2025-11-15
Assedio Usa al Venezuela dei narcos. Ma il vero scopo è indebolire la Cina
Donald Trump (Getty Images)
Washington avvia l’operazione «Lancia del Sud» contro i traffici di droga: portaerei nel mar dei Caraibi. Maduro: «No ad altre guerre». Trump insiste per riaffermare il dominio nella regione scacciando Pechino.Donald Trump è sempre più intenzionato a rilanciare la Dottrina Monroe: il presidente americano punta infatti ad arginare l’influenza della Cina sull’Emisfero occidentale. È dunque anche in quest’ottica che, l’altro ieri, il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha annunciato un’operazione militare che riguarderà l’America Latina. «Il presidente Trump ha ordinato l’azione e il Dipartimento della Guerra sta dando seguito alle sue richieste. Oggi annuncio l’operazione Lancia del Sud», ha dichiarato.«Questa missione difende la nostra patria, allontana i narcoterroristi dal nostro emisfero e protegge la nostra patria dalla droga che sta uccidendo il nostro popolo. L’Emisfero occidentale è il vicinato dell’America e noi lo proteggeremo», ha proseguito, rendendo noto che l’operazione avrà luogo sotto l’ombrello di Southcom: il comando militare statunitense responsabile della sicurezza in America Latina.Nonostante la motivazione ufficiale sia la lotta al narcotraffico, è evidente che, con questa operazione, Washington mira a mettere ancor più sotto pressione il regime di Caracas, che è uno dei principali referenti di Pechino nell’Emisfero occidentale. Da settembre, il Pentagono ha del resto condotto una ventina di attacchi in area caraibica contro imbarcazioni accusate di condurre traffici di droga ai danni degli Stati Uniti: traffici in cui, secondo la Casa Bianca, il Venezuela sarebbe pesantemente coinvolto. Non solo. La Cbs ha rivelato che, mercoledì, il capo di stato maggiore congiunto statunitense, Dan Caine, e lo stesso Hegseth avrebbero sottoposto a Trump delle opzioni aggiornate per eventuali azioni militari da attuare direttamente sul territorio venezuelano. In tutto questo, pochi giorni fa, la portaerei statunitense Gerald Ford è entrata nell’area di controllo di Southcom, aggiungendosi alle navi da guerra che, nelle scorse settimane, il Pentagono aveva schierato al largo del Venezuela: Venezuela che, secondo quanto recentemente riferito dal Washington Post, si sarebbe rivolto a Cina, Russia e Iran per ottenere materiale bellico (soprattutto missili, sistemi radar e droni). «Basta guerre infinite. Basta guerre ingiuste. Basta Libia. Basta Afghanistan. Lunga vita alla pace», ha dichiarato Nicolas Maduro giovedì sera, poco prima che fosse annunciata l’operazione Lancia del Sud.Sotto questo aspetto, è interessante notare come, sempre l’altro ieri, la Casa Bianca abbia annunciato alcuni accordi in materia commerciale con Argentina, Guatemala, El Salvador ed Ecuador: Paesi che, secondo un funzionario americano, riceveranno presto «un certo sgravio tariffario su determinati prodotti o merci». È evidente come anche questa mossa rientri fondamentalmente nella riedizione della Dottrina Monroe, portata avanti da Trump. Da una parte, il presidente americano sta mettendo militarmente sotto pressione il regime filocinese di Maduro, lanciando un monito ai Paesi latinoamericani che intrattengono strette relazioni con Pechino; dall’altra, la Casa Bianca tende la mano, dal punto di vista commerciale, ad alcune nazioni dell’area, proprio per arginare l’influenza economico-politica della Repubblica popolare.Dal canto suo, il Dragone è ben conscio della strategia di Trump. E, pur di non perdere terreno in America Latina, sta cercando di usare Madrid come grimaldello. Mercoledì, Xi Jinping ha ricevuto a Pechino il re spagnolo, Filippo VI. E, nell’occasione, il presidente cinese ha detto che Cina e Spagna «dovrebbero ampliare gli investimenti bilaterali, creare più progetti epocali, sfruttare i loro punti di forza complementari ed esplorare congiuntamente mercati terzi come l’America Latina». Non è del resto un mistero che il premier iberico, Pedro Sanchez, abbia notevolmente rafforzato i rapporti di Madrid con Pechino. Si tratta di una situazione che irrita Washington. E Trump potrebbe non vedere di buon occhio un eventuale coordinamento tra Spagna e Cina in America Latina. Vale a tal proposito la pena di ricordare che la guerra ispano-americana del 1898 scoppiò all’interno della logica su cui poggiava la Dottrina Monroe. Tutto questo, senza trascurare che, da tempo, la Casa Bianca è ai ferri corti con Sanchez (basti pensare alla questione dell’Alleanza atlantica).Insomma, la tensione continua a salire in America Latina. E Trump è chiamato a fare una scelta. Procederà con un regime change a Caracas o no? Se optasse per questa soluzione, infliggerebbe un duro colpo all’influenza di Pechino in loco ma si esporrebbe alle accuse sino-russe di essere un neocon travestito: il che lo danneggerebbe nel suo tentativo di ricucire i rapporti di Washington con il Sud Globale. Dall’altra parte, è difficile che il presidente americano, dopo la pressione militare, possa avviare una trattativa con Maduro, come ha fatto in altri scenari. Ricordiamo che Trump, alle presidenziali, ha vinto per tre volte in uno Stato cruciale, come la Florida: uno Stato che vanta un folto elettorale anticastrista e anti-Maduro, che l’inquilino della Casa Bianca non può permettersi di irritare.
Giuseppe Culicchia (Getty Images). Nel riquadro il suo libro Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio pubblicato da Mondadori
Fiori e un camioncino giocattolo dei pompieri sono stati messi sotto il portone della casa dove una donna ha ucciso il figlio, di nove anni, tagliandogli la gola, a Muggia, in provincia di Trieste (Ansa). Nel riquadro Olena Stasiuk