2019-06-19
Atene stremata dall'Ue si avvicina agli Usa e punta agli hotel di lusso
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Ancora oggi la Grecia continua a presentare il più alto tasso di disoccupazione in Europa. Eppure qualcosa sta cambiando. Il Paese è tornato protagonista sul fronte internazionale e guarda agli Stati Uniti come partner per la sua rinascita. Storia e resort cinque stelle: la riviera attica è casa del turismo di lusso di nicchia. Collegata ad Atene da un tram, l'area marina nei pressi della capitale è tra le più ricche della Grecia. Dieci ristoranti e una vista mozzafiato sull'Egeo: il Grand Resort Lagonissi è la perla a mezz'ora dalla caotica vita ateniese. Il lussuoso resort è uno dei fiori all'occhiello del gruppo The Leading Hotels of the World.The Margi: il boutique hotel che nasconde al suo interno una fattoria organica. Lo speciale comprende cinque articoli, video, gallery fotografiche e consigli di viaggio.Negli ultimi anni, la Grecia si è resa protagonista di un certo iperattivismo sul fronte internazionale. Una serie di movimenti che stanno avendo luogo tanto in termini geopolitici che economici. Una serie di movimenti che sembrerebbero presentare come filo conduttore un progressivo avvicinamento di Atene all'orbita statunitense.Innanzitutto, il Paese sta incrementando il proprio impegno all'interno della Nato. In termini di Pil, Atene figura tra i principali contributori dell'alleanza atlantica: nel 2017, ha difatti investito il 2,4% del proprio prodotto interno lordo, collocandosi al secondo posto, direttamente dietro agli Stati Uniti. Inoltre, lo scorso febbraio, dopo aver ostacolato la sua ammissione per anni, la Grecia è stata la prima nazione a ratificare l'adesione della Macedonia del Nord all'alleanza atlantica. La mossa è avvenuta pochi giorni dopo che i due Stati avevano risolto un'annosa disputa sul nome della nazione macedone: un evento che ha tuttavia innescato non poche polemiche all'interno dell'agone politico greco. In tutto questo, non bisogna poi trascurare che Atene si mostri sempre più favorevole a ospitare esercitazioni militari, mettendo soprattutto a disposizione la sua base navale sull'isola di Creta.In secondo luogo, la Repubblica Ellenica sta cercando di incrementare la cooperazione diplomatica ed economica con Cipro e Israele. Un'iniziativa che ha trovato la benedizione statunitense: basti pensare che, lo scorso marzo, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, abbia partecipato a un meeting tenutosi a Gerusalemme, cui hanno preso parte per l'appunto anche i leader di Grecia, Israele e Cipro. Si tratta, a ben vedere, di un asse solo parzialmente inedito. I rapporti tra Atene e Nicosia sono infatti sempre stati particolarmente stretti (la Grecia rappresenta ancora oggi il principale partner commerciale di Cipro), per quanto non altrettanto si possa dire dei legami con Israele. Per lunghi anni, le due nazioni non hanno intrattenuto relazioni troppo cordiali: se la Grecia sosteneva infatti le rivendicazioni del fronte palestinese, la forte vicinanza di Israele alla Turchia era non poco malvista dalle parti di Atene. La situazione è iniziata a mutare soltanto nel corso degli anni Novanta, quando gli scambi commerciali tra i due Paesi si sono progressivamente intensificati. Per quanto, la svolta diplomatica vera e propria si sia verificata solo nel 2010, in occasione di una visita del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in Grecia. Adesso, la relazione tra le nazioni si è fatta particolarmente forte e – come detto – l'intesa trilaterale con Cipro viene profondamente caldeggiata dalle parti di Washington (anche per quanto riguarda il fronte dell'approvvigionamento energetico).E proprio i legami con gli Stati Uniti stanno diventando sempre più significativi. Innanzitutto a livello commerciale. Nei primi quattro mesi del 2019, lo Zio Sam ha esportato in Grecia beni per 419,2 milioni di dollari, mentre il giro d'affari delle importazioni ha raggiunto la quota di 467,2 milioni: una situazione quindi non poco favorevole ad Atene. Inoltre, a livello geopolitico, è chiaro che Washington abbia intenzione di utilizzare la Grecia come strumento di contrasto nei confronti della Turchia, sfruttando l'atavica rivalità che divide i due Paesi. I rapporti tra Washington e Ankara risultano infatti attualmente molto ambigui: nonostante si tratti di due potenze formalmente alleate, nel corso dell'ultimo anno le loro relazioni si sono non poco guastate. L'estate scorsa è scoppiata una gravissima crisi politico-economica tra Stati Uniti e Turchia per la questione del pastore Andrew Brunson ed Erdogan non ha affatto mostrato di apprezzare la linea filoisraeliana, attuata da Donald Trump a partire dal 2017. Senza infine dimenticare il progressivo avvicinamento del Sultano alla Russia e all'Iran. In questo senso, la Grecia costituisce sempre più un argine all'influenza geopolitica turca, oltre che al controverso peso ricoperto dal Sultano in seno alla stessa alleanza atlantica. Del resto, la tensione sta rapidamente salendo nell'Egeo: basti pensare che l'ex premier socialista greco, Costas Simitis, abbia recentemente affermato che potrebbe essere alle porte un "incidente" tra Atene ed Ankara, sul modello della crisi scoppiata nel 1996 per le isole Imia (quando la guerra tra le due nazioni fu scongiurata principalmente grazie alla mediazione dell'allora presidente americano Bill Clinton).Certo: il rinnovato iperattivismo greco sul fronte internazionale deve scontrarsi con una situazione interna non esattamente idilliaca. Dal punto di vista economico, la "cura" di austerity imposta al Paese ha prodotto delle conseguenze a dir poco drammatiche. Basti solo pensare che, ancora oggi, la Grecia continui a presentare il tasso di disoccupazione più alto all'interno dell'Unione Europea. Inoltre, la sua economia è cresciuta solo dell'1,3% nel primo trimestre del 2019 rispetto allo stesso periodo di tre mesi del 2018, quando la crescita aveva invece raggiunto il 2,6%. Le elezioni europee dello scorso maggio hanno mostrato poi un certo mutamento degli equilibri politici interni: il partito al governo, Syriza, ha registrato un netto calo, laddove lo schieramento di centrodestra, Nuova Democrazia, si è collocato al primo posto. Un risultato notevole che non dovrebbe tuttavia preludere a eclatanti cambi di rotta, qualora il partito riuscisse a raggiungere la maggioranza in occasione delle elezioni politiche del prossimo luglio: Nuova Democrazia non presenta infatti posizioni troppo critiche verso l'Europa, collocandosi inoltre su una linea tendenzialmente filostatunitense.Stefano Graziosi
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