2025-11-09
«Sono troppo maschilisti»: via gli orinatoi
In Svizzera vengono tolti i «pissoir». L’obiettivo dei progressisti è quello di creare dei bagni gender free nelle scuole pubbliche. Nella provincia autonoma di Bolzano, pubblicato un vademecum inclusivo: non si potrà più dire cuoco, ma solamente chef.La mozione non poteva che arrivare dai Verdi, sempre meno occupati a difendere l’ambiente (e quest’ultimo ringrazia) e sempre più impegnati in battaglie superflue. Sono stati loro a proporre al comune svizzero di Burgdorf, nel Canton Berna, di eliminare gli orinatoi dalle scuole. Per questioni igieniche, ovviamente, anche se i bidelli hanno spiegato che questo tipo di servizi richiede minor manutenzione e lavoro di pulizia. Ma anche perché giudicati troppo «maschilisti». Quella porcellana appesa al muro, con quei ragazzi a gambe aperte per i propri bisogni, faceva davvero rabbrividire la sinistra svizzera. Secondo la rappresentante dei Verdi, Vicky Müller, i bagni senza orinatoi sarebbero più puliti, anche se un’indagine (sì il Comune svizzero ha fatto anche questo) diceva il contrario. Per il socialista Raff Fluri, per esempio, anche rimuovendo i pissoir, il problema rimarrebbe visto che i maschi si ostinano a far pipì in piedi, rifiutandosi di sedersi come fanno invece le ragazze. Anche perché la richiesta dei Verdi non aveva come unico fine quello di rimuovere gli orinatoi, ma anche, e soprattutto, quello di creare dei bagni gender free, ossia dove potesse entrare chiunque: ragazzi e ragazze insieme. Fortunatamente, questa ipotesi non è stata portata avanti, anche perché, hanno sottolineato durante il consiglio comunale (sì, hanno dibattuto anche su questo), il rischio che venissero riprese immagini in modo illecito era alto. Può sembrare un tema sciocco, frivolo. Quasi da far sorridere. Eppure questa «battaglia» dei Verdi dimostra come tutto ciò che ha a che fare con il maschile, con la sua immagine e la sua forza, debba essere eliminato. Tutto deve essere uguale e, possibilmente, ricalcato sulle necessità femminili. Eppure questa non è una questione di poco conto. Perché uomini e donne - e quella che stiamo per dire sarebbe stata una banalità in altri tempi, ma non in questi - sono diversi. E lo sono a partire dal corpo. Come nota la dottoressa Mariolina Ceriotti Migliarese in Maschi. Forza, eros, tenerezza (Edizioni Ares), «il corpo femminile è conformato per generare all’interno di sé, accogliendo il maschio nell’amplesso e il figlio nella gestazione; l’uomo invece ha un corpo che può generare solo attraverso la donna, mettendo il proprio seme al di fuori del proprio corpo, nel corpo di lei». La caratteristica della donna è l’accoglienza, prosegue la psicoterapeuta. Quella dell’uomo, invece, è la potenza, che si palesa anche nel proprio organo riproduttivo, che non a caso è esterno. Ora, non ci sentiremo meno maschi perché in Svizzera hanno tolto i pissoir. E però è un segno, l’ennesimo, di una guerra dichiarata all’uomo, inteso come elemento positivo nella società e, quindi, nella famiglia. Quel che resta della sua idea di potenza e di aggressività, che porta con sé deve essere abbattuta. Perché le differenze devono essere eliminate. Non sono più un elemento da tutelare, ma da cancellare. Nella provincia autonoma di Bolzano, per esempio, è stato pubblicato un vademecum per alcuni annunci, ovviamente inclusivi, di lavoro che dovrà essere messo in pratica anche dai privati. Qualche esempio: non si potrà più dire fioraio/a. Ma il neutro fiorista. Bandita l’espressione «collaboratrice pedagogica», meglio specificare «collaboratore pedagogico o collaboratrice pedagogica». Addio a «cuoco e cuoca», si utilizzi «chef». Citiamo infine, ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo, che non si potrà più scrivere «addetto alle vendite», che viene sostituito da un ben più generico «persona addetta alle vendite». Negli annunci di lavoro, spiega infatti il consigliere di parità Brigitte Hofer, «è vietata qualsiasi forma di discriminazione. Tranne ovviamente casi specifici: per esempio quando si cercano comparse per un film, con determinate caratteristiche». E come la mettiamo per chi, nel corpo di uomo, si sente donna (o viceversa, così non discriminiamo nessuno) e vuole partecipare come comparsa di un film? Si tratterebbe di una discriminazione bella e buona. Ma tant’è. Spiega infatti orgoglioso il vademecum promosso dalla Hofer: «La parità inizia dal linguaggio». E così bisogna imporre agli altri, che ovviamente non discriminano in alcun modo, questo modo di pensare. Del resto, la stessa promotrice dice che queste solo le regole europee ed è giusto adeguarsi ad esse. Sarà... Per descrivere gli italiani tra il 1919 e il 1943, Leo Longanesi scrisse un libro intitolato In piedi e seduti. Non avrebbe mai immaginato che, a distanza di ottant’anni, si sarebbe perso tempo in un consiglio comunale, anche se in Svizzera, per decidere come farla fare ai ragazzi. Ma questa volta in piedi o seduti.
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Alfredo Mantovano (Imagoeconomica)
Ranieri Guerra (Imagoeconomica). Nel riquadro, Cristiana Salvi