2025-11-26
Il Centro di Renzi resta periferico. I moderati guardano più alla Meloni
Matteo Renzi (Imagoeconomica)
Il «Rottamatore» insiste per una Casa riformista, ma gli elettori non vogliono entrarci.Cerco un centro di gravità permanente, cantava Franco Battiato e diceva (parafrasiamo, non fate i pignoli) il consigliere di Sergio Mattarella, Francesco Saverio Garofani, nel famoso pranzetto romanista. Il centro, o una lista civica nazionale, o un partito moderato, o la nuova Margherita, fate voi: quello che manca al centrosinistra per diventare competitivo alle prossime Politiche del 2027 è una specie, per dirla molto semplice, di «Forza Italia di sinistra», un partito moderato che riesca a raggranellare un 8-10% di voti da portare in dote al centrosinistra attuale, che poi in realtà è una sinistra-sinistra a trazione Landini-Schlein-Conte-Bonelli-Fratoianni.Le Regionali in Veneto, Puglia e Campania certificano che questa prospettiva non interessa gli elettori, con buona pace di Matteo Renzi che sta assumendo il ruolo di regista dell’operazione. La sua «Casa riformista» è per ora un monolocale: in Veneto il simbolo era unito a quelli di altri due partiti, Alde e Avanti, nella lista «Uniti per Manildo Presidente». Il risultato complessivo è stato del 2,13%, una sonora disfatta. Direte: va bene, ma il Veneto è un bastione del centrodestra. Vero, allora andiamo in Campania, dove il centrosinistra guidato da Roberto Fico ha stravinto. Casa riformista si è presentata da sola e ha goduto di un «coach» d’eccezione, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, uno dei probabili pilastri di questo ipotetico soggetto centrista. La Casa riformista, in Campania, si è fermata al 5,8%, e nei commenti del giorno dopo non c’è nessuno che non si aspettasse qualcosa in più. A Napoli e provincia, in particolare, dove Manfredi avrebbe dovuto trascinare i neocentristi, il risultato è stato ancora peggiore: appena il 4,71%, grazie anche alla straordinaria performance di Ciro Buonajuto, che ha raccolto quasi 20.000 preferenze. Buonajuto è stato fino a due mesi fa il sindaco di Ercolano, è un amico di vecchia data di Renzi e di Maria Elena Boschi, e i suoi voti sono tutti personali.Non è bastato a Casa riformista candidare nella circoscrizione di Napoli un esponente storico di Forza Italia, Armando Cesaro, che Renzi ha nominato coordinatore regionale di Italia viva, per ottenere un risultato migliore: il figlio dell’ex leader azzurro Luigi ha portato 15.000 voti alla causa, ma non è stato eletto in Consiglio. Risultato: a Napoli Casa riformista è risultata il penultimo partito della coalizione, riuscendo a superare solo la lista di Clemente Mastella. In Puglia poi Casa riformista non si è proprio presentata: Renzi ha piazzato un po’ di candidati nel Pd, nella civica di Antonio Decaro e ha cercato di far decollare la lista Avanti popolari, che si è fermata al 4%. Insomma: che si vinca o che si perda, il centro del centrosinistra resta un miraggio più che una realtà concreta, e i motivi sono quasi banali: non si riesce a trovare un leader che sia in grado di mobilitare gli elettori e di proporre un progetto politico che faccia breccia tra i cittadini. Lo spazio dell’elettorato centrista è presidiato da Forza Italia, ma c’è un elemento che tanti raffinati analisti politici o ignorano o fingono di ignorare: i moderati, oggi, votano per la stragrande maggioranza per Fratelli d’Italia, forza politica passata in pochi anni dal 4 al 30% e diventata a tutti gli effetti un grande partito popolare di massa. Al di là delle battaglie identitarie, infatti, Giorgia Meloni in politica estera e in politica economica sta portando avanti istanze più che moderate, senza strappi né con l’Europa né con gli Usa, sempre nel solco delle alleanze strategiche dell’Italia. Creare in laboratorio una forza politica che convinca i moderati a staccarsi dal centrodestra e tuffarsi nelle braccia di Elly Schlein e Giuseppe Conte non è difficile: è semplicemente impossibile.
Nel riquadro una foto tratta da Google Maps del Parco di Tor Tre Teste, a Roma (iStock)
Nichi Vendola, candidato al consiglio regionale della Puglia per Avs, mentre vota al seggio di Terlizzi (Ansa)
Il candidato del centrodestra sconfitto in Campania, Edmondo Cirielli, insieme al premier Giorgia Meloni (Ansa)