2019-08-07
Il «Corriere» giustizia la Lega sul Russiagate
Ernesto Galli della Loggia, con un editoriale spericolato, sentenzia che il Carroccio è stato inondato di rubli da Mosca, con il placet di Matteo Salvini: «Solo i soldi possono giustificarne le simpatie per Putin». E chi se ne frega delle prove mancanti e della puzza di trappola fatta in casa.Ernesto Galli della Loggia, che un collega del Corriere della Sera ha da tempo ribattezzato Ernesto Polli dal Balcone, ha scritto un editoriale per il quotidiano di via Solferino in cui parla del diverso approccio di Russia e Cina alle cose italiane. Lasciamo perdere la tesi bislacca che vorrebbe Pechino più scaltra e suadente nel conquistare consensi nel nostro Paese, perché inviterebbe con generosità intellettuali e politici a viaggiare e parlare nei suoi atenei senza lesinare «ricchi cachet». Nella prima parte dell'articolo, Polli dal Balcone descrive invece il metodo con cui i russi si fanno largo nel nostro Paese. Non perdendo tempo in sofisticate operazioni in stile americano, Mosca avrebbe ripiegato «sul più tradizionale esborso di quattrini» e lo avrebbe fatto con «la solita finta intermediazione commerciale». Ma siccome non esistono più esemplari del «marmoreo compagno G.», - cioè persone che sappiano incassare garantendo il silenzio - per passare all'elargizione-trasferimento di rubli si sono rivolti a un mondo di mezze tacche e bru bru, aprendo la strada a una «inevitabile catastrofe mediatico-giudiziaria».E dove sarebbe finito questo fiume di denaro secondo il professore Polli dal Balcone? Beh, siccome al Cremlino soffrono di una cronica assenza di fantasia, il beneficiato di Mosca è il soggetto più prevedibile, ossia la Lega, con Salvini - scrive l'Hercule Poirot del Corriere - molto probabilmente a conoscenza d'ogni cosa. Il celebre investigatore da bar, più che da balcone, dall'alto del suo personale osservatorio ha già risolto il giallo dell'estate, stabilendo, con un editoriale sulle strategie commerciali di Cina e Russia, che il ministro dell'Interno è colpevole di essersi fatto finanziare da uno Stato estero, mettendo la sua azione politica al servizio dei russi. Il commissario Ernesto Galli della Loggia sferra il suo attacco sulla base di una ferrea logica, scrivendo che «solo un bel gruzzolo di soldi» può spiegare l'atteggiamento simpatizzante nei confronti di Mosca e del suo attuale governo. Dunque, sentenzia l'Agatha Christie di via Solferino, di qui lo sputtanamento inevitabile della Lega e del suo leader «al soldo dello straniero». Punto, giallo risolto in poche e definitive righe.Che siano in corso indagini, le quali al momento non paiono aver evidenziato alcuno scambio di denaro, ma semmai messo in luce circostanze che riconducono la vicenda a un affare interno, nata cioè in Italia e con protagonisti una serie di mezze tacche e bru bru, per restare al linguaggio del celebre investigatore-editorialista, non sembra per niente scuotere Polli dal Balcone. Il quale, ribadiamo, sul Corriere della Sera, cioè sul principale quotidiano italiano, quello che ogni giorno celebra la propria autorevolezza con pensosi giudizi, scrive dando per acquisiti fatti che acquisiti non sono. Tra un'orchidea e un saggio sul tramonto di una nazione, il Nero Wolfe de' noantri spazza via ogni dubbio degli inquirenti e gli ancor più numerosi interrogativi degli esperti di cose russe e petrolifere. I 3 milioni di tonnellate di gasolio, per i quali si renderebbe necessario un via vai di navi dalla Russia all'Italia - cioè non proprio il massimo per chi non voglia dare nell'occhio - non fermano la forza degli argomenti di Polli dal Balcone. Né la ostacola chi spiega che l'Eni, cioè l'ente tirato in ballo dai complottisti del Metropol, mai e poi mai avrebbe potuto partecipare a una compravendita del genere, in quanto acquistare prodotti raffinati non fa parte del suo mestiere. Il professore, incurante delle obiezioni, va dritto al punto: se non ci fossero di mezzo i rubli perché la Lega dovrebbe simpatizzare per Putin? Una domanda che ovviamente ha contenuta in sé la risposta. E neppure l'osservazione che se avesse voluto comprare qualcuno, il presidente russo non si sarebbe affidato a «mezze tacche e bru bru» sgretola le granitiche certezze del nostro investigatore da salotto. No, Polli dal Balcone è certo di aver risolto il giallo. Ed evidentemente la pensano allo stesso modo anche al Corriere, dove lo «sputtanamento» delle tante smentite registrate negli ultimi mesi (dalla procedura d'infrazione contro l'Italia al caso Siri) non sembra indurre a cambiare linea. L'importante è credersi autorevoli. E soprattutto investigatori.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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