2025-11-08
Per abbattere le emissioni nei peti delle mucche hanno rovinato pure il latte
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.Sotto la minaccia di multe da 100 euro a capo all’anno, gli allevatori danesi, dal 1° ottobre, hanno aggiunto l’anti-peto alla dieta delle vacche. Risultato: crampi allo stomaco, febbre, aborti spontanei, drastici cali nella produzione di latte, collassi improvvisi con centinaia e centinaia di capi abbattuti. Il Bovaer sta diventando un caso nazionale; in Danimarca ci sono 600.000 capi da latte (una vacca ogni dieci danesi) che sono le prime vittime accertate del Green deal. E con loro gli allevatori che campano con una produzione di 434.000 tonnellate di latte all’anno esportato per quasi il 75% e che ora rischiano di perdere tutto. I danesi sono stati tra i primi presi di mira da Frans Timmermans quando era vicepresidente della Commissione europea. Se la prese anche con i suoi contadini olandesi che alle ultime elezioni lo hanno mandato a casa. L’Ue di Timmermans ha finanziato in Danimarca le prime fabbriche di latte sintetico (viene fatto con la fermentazione di funghi). La Remlink ha aperto nello «Science park» di Rehovo il primo caseificio senza vacche, e Bill Gates sta per sbarcare lì con la Savor, la startup che produce burro sintetico senza latte mescolando anidride carbonica e acqua. Gli allevatori danesi sono imbufaliti e Kjartan Poulsen, presidente dei Produttori lattiero-caseari, ha chiesto al ministro dell’Agricoltura Jacob Jensen - per legge ha fissato al 2030 la riduzione del 70% delle emissioni zootecniche - la sospensione del progetto Bovaer. Sostiene, come ha dichiarato a TV2, che «appena smettiamo di somministrare l’additivo gli animali si riprendono, ma se glielo diamo di nuovo si ammalano e muoiono».Eppure l’Efsa - l’ente di controllo europeo - ha dato via libera alla sostanza prodotta da Dsm-Firmenich. «L’allarme danese sul Bovaer è un po’ sorprendente», sostiene il professor Pulina, «perché è stato provato in centinaia di studi e non aveva dato problemi, ma se gli allevatori danesi protestano può darsi che il Bovaer aggiunto ai loro mangimi abbia questi effetti avversi. Bisogna capire cosa accade con umiltà perché l’errore che stiamo facendo, come con tutto il Green deal, è di pensare di fermare il vento con le mani o di distruggere gli Archea responsabili della fermentazione enterica. Li chiamano i batteri del metano e stanno sulla terra da 3,5 miliardi di anni; sopravvivono nei serbatoi vulcanici e senza di loro la vita non si sarebbe sviluppata. Ma noi pretendiamo di combatterli. Sono molto più forti di noi: loro senza gli uomini c’erano e ci saranno, ma gli uomini senza di loro non sarebbero esistiti e non mi meraviglierei se trovassimo gli Archea su Marte; la vita è cominciata con loro. Ciò detto, si devono calmierare le emissioni enteriche, ma non per decreto, e noi in Italia ci siamo riusciti: le abbiamo ridotte di un terzo in 20 anni». Le alternative? Si è sperimentato che alimentare le bovine con un’integrazione di alghe marine abbassa le emissioni fino al 90%. I contadini maremmani lo sanno da sempre: le loro vacche sono ghiotte di salicornia e vanno a mangiare l’asparago di mare nelle lagune costiere e fanno pochi peti. «Sappiamo che le alghe», dice il professor Pulina, «servono a questo scopo, dobbiamo studiare alcuni effetti del bromoformio che si produce dalla digestione. Il Bovaer è stato testato ampiamente sulle vacche da latte, nulla sappiamo sugli animali da carne». L’additivo blocca-peti, però, è già stato contestato in Gran Bretagna. I consumatori hanno boicottato i supermercati Tesco, Aldi e Morrison perché vendono latte prodotto dalla Arla Foods, l’enorme cooperativa lattiero-casearia britannica (da noi è nota per il burro salato Lurpak) che ha condotto una sperimentazione alimentando le bovine con il Bovaer. I consumatori sono convinti che vi sia un trasferimento della sostanza dall’animale all’uomo attraverso il latte, e in effetti uno studio dalla Food standards agency (Fsa) e dalla Food standards scotland (Fss) nel Regno Unito avrebbe dimostrato nei ratti un possibile effetto cancerogeno del 3-nitroossipropanolo, il principio attivo del Bovaer che blocca la produzione di metano enterico. La Dsm-Firmenich si è difesa sostenendo che la calunnia è un venticello. In questo caso non proprio profumato.