2025-09-02
«Gps spenti dai russi: il jet di Ursula costretto a usare mappe cartacee»
Ursula von der Leyen e Vladimir Putin (Ansa)
La Commissione denuncia interferenze con il volo della Von der Leyen in Bulgaria. Il Cremlino nega, però il capo dell’esercito tedesco svela: «A me è capitato due volte». L’Ue ne approfitta per promuovere il riarmo.Bruxelles continua a puntare il dito contro Mosca per presunte «interferenze». Questa volta la mano del Cremlino sarebbe arrivata a disattivare i servizi di navigazione Gps di un aeroporto bulgaro, obbligando l’aereo su cui viaggiava il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a un atterraggio di emergenza. Almeno questa è l’accusa da parte dall’Ue, mentre il Cremlino, dal canto suo, ha seccamente smentito ogni coinvolgimento. La vicenda, a pochi giorni di distanza dal bombardamento russo contro la sede dell’Ue a Kiev, sembra però essere l’ennesimo pretesto a cui si aggrappano i vertici europei per far apparire il riarmo dell’Ue e il serrato sostegno a Kiev come iniziative necessarie per affrontare la «minaccia russa». Quindi il portavoce della Commissione Ue, Arianna Podestà, senza perdere tempo, ha dichiarato ieri: «L’Ue continuerà a investire nella spesa per la difesa e nella preparazione dell’Europa ancora di più dopo questo incidente». Addirittura, con questo episodio, Von der Leyen «ha visto in prima persona le sfide quotidiane delle minacce provenienti dalla Russia e dai suoi proxy». E anche il commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius, ha annunciato la volontà di correre ai ripari in modo immediato: ha reso noto che i 27 Stati membri aumenteranno il numero di satelliti nell’orbita terrestre bassa per rilevare le interferenze. Facendo un passo indietro, Von der Leyen domenica pomeriggio era in viaggio da Varsavia verso la città bulgara Plovdiv per essere ricevuta dal primo ministro bulgaro, Rosen Zhelyazkov, prima di recarsi alla fabbrica di munizioni a Sopot. La tappa ha fatto parte della missione volta a discutere di difesa e di prestiti Safe con i Paesi dell’Europa orientale. Secondo il Financial Times, che ha rivelato per primo la vicenda, il jet su cui era a bordo Von der Leyen, mentre si avvicinava all’aeroporto, è rimasto sprovvisto dei supporti elettronici alla navigazione. A raccontarlo al quotidiano finanziario britannico sono stati tre funzionari: hanno spiegato che la questione è stata trattata come un’operazione di interferenza attuata dalla Russia. Uno di loro ha aggiunto che «l’intera area aeroportuale è rimasta al buio sul Gps». E prima di decidere di atterrare utilizzando solamente le mappe cartacee, il pilota ha sorvolato l’aeroporto per un’ora. «Era un’interferenza innegabile», hanno precisato. L’Autorità bulgara per i servizi di traffico aereo ha poi condiviso una dichiarazione sempre con il Financial Times: «Da febbraio 2022 si è registrato un notevole aumento in jamming dei Gps (tecnica di disturbo ai segnali di navigazione elettronica, ndr) e spoofing (alterazione delle posizioni rilevate, ndr). Queste interferenze interrompono la ricezione accurata dei segnali, causando diverse difficoltà operative». Poco dopo, una volta che la notizia è divenuta di dominio pubblico, è iniziato il ping pong, a distanza, di accuse e smentite tra Bruxelles e Mosca. Dunque, il Cremlino è stato immediatamente additato come colpevole dal portavoce della Commissione Ue, Podestà. In una conferenza stampa, confermando l’incidente, ha dichiarato: «Abbiamo ricevuto informazioni dalle autorità bulgare: sospettano che ciò sia dovuto a una palese interferenza da parte della Russia. Siamo ovviamente consapevoli e in qualche modo abituati alle minacce e alle intimidazioni che sono una componente costante del comportamento ostile della Russia». E ha proseguito: «Questo non farà che rafforzare ulteriormente il nostro incrollabile impegno a incrementare le capacità di difesa e il supporto all’Ucraina. Questo incidente sottolinea in realtà l’urgenza della missione che il presidente (Ursula von der Leyen, ndr) sta svolgendo in prima linea». Mosca ha però rispedito subito le accuse al mittente. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha risposto alle indiscrezioni del Financial Times: «Le vostre informazioni sono errate».E nella logica del «necessario» riarmo europeo per evitare la catastrofe, non stupisce che il capo delle forze armate tedesche, Carsten Breuer, sia subito intervenuto in merito. Si tratta di colui che a maggio ha ordinato un riarmo militare completo entro il 2029 in vista di un potenziale attacco russo contro la Nato. Ha quindi affermato, riguardo alla disattivazione del Gps, di aver vissuto due episodi simili: il primo mentre un aereo militare stava sorvolando il Mar Baltico e il secondo mentre stava osservando un’esercitazione in Lituania. E ha pure rincarato la dose, aggiungendo che Mosca adotta queste tattiche per «testare» i Paesi della Nato e osservare le loro reazioni. Tornando a Von der Leyen, una volta atterrata sul suolo bulgaro, dalla fabbrica di munizioni Vmz-Sopot, non ha perso l’occasione per definire il presidente russo, Vladimir Putin, «un predatore» che «può essere contenuto solo con una forte deterrenza». Ecco quindi che è poi tornata a decantare lo strumento Safe e i «150 miliardi di euro per gli appalti congiunti della difesa». Incidente a parte, il presidente della Commissione Ue non è stata in ogni caso ben accolta all’ingresso della più grande impresa militare statale del Paese: il partito nazionalista bulgaro Vazrazdane (Rinascita) ha organizzato una protesta volta a impedire l’ingresso di Von der Leyen proprio nel sito. I manifestanti, sventolando bandiere russe e bulgare, hanno quindi circondato un’auto credendo, erroneamente, che a bordo ci fosse proprio il presidente della Commissione europea.
Donald Trump (Getty Images)
Giuseppe Culicchia (Getty Images). Nel riquadro il suo libro Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio pubblicato da Mondadori
Fiori e un camioncino giocattolo dei pompieri sono stati messi sotto il portone della casa dove una donna ha ucciso il figlio, di nove anni, tagliandogli la gola, a Muggia, in provincia di Trieste (Ansa). Nel riquadro Olena Stasiuk