2020-05-03
Giuseppi vuol fare il caudillo però l’agenda sanitaria gliela sta dettando Bill Gates
Bill Gates e Giuseppe Conte (Ansa)
Monopolizzata la raccolta fondi Ue per il vaccino, Mr Microsoft chiama il premier e gli detta il programma per il G20. Ignorando la democrazia e il ministro Roberto Speranza.Nando Pagnoncelli, su Corriere e La 7, pompa al 66% la fiducia nel presidente. Lilli Gruber arrotonda al 70%. Ma secondo tutti gli altri sondaggi, circa 6 italiani su 10 non sopportano più l'avvocato e il suo governo. Lo speciale contiene due articoli.Non bastava Giuseppe Conte in versione caudillo, che straccia la Costituzione con i Dpcm e trasforma le «domande frequenti» del sito di Palazzo Chigi in fonte di diritto. Adesso potremmo saltare dalla padella alla brace: il risultato di aver esautorato persino i suoi colleghi di governo, è che il premier si farà soffiare i pieni poteri sanitari da Bill Gates. Il quale è un filantropo disinteressato quanto Giuseppi è Winston Churchill.Ieri, Mr Microsoft e il presidente del Consiglio si sono parlati al telefono. Palazzo Chigi ha fatto sapere che «al centro del colloquio» c'è stata «la promozione della cooperazione globale nella lotta al coronavirus», sulla scorta della conferenza dei donatori che si terrà domani, al culmine di un'iniziativa europea per raccogliere almeno 7,5 miliardi da destinare alla ricerca. Sullo sfondo c'è anche il vaccino - disponibile, pare, a settembre - sviluppato da un'azienda di Pomezia insieme all'ateneo di Oxford. «Se funziona, lo finanzio», aveva promesso Gates, che su Twitter discute gli oltre 100 papabili candidati a fungere da farmaco immunizzante. Tra essi, figura quello ideato da una società di Castel Romano, che verrà testato da luglio allo Spallanzani e che, a differenza di quello approntato da Irbm e dagli oxoniensi, ha goduto di una sovvenzione governativa. La Reithera, che l'ha realizzato, secondo Dagospia è particolarmente gradita alla Regione di Nicola Zingaretti. Il vaccino della Irbm di Pomezia, invece, sarà distribuito in esclusiva da una multinazionale britannica e non da una ditta italiana. Roma non l'ha finanziato: il titolare, Piero di Lorenzo, lamenta la sordità di Cdp. Bill Gates, frattanto, sogna di somministrare il farmaco all'intero il pianeta nell'arco di 18 mesi. Perché senza vaccino non riavremo la «vita precedente». Ecco qual è la vera posta in gioco: la possibilità di dettare modi e tempi della ripartenza e di ridisegnare le politiche sanitarie del futuro. In fondo, cosa può volere il secondo uomo più ricco al mondo dopo Jeff Bezos? Non più soldi, quanto più potere.Peraltro, sugli arresti domiciliari fino a vaccino introdotto, Mr Microsoft la pensa esattamente come Conte. Se sia un'idea che i due hanno maturato indipendentemente, o se il «filantropo» abbia intortato Giuseppi, non è dato saperlo. Nella vicenda della telefonata, effettivamente, si registrano due grandi assenti. Il primo è Roberto Speranza: è il ministro della Salute, ci si aspettava avesse voce in capitolo sul destino del farmaco che dovrebbe salvarci. Il secondo è il meccanismo dei controlli democratici che andrebbero esercitati sulle iniziative di un privato cittadino straniero. Il quale, inopinatamente, prescrive via telefono al nostro premier un prontuario politico. Lo riferisce in chiaro proprio Palazzo Chigi, quando spiega che «il presidente Conte ha ribadito l'intenzione italiana di tenere ben in evidenza» il tema del contrasto alle pandemie e della ricerca sui vaccini «nell'agenda del G20 del 2021, di cui il nostro Paese assicurerà la presidenza». «Elemento», prosegue il comunicato, «fortemente sostenuto da Bill Gates». Naturalmente nell'interesse dei Paesi poveri, mica di sé stesso. Giuseppi e il fondatore di Microsoft si sono pertanto impegnati «a tenersi