiamati a scegliere i nuovi governatori. Seggi aperti fino alle 23.

Urne aperte oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15 per le elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia. Con questa tornata si conclude la serie delle elezioni regionali del 2025: si è già votato infatti in Toscana, Marche, Calabria e Valle d’Aosta. Sono circa 13 milioni gli elettori interessati (5 milioni in Campania, 4,3 milioni in Veneto e 3,5 milioni in Puglia), anche se anche questa volta si teme l’astensionismo: cinque anni fa l’affluenza fu del 55,5% in Campania, 61,2% in Veneto, 56,4% in Puglia.

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Scoperto il bluff della sinistra
Matteo Ricci (Ansa)
Avevano dipinto la Regione come l’Ohio italiano, che anticipa le elezioni nazionali, accreditando un falso testa a testa tra i candidati per dare una spallata al governo. Invece il campo largo incassa la decima batosta (su 13 sfide). E la Schlein ne esce ammaccata.
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