Gli «esperti» - non si sa a che titolo - chiedono di prolungarlo di 6 mesi (si parlava del 30 aprile) e di tenere fermo lo sci. A Cortina mondiali a porte chiuse. Con il dpcm in arrivo, il 16 molte regioni arancioni o rosse. Stefano Bonaccini contro Francesco Boccia per la stretta sui bar.
Gli «esperti» - non si sa a che titolo - chiedono di prolungarlo di 6 mesi (si parlava del 30 aprile) e di tenere fermo lo sci. A Cortina mondiali a porte chiuse. Con il dpcm in arrivo, il 16 molte regioni arancioni o rosse. Stefano Bonaccini contro Francesco Boccia per la stretta sui bar.L'aspetto surreale della situazione, se non fosse tutto così terribilmente drammatico, è reso perfettamente da ciò che si poteva notare ieri mattina in via del Corso, all'altezza di largo Chigi, tra gli uffici della presidenza del Consiglio e quelli di Montecitorio. Da una parte gli agenti di viaggio che si recano verso piazza del Popolo per protestare, dall'altra peones e membri del sottobosco governativo nel loro perenne transito in quella porzione della Capitale. I primi in ansia per la propria sopravvivenza, i secondi per gli incerti sviluppi della crisi e del proprio avvenire politico. Ma quel che conta è che all'orizzonte, per i lavoratori già sotto schiaffo da ormai quasi un anno per il combinato disposto della pandemia e della linea claustrofobica del governo, c'è l'ennesimo giro di vite. Tra giovedì e venerdì, infatti, arriverà un nuovo dpcm, che entrerà in vigore il 16 gennaio. E se da una parte vi sono delle norme ancora in discussione, dall'altra ciò che è certo è già sufficiente ad affossare definitivamente alcune attività, come i bar. La novità più rilevante, infatti, come ha fatto sapere il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, sarà il divieto di asporto dalle 18. Una norma la cui ratio è stata spiegata dallo stesso Boccia con l'esigenza di «dichiarare guerra alla movida». Secondo le «segnalazioni» citate da lui e da altri esponenti del governo, infatti, proprio la possibilità di fare asporto nel tardo pomeriggio sarebbe alla base di una serie di happy hour illegali. Una tesi che è stata energicamente respinta al mittente dai diretti interessati, i quali hanno fatto presente le palesi carenze di organico, da parte delle forze dell'ordine, per procedere a controlli contro gli assembramenti. I ristoratori, da parte loro, hanno chiesto un irrigidimento delle sanzioni per chi non rispetta le limitazioni, ma l'esecutivo ha ribadito l'orientamento draconiano. Di fronte a ciò, e soprattutto al mancato mantenimento degli impegni sui ristori, una parte di loro ha optato per un'iniziativa clamorosa che sta guadagnando sempre più adesioni: riaprire anche di sera. La protesta ha preso il nome di «Io apro», inizierà venerdì prossimo ed è stata ideata da un ristoratore di Pesaro, Umberto Carriera, che ha già incassato la solidarietà e l'appoggio di una parte del mondo politico, in primis del leader leghista Matteo Salvini. Quest'ultimo, dopo aver presenziato alla manifestazione degli agenti di viaggio, ha ospitato nel pomeriggio, «in giorni di tante e troppe censure», Carriera in una diretta Facebook, dove sono state illustrate le ragioni e le modalità dell'iniziativa. «Siamo governati da degli incompetenti», ha affermato Carriera, «da persone che non hanno mai lavorato e che non sanno più dove mettere le mani. Nessuno ci ha mai presentato un'indagine epidemiologica per dimostrarci che nei bar e ristoranti avviene il contagio. È questione di sopravvivenza». Una misura, quella del divieto di asporto alle 18, che vede contrari anche i governatori: il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, reduce dalla riunione con Boccia, ha ribadito le proprie perplessità, così come, sull'altra sponda politica, il presidente del Veneto Luca Zaia ha manifestato comprensione per la «disperazione» dei ristoratori e chiesto ristori immediati. Ma il divieto di asporto non è l'unica delle norme contenute nel prossimo Dpcm: un'altra certezza sembra essere la conferma del divieto di spostamento tra una Regione e l'altra anche per le zone gialle e del divieto di visitare amici e parenti in più di due persone adulte, accompagnate da minori di 14 anni, oltre naturalmente al coprifuoco dalle 22 alle 5. Sempre sul fronte delle chiusure, c'è la permanenza di quella di palestre e piscine e il probabile rinvio della riapertura degli impianti sciistici, inizialmente fissata per il 18. Intanto, è già stato deciso che i campionati mondiali di sci in programma a Cortina dal 7 al 21 febbraio si svolgeranno a porte chiuse.Per quanto riguarda i criteri di classificazione delle zone, il governo sembra orientato ad abbandonare l'istituzione della zona arancione in tutta Italia nei weekend, anche se i centri commerciali resteranno chiusi ovunque il sabato e la domenica. Non si tratta, però, di un allentamento, anzi: sono infatti allo studio dei nuovi parametri per l'assegnazione di un colore o di un altro, che potrebbero affiancarsi a quello dell'indice Rt (le cui soglie, in ogni caso sono state inasprite) e determinare una maggiore facilità di passaggio alla fascia arancione e rossa, come la pressione sulle terapie intensive. Stando così le cose, il nuovo Dpcm potrebbe determinare il passaggio a zona arancione di Friuli, Liguria, Piemonte, Umbria, Puglia e Lazio, che si aggiungerebbero a Calabria, Sicilia, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto (con queste ultime due in predicato di diventare rossa). Quanto all'istituzione di zone bianche, vale a dire di aree in cui si torna alla normalità, di quello si potrà parlare, nella migliore delle ipotesi, tra due o tre mesi, ma la richiesta, avanzata dal Cts, di una proroga dello stato d'emergenza fino al 31 luglio (doveva essere il 30 aprile) rende il quadro ancora più cupo.
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