2021-06-30
Stop ai licenziamenti. Draghi e sindacati trattano a oltranza. Accordo vicino
Maurizio Landini e Mario Draghi (Ansa)
Incontro fiume proseguito nella notte: verso una dichiarazione congiunta. Cgil, Cisl e Uil vogliono estendere il blocco selettivo.Quella di ieri è stata una giornata molto tesa tra il premier Mario Draghi e i sindacati. Dopo la decisione di sbloccare i licenziamenti a partire dal primo luglio e di adottare una modalità selettiva (fino a ottobre) solo per il mondo del tessile e i settori collegati, il capo del governo ha incontrato Cgil, Cisl e Uil. L'obiettivo doveva essere quello di trovare la quadra e procedere oggi al Consiglio dei ministri per dare il via a un decreto ufficiale che permetta ai datori di lavoro di tornare a licenziare. D'altronde oggi è l'ultimo giorno utile prima che a luglio si rompano gli indugi. La situazione, però, ieri non è stata facile. L'incontro è cominciato poco dopo le 15, per poi subire una prima sospensione chiesta da Draghi intorno alle 16.15, e poi altre due, l'ultima alle 17.30 circa. Durante la riunione andata avanti anche nella notte il premier ha voluto quindi allontanarsi per ben tre volte insieme al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e al titolare del Mef, Daniele Franco, per parlare in separata sede prima di rispondere alle osservazioni dei leader sindacali. Al colloquio, oltre agli esponenti del governo, infatti, erano presenti i segretari generali delle tre sigle confederali: Maurizio Landini per la Cgil, Luigi Sbarra per la Cisl e Pierpaolo Bombardieri per la Uil.Cgil, Cisl e Uil ieri hanno prima di tutto sottolineato le incongruenze del provvedimento, non solo quelle sull'uso dei codici Ateco o la complessità di ricondurre più fattispecie sotto uno stesso contratto, ma soprattutto quelle relative alla natura, tutta da chiarire, proprio delle 13 settimane aggiuntive previste: per le tre sigle sindacali, infatti, andrebbe confermato il modello Cassa Covid, che prevede che le aziende, per poter accedere ai licenziamenti, debbano prima averle esaurite tutte. Non solo, l'obiettivo dei sindacati è anche quello di «blindare» il comportamento delle aziende escluse dal novero delle eccezioni: un traguardo possibile solo con un accordo tra le parti.A ogni modo, l'obiettivo dei sindacati resta ovviamente quello di allargare le maglie del provvedimento per ampliare soprattutto quel perimetro previsto per le imprese in grave crisi oggetto di colloqui con il Mise. Parte della trattativa riguarderebbe anche l'istituzione di un tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi per governare e seguire eventuali emergenze sociali. Secondo quanto riportato ieri dal Tg1 delle 20, si andrebbe verso la firma di una dichiarazione di intenti congiunta in cui il governo si farebbe garante per la ripresa economica e per il lavoro. Del resto, le scelte intraprese da Palazzo Chigi lunedì scorso non sono piaciute proprio ai sindacati che da tempo chiedevano una proroga dello stop ai licenziamenti per tutti fino alla fine di ottobre.Lo stop ai licenziamenti che dovrebbe partire da domani - salvo ulteriori colpi di scena - gira tutto intorno alla cassa integrazione Covid. Fino a oggi, infatti, i datori di lavoro che vi si affidavano non potevano lasciare a casa i lavoratori, divieto che da domani cadrà.Se dunque, alla fine, il governo deciderà di andare avanti per la sua strada senza trovare la quadra con le sigle sindacali, procederà con l'introduzione di un blocco selettivo che interesserà solo il mondo del tessile, il calzaturiero e la moda. Questi settori saranno quindi gli unici che potranno usufruire ancora di 17 settimane di cassa integrazione Covid gratuita. Inoltre, per le società in crisi degli altri settori che abbiano esaurito tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, l'esecutivo concederà altre 13 settimane di cassa integrazione straordinaria, sempre a patto di non licenziare.Tra i pochi sindacati ad apprezzare in parte le scelte del governo Draghi in tema di licenziamenti c'è l'Ugl. «Come sindacato sosteniamo una proroga del blocco dei licenziamenti selettiva che tenga conto dei singoli settori produttivi maggiormente colpiti, come ad esempio il comparto tessile», ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl. Capone ha quindi invitato le parti sociali a trovare una soluzione condivisa. «Urge riaprire al più presto un tavolo di confronto fra governo e parti sociali per rilanciare l'occupazione nel nostro Paese».Il dibattito, però, a livello politico resta ancora molto acceso. La Lega, Italia viva e Forza Italia da tempo si sono dette contrarie a qualunque proroga del blocco dei licenziamenti. Una soluzione ritenuta molto costosa e poco efficiente. Al contrario, Partito democratico, Liberi e uguali e Movimento 5 stelle avevano fatto molta pressione sul governo per non far scattare a luglio i licenziamenti. All'interno del decreto legge che dovrebbe prendere il via oggi, inoltre, ci sarà anche il blocco dell'invio di cartelle esattoriali per altri due mesi, fino al 31 agosto, e la sospensione per almeno sei mesi dal primo luglio del cosiddetto cashback, il meccanismo voluto dal governo Conte per incoraggiare l'utilizzo di bancomat e di credito e premiare con rimborsi chi fa un uso frequente dei pagamenti elettronici nei negozi fisici.