2025-09-30
Scoperto il bluff della sinistra
Avevano dipinto la Regione come l’Ohio italiano, che anticipa le elezioni nazionali, accreditando un falso testa a testa tra i candidati per dare una spallata al governo. Invece il campo largo incassa la decima batosta (su 13 sfide). E la Schlein ne esce ammaccata.L’hanno chiamata l’Ohio italiano, ovvero la Regione in grado di anticipare le tendenze delle prossime elezioni. Non so se le Marche, come lo Stato americano a Sud degli Appalachi, siano davvero da considerarsi un test chiave per capire che cosa succederà nel 2027, quando gli italiani saranno chiamati a rinnovare il Parlamento. Però mi risulta che sul voto di domenica la sinistra avesse scommesso gran parte delle proprie carte, perché riuscire a strappare al centrodestra la Regione avrebbe consentito di dire che gli elettori voltano le spalle a Giorgia Meloni. Nessuna delle sfide che si giocheranno nelle prossime settimane in Calabria, Campania, Toscana, Puglia e Veneto ha, infatti, la valenza di quella appena conclusasi con la riconferma di Francesco Acquaroli. Infatti, in tutte le Regioni in cui si voterà da qui a novembre, l’esito appare abbastanza prevedibile. Dei cinque governatori che si dovranno eleggere, tre andranno al centrosinistra e due al centrodestra, cioè allo schieramento uscente. Difficile immaginare che in Toscana riesca a spuntarla un candidato di Fratelli d’Italia, così come in Veneto è praticamente impossibile che un esponente del Pd (o di Avs o dei 5 stelle) possa battere un leghista o qualche altro candidato di centrodestra.Al contrario, c’era qualcuno che nelle Marche riteneva possibile il ribaltone, ovvero un repentino cambiamento. Un po’ perché la Regione, dopo essere stata a lungo democristiana, per diverse legislature è stata guidata dalla sinistra e solo cinque anni fa è caduta nelle mani del centrodestra. E un po’ perché il Pd, oltre a unire tutte le forze schierando un campo larghissimo con dentro anche i 5 Stelle e Renzi, aveva candidato un big nazionale. È vero che Matteo Ricci, l’esponente dem indicato dalla sinistra, è marchigiano, ma da anni è ospite fisso in diverse trasmissioni tv e, da sindaco di Pesaro, si era accreditato come uno dei dirigenti riformisti del partito, vicino a Renzi prima e a Stefano Bonaccini poi.In più, per mesi, i compagni hanno battuto la Regione nel tentativo di accreditare una svolta, descrivendo un vantaggio dell’europarlamentare sul governatore uscente. La campagna elettorale è stata contrastata, non solo perché Elly Schlein e i suoi speravano di poter chiudere la stagione con un 4-2 (anche la Calabria, oltre al Veneto, nelle previsioni è attribuita al centrodestra), ma anche perché la sfida è stata condizionata da almeno un paio di fattori.Il primo è costituito da un’inchiesta, aperta da almeno un anno, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dello stesso Ricci, il quale ne ha approfittato non per spiegare di che cosa si trattasse ma per fare la vittima, quasi fosse colpa del suo avversario se i pm hanno deciso di veder chiaro in alcuni appalti assegnati dal Comune di Pesaro quando l’onorevole era sindaco. Il secondo, invece, è la coda velenosa di alcuni falsi sondaggi fatti circolare illecitamente proprio a ridosso del voto. In campagna elettorale mai si era visto una primaria società di ricerche costretta a smentire un documento riportante il suo marchio. Secondo le rilevazioni, i candidati sarebbero stati appaiati con appena uno zero virgola di vantaggio per il governatore uscente. Un dato che, guarda caso, è stato fino all’ultimo accreditato anche nelle tendenze riservate, quelle non destinate al grande pubblico.Invece la forbice tra i due non era affatto minima ma ampia, con Fratelli d’Italia primo partito, il Pd al 20%, i 5 stelle al 5%. Francesco Acquaroli ha vinto, quindi, con ampio margine sull’avversario. Tutto ciò induce ad alcune riflessioni. Innanzitutto, c’è da chiedersi perché, ancora una volta, la grande stampa (ma anche la tv) si sia bevuta la storia della rimonta di Ricci, se non addirittura il vantaggio dell’esponente dem sul governatore uscente. Poi c’è da interrogarsi sul risultato: nel caso in cui avesse vinto la sinistra, le Marche dovevano essere considerate l’Ohio italiano cioè, come detto, il voto in grado di anticipare una tendenza. Ma adesso che ha vinto il centrodestra, confermando il presidente, il voto che cosa rappresenta? Una sfida locale, ha detto Francesco Boccia del Pd. La realtà è che il successo del centrodestra rappresenta una sconfitta della linea di Schlein e compagni, una batosta per il campo largo che, alla prima vera prova elettorale, si dimostra più stretto.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 30 settembre con Carlo Cambi