in stretto contatto nel corso delle prossime settimane». Capito? Un magnate americano alza la cornetta e si accerta che il presidente del Consiglio italiano sposi il suo programma politico-sanitario.D'altro canto, Gates è avvezzo ai cortocircuiti istituzionali - ovvero, a fregarsene del diritto dei cittadini di sapere cosa fa e chi gli dà il permesso di farlo. La sua fondazione copre d'oro le case farmaceutiche, spicca nella lista dei donatori dell'Oms e, intanto, Mr Microsoft ha monopolizzato pure il «patto europeo per i vaccini».Ieri, La Stampa ha pubblicato una lettera, siglata da Conte, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Ursula von der Leyen (capo dell'esecutivo Ue), Charles Michel (presidente del Consiglio europeo) ed Erna Solberg (primo ministro norvegese). L'iniziativa, Il mondo contro il Covid-19, serviva a lanciare la conferenza dei donatori di domani, che punta a mettere insieme almeno 7,5 miliardi di euro per la ricerca sul vaccino. Una «sfida globale», dice la Merkel. E guarda caso, chi citano i cari leader? «Sosteniamo l'Oms», si legge nel documento, «e siamo lieti di unire le forze con organizzazioni esperte come la fondazione Bill e Melinda Gates e il Wellcome Trust», l'altro colosso della beneficenza. Ora, non c'è dubbio che, per accelerare i tempi per la creazione del farmaco, occorra uno sforzo planetario. Che però sia necessaria un'unica regia, ovviamente in mano allo stesso Gates, non è mica pacifico. Merita, anzi, di essere discusso pubblicamente e in modo trasparente. Quanto alle ghiotte opportunità di guadagno, il magnate si schermisce: nessuno ci lucrerà, «sarà un bene comune». Cosa significhi non è chiaro. Nessuna casa farmaceutica depositerà il brevetto? Bene. Ma può succedere - è già successo - che una potenza straniera, come la Cina (con cui Gates è oltremodo benevolo), si appropri della formula. Liquidare simili preoccupazioni come «cospirazionismo» è peggio che convincersi che il coronavirus sia stato creato in vitro dal miliardario americano. Lo ringrazieremo se ci farà del bene. Ma la sua «potenza di fuoco» non ne giustifica lo strapotere.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/giuseppi-vuol-fare-il-caudillo-pero-lagenda-sanitaria-gliela-sta-dettando-bill-gates-2645906801.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-plebiscito-per-conte-e-una-bufala-esiste-soltanto-sui-media-di-cairo" data-post-id="2645906801" data-published-at="1588510883" data-use-pagination="False"> Il plebiscito per Conte è una bufala. Esiste soltanto sui media di Cairo Sogno, o sondaggio? In questi giorni di totale caos, con il governo protagonista di uno spettacolo indecoroso, fatto di messaggi contraddittori, ritardi nell'erogazione dei contributi alle famiglie e alle imprese, scuse, dietrofront, figuracce nazionali e internazionali, secondo alcuni luminari dei sondaggi, Giuseppe Conte godrebbe del gradimento del 70% degli italiani. Anzi, più che secondo alcuni, secondo uno: Nando Pagnoncelli, patron di Ipsos, guru dell'intenzione di voto, negli ultimi giorni ha sostanzialmente posizionato Giuseppi su un piedistallo. Il sondaggio pubblicato domenica scorsa, 26 aprile, sul Corriere della Sera, vedrebbe il ciuffo del premier svettare al 66% di gradimento da parte degli italiani (5 punti in più rispetto a marzo). Il buon Pagnoncelli, nei giorni successivi, è andato diffondendo il sondaggio in tv, e in particolare a La 7, emittente di Urbano Cairo, ormai diventata la Telekabul di Conte. Martedì scorso, a Di Martedì, Pagnoncelli ha coccolato affettuosamente Giovanni Floris e i suoi telespettatori, sciorinando i risultati del sondaggione della domenica precedente, quello con la fiducia in Conte al 66% e nel governo al 58%; due giorni dopo, a Otto e mezzo, Lilli Gruber ha arrotondato per eccesso