2025-03-24
Il Papa torna a casa. «È provato», però già studia la riforma del futuro conclave
Bergoglio porta a Santa Maria Maggiore i fiori gialli donatigli da una signora. «Due mesi per guarire, obbedirà ai medici».Papa Francesco è tornato a casa. Dopo 38 giorni di degenza, ieri, dopo essersi affacciato per salutare i fedeli al Policlinico Gemelli, ha fatto ritorno a Casa Santa Marta, passando dalla Basilica di Santa Maria Maggiore per ringraziare la Madonna, come è solito fare prima e dopo i viaggi internazionali. Non è sceso dalla Fiat 500 bianca che lo stava riportando in Vaticano: i fiori alla Salus Populi Romani li ha fatti consegnare dal cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica liberiana. Questa volta il «viaggio», cominciato lo scorso 14 febbraio con il ricovero per quella che poi si è rivelata essere una polmonite bilaterale polimicrobica, è stato più difficile degli altri che lo hanno portato a visitare più di cento volte Santa Maria Maggiore. Un viaggio che lo ha messo in serio pericolo di vita almeno due volte, come hanno riportato i medici sabato, nel comunicare la situazione per le dimissioni dall’ospedale di Francesco.Il Pontefice si è affacciato ieri dal Gemelli verso le ore 12 ed è apparso certamente «provato», come ha detto una sua vicina a Santa Marta, dimagrito, in sedia a rotelle e con un respiro piuttosto affaticato, che però non gli ha impedito di pronunciare qualche parola. «Grazie a tutti, saluto questa signora con i fiori gialli», ha detto Francesco rivolgendo lo sguardo a una signora in prima fila rivolta verso il balconcino del Gemelli, con in mano un mazzo di fiori gialli, che poi sono stati deposti nella basilica all’Esquilino. Durante il tragitto in macchina verso il Vaticano, il Papa è stato ripreso con i naselli per l’ossigeno: l’ossigenoterapia resterà un tassello importante per i «due mesi di convalescenza» indicati dai medici, in cui dovrà mantenere anche una terapia orale per debellare fino in fondo alcuni agenti infettivi non del tutto sconfitti (miceti e altri virus). L’Angelus di ieri è stato consegnato per iscritto. Francesco si è detto «addolorato [per] la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo», quindi ha implorato «che si ponga fine alle guerre e si faccia pace, specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo».Il ritorno di Francesco è stato salutato anche dal premier, Giorgia Meloni, che era andata a trovarlo al Gemelli il 19 febbraio, pochi giorni dopo il ricovero. «A lui vanno un pensiero speciale e i migliori auguri, con affetto e gratitudine per il suo instancabile impegno e la sua guida preziosa», ha scritto Meloni su X. Anche il vicepremier, Matteo Salvini, ha celebrato il ritorno a casa di Francesco, sottolineando che «le sue parole e il suo costante impegno per la pace e il disarmo sono un monito importante da ascoltare e recepire». Quindi il Papa è ritornato a Casa Santa Marta, in quel secondo piano che ormai è diventato il cuore del potere vaticano. Ma come governerà ora Francesco? È questo la domanda che tutti si pongono. C’è da ritenere che quello che potrà delegare sarà delegato ai vari capi dicastero di curia. Difficile pensarlo a presiedere i riti della Settimana Santa, non sarà presente al giubileo dei Sacerdoti istituiti come missionari della Misericordia, in programma dal 28 al 30 marzo. Resta ancora da capire come potrà prendere parte ad uno degli appuntamenti clou del Giubileo, la canonizzazione del beato Carlo Acutis, in programma il 27 aprile e per cui vi sono già 100.000 iscritti.Davanti ci sono due mesi di convalescenza, che serviranno anche a ripristinare a pieno la voce del Papa, e comunque non è detto restituiscano lo stesso Francesco di prima. Resta una persona di 88 anni con una difficoltà respiratoria e alcune cronicità. «Non potrà fare quello che faceva prima», dicono Oltretevere. Ma c’è anche la sua ferrea volontà di non mollare, tanto che la possibilità delle dimissioni è assolutamente remota, più e più volte Francesco ha detto che non «si governa con le gambe, ma con la mente». E lui, dicono fonti ben informate, è più che determinato a decidere e procedere. Francesco tende a curarsi poco della sua salute e vuole esserci, tanto che ieri padre Antonio Spadaro ha detto, quasi a rassicurare, che «da buon gesuita» il Papa farà quello che i medici gli chiedono, «il che non gli impedirà di essere presente in tutti i modi possibili».I più preoccupati temono che Francesco possa accelerare certi processi: uno fra i più temuti è quello di una eventuale riforma del conclave, che sarebbe in progress e sarebbe basata sul lavoro del cardinale Gianfranco Ghirlanda, esperto canonista. Perché questo mese di ospedale - e Francesco lo sa - ha ovviamente riportato all’orizzonte le discussioni di un futuro conclave. Ma al di là del fastidio, non è detto che papa Bergoglio non voglia tornare sulla scena proprio a partire da qui.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.