2019-10-11
Il governo gioca alle tre carte poi chi paga?
Una cosa mi pare chiara: quello in cui è impegnato il governo è un incredibile gioco delle tre carte. La manovra di cui ogni giorno si parla sui giornali, e che ieri è stata approvata con un risicato margine alla Camera, non è altro che un'abile truffa, dove le tasse appaiono e scompaiono per poi riapparire con nomi e formule nuove. Altro che maggioranza nata per impedire l'aumento dell'Iva: il rincaro dell'imposta sul valore aggiunto resta dietro l'angolo, perché nei fatti le clausole di salvaguardia non vengono disinnescate, ma solo rinviate. È un po' come nel caso in cui volendo risolvere un problema si trova il modo di spostarlo un po' più in là. Anche se rinviato di un anno o due, il problema resta irrisolto. Nel nostro caso, i 23 miliardi da recuperare con l'incremento dell'aliquota sui beni di consumo non sono stati trovati, al contrario di quello che, con una certa dose di assenza del ridicolo, annunciò un paio di settimane fa il presidente del Consiglio. I 23 miliardi sono stati trasformati in debito, cioè si è deciso di fare una manovra in deficit. Dei 30 miliardi annunciati infatti, 23 servono a coprire le clausole di salvaguardia e solo 7 a distribuire qua e là qualche soldo. Ma da dove vengono questi 30 miliardi? Quindici, come ormai sanno anche i sassi, sono stati «trovati» con la flessibilità, ovvero chiedendo a Bruxelles di lasciarci fare un po' di debito in più, pari alla metà di ciò che richiedono gli impegni finanziari per l'anno venturo. Dunque, le tante chiacchiere, di Bruxelles e dei nostri economisti da passeggio, si risolvono in più debito per tutti, perché il deficit è un conto che prima o poi qualcuno ci presenterà. All'appello però mancano ancora parecchi miliardi per completare il «disinnesco» dell'Iva più cara. E allora ecco trovato un altro ingegnoso sistema per far quadrare i conti. Sette miliardi verranno reperiti con la lotta all'evasione. Idea geniale a cui ovviamente non aveva mai pensato alcun governo negli ultimi settant'anni. Da che esiste la Repubblica infatti, non c'è stato esecutivo che non si sia presentato agli italiani promettendo di finanziare le spese facendo pagare le tasse a chi non le paga. Risultato, abbiamo uno dei debiti più alti del mondo. Il Conte due, rispetto ai predecessori, ha però esagerato, mettendo in bilancio ben 7 miliardi di imposte recuperate. La cifra sparata è così lontana dal poter essere raggiunta che perfino la Banca d'Italia e l'ufficio parlamentare di bilancio, ossia l'autorità indipendente che deve validare i conti, hanno storto il naso. Come si fa infatti a credere che si possa ottenere un tesoretto di 7 miliardi quando nel passato si sono raggiunte somme infinitamente più basse? Alla domanda nessuno ha dato risposta, preferendo ribadire come se fosse un dogma il magico numeretto che consente di dire che il nuovo governo è riuscito a evitare l'aumento dell'Iva. In realtà, se si sommano i 15 miliardi in deficit e i 7 miliardi di finto recupero dell'Iva, si arriva a 22 miliardi, una cifra che somiglia molto ai 23 miliardi necessari per scongiurare le clausole di salvaguardia. In pratica, il Conte due disinnesca l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto, aggiungendo più debito per 22 miliardi. Dopo di che, il governo che dice di non voler aumentare le tasse ha allo studio nell'ordine: una tassa sullo zucchero, da declinare anche come imposta sulle merendine o sulle bibite gasate; una rimodulazione del ticket sanitario, che significa una sola cosa, ovvero una tassa sulla salute di chi abbia un reddito o una casa e non sia ancora alla canna del gas; una revisione delle imposte cosiddette comunali, come Tari e Tasi, oltre che delle tasse sulle case. E poi, come racconta il nostro Claudio Antonelli qui sotto, il governo che dice di rappresentare il Fisco amico ha in serbo una serie di novità che rasentano lo stato di polizia tributaria, con sistemi invasivi sui conti correnti, confisca di beni, e una stretta sulle compensazioni di tutti i crediti d'imposta. Guardia di finanza e Agenzia delle entrate potranno setacciare le fatture elettroniche per trovare notizie di reato in settori diversi da quello tributario, come la spesa pubblica e il mercato dei capitali. Una sorta di inversione dell'onere della prova. Perché è piuttosto evidente che se a Palazzo Chigi vogliono distribuire un po' di soldi per garantirsi il futuro (vedi asili nido gratis, bonus befana e così via), le mani nelle tasche degli italiani che ancora non sono ridotti in povertà prima o poi ce le vorranno mettere. Dunque preparatevi e, soprattutto, difendetevi.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Mario Draghi e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Imagoeconomica). Nel riquadro il programma dell'evento organizzato da La Verità
Charlie Kirk con la moglie Erika Frantzve (Getty Images)