2019-01-06
I professionisti dell'accoglienza
Da Mimmo Lucano a Giusi Nicolini fino a Laura Boldrini e Cécile Kyenge: tifare per gli stranieri consente di ottenere visibilità e fama. Anche se non si hanno meriti.A Palermo e Napoli difendono i profughi mentre gli italiani diventano più poveri. Durante i mandati di Orlando e De Magistris, le loro città hanno conosciuto un tremendo aumento della miseria. Parola di Caritas.Pantomima della Toscana. La Regione fa ricorso contro il decreto Salvini. Il governatore Rossi annuncia: «Ci rivolgeremo alla Consulta» Ma gli altri amministratori locali progressisti restano titubanti. Lo speciale contiene tre articoli e una gallery fotografica degli «accoglienti di professione». Da anni ci ripetono: «Dobbiamo far entrare gli immigrati, ne abbiamo bisogno». E ogni volta che pronunciano parole simili sono assolutamente onesti. Noi non abbiamo bisogno delle masse di stranieri in arrivo dal Mediterraneo. Ma loro - quelli che Maurizio Belpietro ha definito «i professionisti dell'accoglienza» - ne hanno bisogno eccome. Senza i migranti non potrebbero esistere. Senza i barconi, i loro discorsi gravidi di umanità e di passione si ridurrebbero a latrati dispersi nella foschia. Il migrante, per costoro, è la copertura perfetta. È il velo pietoso sotto cui si nascondono polvere e fallimenti. È la vittima per eccellenza, e chi ne parla facendo esibizione di buoni sentimenti è al riparo dalle critiche: nessuno oserà, come scriveva Leonardo Sciascia, «rimproverargli lo scarso impegno amministrativo», anche se «dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei problemi del paese o della città che amministra». Ne sanno qualcosa Luigi De Magistris e Leoluca Orlando: Napoli e Palermo, le loro città, sono allo sfascio. Ma che volete, i due sono tanto preoccupati per i poveri clandestini, mica possono occuparsi d'altro. Soprattutto, però, il migrante è uno straordinario propulsore. È uno strumento insuperabile per emergere dall'anonimato e far carriera nel mondo peloso della politica. Facciamo un esempio: chi di voi, ieri, avrebbe dedicato anche solo un secondo del suo tempo a Enrico Rossi, il governatore della Toscana? Quale giornale nazionale ne avrebbe celebrato le imprese? Eppure il suo nome rimbalzava su tutti i siti d'informazione. Rossi ha annunciato che «contro il decreto sicurezza del governo la Regione Toscana farà ricorso alla Corte costituzionale». Se avesse inviato alla stampa qualche dichiarazione sulla sanità nella sua Regione, sulla viabilità o qualche altro argomento di pubblico interesse, nessuno l'avrebbe degnato di uno sguardo. Invece ha parlato di migranti, ed ecco che i media hanno aperto le orecchie. Non per nulla, a stretto giro anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, si è precipitato a dare ragione all'amico sinistro toscano. Rossi conosce bene il meccanismo: nel 2014 si fece fotografare assieme a una famiglia rom («Sono i miei vicini di casa») e subito finì sotto i riflettori. Perché i migranti regalano pubblicità e copertine (come l'ultima dell'Espresso) a costo zero. La difesa delle minoranze paga, e infatti l'Italia è piena di quelle che Sciascia definiva «persone dedite all'eroismo che non costa nulla». Il caso più emblematico è quello di Giusi Nicolini (Pd), ex sindaco di Lampedusa, la professionista dell'immigrazione per eccellenza. Ignota ai più, snobbata dai suoi concittadini alle Amministrative del 2017. Eppure va in televisione, ha scritto libri, ha partecipato ai vertici Ue ed è stata a cena con Barack Obama alla Casa Bianca. Tutto grazie ai migranti che invadevano Lampedusa (e alle collaborazione con l'Open Society di George Soros). Niente male, no? E che dire di Laura Boldrini? Lei, grazie agli immigrati, è diventata addirittura presidente della Camera. Giornalista, addetta stampa. Poi la svolta: l'incarico di portavoce dell'Unhcr e le sue intemerate sui profughi le hanno spalancato le porte del Parlamento. La snervante insistenza sull'accoglienza le ha donato celebrità e oggi la troviamo ancora sulla breccia, più battagliera che mai. Un po' più accidentato è il sentiero percorso da Domenico Lucano, ex sindaco di Riace. Da signor nessuno si è guadagnato titoloni sui maggiori giornali del mondo. Perfino oggi - indagato, arrestato, allontanato dal suo Paese - gode di inviti in prima serata sulla tv pubblica e si atteggia a santone. E c'è perfino qualcuno che osa dire che Lucano sui migranti non ha lucrato...Sul piccolo schermo imperversa anche l'assessore alle Politiche sociali di Milano, Pierfrancesco Majorino, quello che organizza marce pro migranti e pic nic con i richiedenti asilo. Poi, certo, per mesi e mesi la stazione Centrale milanese si è trasformata in un bivacco di clandestini, ma intanto lui emergeva come un giovane rampante del Pd. Lo stesso partito che ha portato in Consiglio comunale, sempre a Milano, Sumaya Abdel Qader, la prima donna velata dalla testa ai piedi, nota per il suo impegno a favore dei musulmani e degli stranieri. Per gli stessi meriti è diventata ministro e poi europarlamentare Cécile Kyenge, premiata dal solito Pd perché più interessata ai diritti degli africani che alla sorte degli italiani. Ha beneficiato dell'accoglienza due volte: come straniera prima, come politica poi. I professionisti dell'accoglienza accusano Salvini e la Lega di sfruttare i migranti per ottenere consenso. Ma i primi sfruttatori sono loro: usano i migranti, però i consensi li perdono. Come Emma Bonino, una che considera l'Africa «il giardino d'infanzia dell'Europa» ma viene riverita più di Maria Goretti. Non avrà incarichi di potere, ma continua a esercitare un'influenza decisiva. Del resto, le carriere dei nostri professionisti prescindono dai voti. Nicola Fratoianni, per esempio, occupa il video perché ama andare in crociera sulle navi delle Ong, mica grazie ai risultati di Sinistra italiana. Un po' come il povero Pippo Civati, il quale però è talmente sfortunato che nemmeno i migranti lo hanno salvato dalla semi estinzione. E fin qui abbiamo parlato solo di politici o presunti tali, ma l'elenco dei professionisti dell'accoglienza è sterminato: dai preti in stile don Massimo Biancalani a personaggi come Mario Morcone, passato dalla gestione della pratica migratoria per il Viminale alla difesa dei diritti degli stranieri nel Consiglio italiano per i rifugiati.Ah, e poi c'è Roberto Saviano: è professionista sia dell'antimafia che dell'accoglienza. Perciò spesso dimentica di essere solo uno scrittore.
Il Cpr di Gjader in Albania (Getty Images)
Ursula von der Leyen e Iratxe García Pérez (Ansa)