e ha gratificato Conte con una fiducia al 70%. Un plebiscito che neanche Mubarak, negli anni d'oro, avrebbe riscosso al Cairo, nel senso della capitale dell'Egitto. Ma Cairo, inteso come Urbano, patron di Corriere e La 7, ormai ha indossato i panni del VisConte, e quindi non gli dispiace di certo che i suoi giornali e le sue tv facciano la ola al presidente del Consiglio. Quello che è poco «urbano», però, è propinare ai telespettatori solo e soltanto i sondaggi che dipingono un Conte a livelli di gradimento da vera e propria pop star, mentre basta uno sguardo ai social o una chiacchierata con amici, parenti e congiunti, per verificare che la maggioranza degli italiani non ne possono più del premier giallorosso e delle sue continue giravolte a reti unificate. Per renderci conto di quanto Conte, al contrario di quanto va proclamando Pagnoncelli, non goda affatto della fiducia della maggioranza degli italiani, vediamo i risultati degli altri sondaggi effettuati negli ultimi giorni. Ixè per Cartabianca (Rai 3) il 29 aprile assegna a Conte una fiducia del 60% degli italiani (6 punti in meno di Pagnoncelli, 10 in meno della affermazione della Gruber),e un 57% al governo nella sua interezza; Emg, per la Rai, il 28 aprile, ha chiesto agli italiani: «In questi mesi di chiusura il governo ha fatto abbastanza per preparare la fase 2?». Ha risposto «sì» solo il 28%, mentre la fiducia in Conte viene valutata appena al 42%, in calo di un punto rispetto alla settimana precedente; Tecnè per Quarta Repubblica (Rti) lo scorso 26 aprile, lo stesso giorno del sondaggio di Ipsos, ha chiesto un giudizio su come il premier sta gestendo l'emergenza coronavirus: le risposte positive sono state del 54%, 12 punti in meno della fiducia che nello stesso momento Pagnoncelli attribuiva a Conte. Molto articolato il sondaggio realizzato lo scorso 21 aprile da Winpoll per il Sole 24 Ore. Alla domanda: «Quali di questi personaggi politici ha apprezzato durante questa crisi?», solo il 35% ha risposto Conte (il presidente del Veneto, Luca Zaia, svetta con il 46%, superando anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al 32%). Alla domanda: «In caso di un governo di unità nazionale, secondo lei, chi dovrebbe essere il presidente del Consiglio?», il 37,6% risponde Giuseppi Conte, il 62,4% Mario Draghi. Alla domanda: «In generale, quanto è soddisfatto di come il governo sta gestendo l'emergenza sanitaria?», i soddisfatti sono appena il 44%. Il 23 aprile Monitor Italia, per l'agenzia Dire, ha misurato il gradimento verso il governo nel suo insieme: solo il 31,6% ha dichiarato di avere fiducia nell'esecutivo. Passiamo a Termometro politico, che il 21 aprile ha chiesto agli italiani: «Lei ha fiducia nel premier Giuseppe Conte?». Le risposte: sì, molta 21,9%; sì, abbastanza 20,7%; no, poca 11,5%; no per nulla 45,2%. Questi sondaggi sono tutti pubblicati sul sito sondaggipoliticoelettorali.it, curato dal Dipartimento informazione e editoria della presidenza del Consiglio dei ministri. Trattasi di numeri, freddi numeri, freddi come quelli di Ipsos, che però assegna a Conte, rispetto ai colleghi degli altri istituti, tra i 20 e i 30 punti in più di gradimento. Naturalmente, nessuno mette in dubbio la correttezza, la professionalità e l'esperienza di Pagnoncelli, che magari avrà telefonato, casualmente, a una serie di congiunti e affetti stabili del premier. Resta però il dubbio sul perché i media di Cairo non abbiano la voglia di mostrare ai lettori e ai telespettatori anche i sondaggi che fotografano una situazione completamente ribaltata, con la stragrande maggioranza degli italiani che non hanno fiducia né in Conte e tanto meno nel governo da lui guidato. Sarebbe un modo assai più urbano di fotografare la realtà.
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)