
La prima serata è stata la meno seguita dal 2008. Cresce l'imbarazzo in Rai sul presunto conflitto d'interessi che vede coinvolti il direttore artistico Claudio Baglioni e il suo manager, con molti artisti di quest'ultimo in gara. riferiamo agli spettatori di Sanremo che, rispetto alla serata d'esordio dello scorso anno, sono scappati: 1 milione e mezzo in meno. Inutile che Claudio Baglioni sminuisca con un «non starei a misurare i mezzi punti». Se contiamo i numeri, è come se gli abitanti di una città più grande di Milano avessero cambiato canale già sulle note della canzone Via. Per la quale, fa notare il popolo del Web, il direttore artistico e showman incasserà i relativi diritti Siae. E poi quei «mezzi punti» persi potrebbero - in futuro - determinare meno introiti pubblicitari ossia soldi alla tv pubblica, puntellata con il canone. Questo il meccanismo: se gli ascolti calano la Rai dovrà abbassare i listini per il prossimo anno e offrire spazi gratuiti agli attuali investitori come risarcimento. Insomma, il tema degli spettatori è cruciale per le finanze di viale Mazzini. Tanto più che si tratta della peggior partenza sanremese dal lontano 2008, quando a condurre furono Pippo Baudo e Piero Chiambretti.Cosa stona? Ci riserviamo un giudizio finale dopo le prossime serate. Quel che è certo, invece, è che il «giro» del manager Ferdinando Salzano (che rappresenta Baglioni e una carovana di artisti che si esibiscono) forse funzionerà per il fatturato della sua società F&P, ma non per il pubblico. Che magari sarebbe anche disposto a dimenticare per qualche ora il presunto conflitto d'interessi, se lo spettacolo fosse all'altezza. Ma così, almeno dagli antipasti, non pare essere.Gianluigi Paragone, capogruppo pentastellato in Vigilanza Rai, annuncia che intende chiedere la convocazione di Mario Orfeo, il direttore generale che firmò il contratto a Baglioni: «Già alla prima puntata il conflitto di interessi della F&P si è materializzato. Vogliamo vederci chiaro», denuncia, «Salzano, agente ma anche manager interessato al business degli spettacoli dal vivo e la vendita dei biglietti, non rappresenta solo Baglioni ma tanti artisti sia in gara che ospiti. Martedì sera, accanto agli spot pubblicitari riconoscibili, ce ne sono stati altri non annunciati a favore di artisti legati in qualche modo a Salzano...».Ma chi sono i cantanti in questione? Questa l'infornata messa a segno dal re dello showbiz: Paola Turci, Nek, Achille Lauro, Francesco Renga, Il Volo e Nino D'Angelo, oltre a Baglioni, fanno parte della sua scuderia. Inoltre da rimarcare la sinergia tra F&P e Cts, multinazionale che ha acquisito la Vivo Concerti e la Magellano Concerti che rappresentano altri concorrenti: Irama, Ultimo, Federica Carta, Shade ed Ex Otago. Poi ci sono i super ospiti marchiati Salzano: Ligabue, Fiorella Mannoia, Laura Pausini e Biagio Antonacci, Antonello Venditti, Alessandra Amoroso ed Elisa.I concorrenti e gli ospiti sono stati scelti in libertà da Baglioni ma, secondo le testimonianze raccolte da Striscia la notizia, durante le selezioni sarebbe stato onnipresente Salzano. Per quale motivo si trovava lì?Non c'è prova che abbia spinto le ugole della sua squadra, tuttavia potrebbe aver influenzato le decisioni del direttore artistico, suo amico e cliente. Che il sito Dagospia ha ironicamente rinominato «dirottatore artistico». Proseguendo sull'ironia, fa riflettere anche il nome della società di Salzano: Friends & Partners. Amici e compagni, nomen omen dicevano i latini. Fa invece meno ridere il contratto che la Rai ha stipulato con Baglioni e per il quale i pentastellati hanno chiesto chiarimenti all'ex dg Orfeo. Infatti nel documento è stata inserita una clausola che, di fatto, annulla gli obblighi sulla trasparenza e legittima il conflitto d'interessi: «Resta fin da ora chiarito tra le parti che non sono considerati incompatibili, né in conflitto di interessi, i rapporti contrattuali già in essere». Essendo quello con la società di Salzano un «rapporto in essere», è tutto lecito e normale. Ma resta una domanda: è davvero normale che un direttore artistico, che decide ospiti e artisti, sia legato a doppio filo con case discografiche e impresari?
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Il conservatore americano era aperto al dialogo con i progressisti, anche se sapeva che «per quelli come noi non ci sono spazi sicuri». La sua condanna a morte: si batteva contro ideologia woke, politicamente corretto, aborto e follie del gender.
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)
Piergiorgio Odifreddi frigna. Su Repubblica, giornale con cui collabora, il matematico e saggista spiega che lui non possiede pistole o fucili ed è contrario all’uso delle armi. Dopo aver detto durante una trasmissione tv che «sparare a Martin Luther King e sparare a un esponente Maga» come Charlie Kirk «non è la stessa cosa», parole che hanno giustamente fatto indignare il premier Giorgia Meloni («Vorrei chiedere a questo illustre professore se intende dire che ci sono persone a cui è legittimo sparare»), Odifreddi prova a metterci una pezza.
L' Altro Picasso, allestimento della mostra, Aosta. Ph: S. Venturini
Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.