2025-11-08
L’apostolo del siero non buca mai le nomine
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».Ieri, il direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova ringraziava sui social il ministro Anna Maria Bernini promettendo: «Cercherò di onorare al meglio» l’incarico «di grande responsabilità». Bassetti, che su Facebook si presenta come «professore di malattie infettive, divulgatore medico-scientifico, Top scientist Hindex 121, commendatore della Repubblica Italiana», deve essere considerato proprio un luminare dal ministro in quota Forza Italia. Forse piace tanto anche il suo prediligere i social come mezzo di comunicazione (oltre che di stroncatura). Il dogma l’ha ribadito mercoledì durante la lectio magistralis dal titolo Salute pubblica e comunicazione: vaccini, malattie infettive e lotta alla disinformazione, tenuta all’Università di Parma. «La sfida più grande è quella della Rete, i social: uno strumento straordinario», dichiarava il professore. Suggeriva il rimedio per combattere le fake news: «Faccio un appello ai miei colleghi e non solo: chi sa, deve andare su questi mezzi e portare il suo sapere». Proprio come fa l’infettivologo, che discetta di tutto. Ieri, elencando in un post le «dieci cose antigieniche da non fare», Bassetti inseriva «lavarsi le parti intime in doccia» (non ci si lava, si passa oltre? E che fa un poveraccio senza bidet?), così pure «usare il salvaslip». Non una riga di spiegazione sul perché siano tanto riprovevoli, ma bisogna rassegnarsi. Trattasi di pillole di sapere distribuite con grande magnanimità da un personaggio che dai tempi della pandemia vuole entrare nelle case per educare alla salute. Il professore cerca di essere competente in tutte le specialità mediche. «Sapete che se prendete l’influenza o il Covid avrete un rischio di un attacco cardiaco 3-5 volte maggiore di chi non si contagia. Perché rischiare?», scriveva due giorni fa in un post.«Nella pratica clinica vera non c’è riscontro a simili affermazioni», commenta il cardiologo Giuseppe Barbaro. «Che un’infezione influenzale possa causare uno scompenso cardiaco lo si rileva in soggetti con comorbidità, ma non succede certamente nei giovani sotto i 40 anni. È ingannevole estendere il rischio a tutta la popolazione. La vaccinazione non protegge in alcun modo dalle complicanze cardiovascolari. Al contrario, alcuni tipi di vaccinazione come quelle anti Covid a tecnologia genica hanno determinato un incremento delle malattie cardiovascolari, specialmente le miocarditi».Ma la virostar ha una missione da compiere, deve divulgare quello che sa. Le sue lezioni flash suonano familiari soprattutto quando ti spalanca un mondo di ovvietà. Basta solo non contrariare l’esperto mostrando esitazione, o di essere su posizioni diverse perché la reazione può essere intollerante, feroce. «Mettere in dubbio l’efficacia e la sicurezza dei vaccini è demenziale. D’altronde il livello culturale di chi lo fa è infinitamente basso», commentava due giorni fa su X. Nel mucchio dei barbari incolti mette il presidente americano Donald Trump e il suo ministro della Salute Robert F. Kennedy Jr, così pure stimati medici come Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite. «Vedere in questo gruppo ministeriale alcune figure ideologicamente contro i vaccini e a favore dell’omeopatia, credo che rappresenti uno dei punti più bassi mai toccati nella salute pubblica italiana», postava ad agosto censurando la scelta di averli inseriti nel Nitag, il gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni. I Bassetti di turno incapaci di accettare il confronto aperto, alla luce delle evidenze scientifiche, tanto tuonarono che il ministro della Salute Orazio Schillaci preferì coprirsi di ridicolo e sciogliere il comitato.È proprio l’intolleranza del professore, che presiede pure la Società Italiana di Terapia Antinfettiva (Sita), a suscitare non poche perplessità su come intende gestire il nuovo incarico. Il virologo, che non esita a smettere i panni del medico per fustigare i miscredenti: «Ci vorrebbe l’obbligo, con i carabinieri che vengono a prenderli a casa», diceva dei non vaccinati che ritiene «cattivi cittadini», saprà valutare con la necessaria apertura dell’uomo di scienza a quali programmi di ricerca è meglio che partecipi l’Italia? E non va sottovalutata l’inclinazione alla critica di Bassetti, che non si ferma davanti a decisioni assunte dall’esecutivo. Ricordiamo bene come si scagliò contro la decisione di togliere le multe ai non vaccinati, definendola una «grave invasione di campo da parte del governo […] spero che non sia veicolato un messaggio no vax». Adesso che presiede un gruppo di lavoro ministeriale, la virostar dovrà contare fino a tre prima di lanciare strali contro Palazzo Chigi.