2024-10-19
Giudici pronti da mesi alla trincea per sabotare il patto con Tirana
Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica (Imagoeconomica)
La corrente progressista: «Decideremo noi i Paesi sicuri». Giorgia Meloni: «Risolverà il cdm».Fatto il decreto, erano già pronte le contromosse. Parte della magistratura, quella di sinistra nello specifico, è dall’8 maggio 2024 che si organizza per boicottare l’accordo che il governo Meloni ha chiuso con l’Albania per le procedure di frontiera accelerate. Il giorno successivo alla pubblicazione del decreto ministeriale 7 maggio 2024, con il quale è stato allargato l’elenco dei Paesi sicuri a nuovi Paesi come Bangladesh, Perù, Colombia, Sri Lanka Camerun ed Egitto, Magistratura democratica, tramite il suo presidente, Silvia Albano, diffondeva una nota in cui si spiegava: «Forse la necessità del così ampio allargamento deriva dall’esigenza di attuare il protocollo con l’Albania, posto che potrebbero essere lì trattenuti solo i richiedenti asilo provenienti da Paesi di origine sicura». Insomma come correre ai ripari? Semplice: «Il decreto ministeriale è fonte normativa secondaria e deve rispettare tanto le fonti sovraordinate, come la Costituzione e la normativa della Ue, quanto la legge ordinaria» e quindi: «I giudici dovranno verificare se il Paese designato come sicuro con decreto ministeriale, possa essere effettivamente considerato tale in base a quanto stabilito dalla legge».Furiosa la reazione di Giorgia Meloni: «Lunedì ho convocato un Consiglio dei ministri per approvare delle norme che servono a superare questo ostacolo, perché io non credo che sia una competenza della magistratura stabilire quali sono i Paesi sicuri e quali no. Questa è una competenza del governo, e quindi forse il governo deve chiarire meglio che cosa si intende per Paese sicuro». La dottoressa Albano, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, dice di prevedere una pioggia di ricorsi. «Così com’è il protocollo Italia-Albania non è applicabile. Serve una legge di ratifica», sostiene. Il Parlamento però non vedrà passare il decreto in aula. «Non passerà per le Camere», spiegò il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani circa un anno fa, «C’è già un accordo internazionale che regola la materia. Questo è un trattato di collaborazione rafforzata sull’immigrazione che è già previsto dagli accordi sottoscritti dai due Paesi nel 1995 e nel 2017». Tuttavia, sono diversi i punti critici secondo il giudice Albano. «Come il diritto del richiedente asilo a rimanere nello Stato membro durante l’esame della domanda, la competenza delle questure e dell’ufficio di polizia di frontiera a ricevere le domande, l’insediamento delle commissioni territoriali per l’asilo presso le prefetture, l’applicabilità delle procedure di frontiera solo per domande proposte in frontiera e nelle zone di transito e l’Albania non può considerarsi tale. E poi c’è il problema della competenza dei giudici delle sezioni specializzate. La legge prevede che sia il giudice del luogo dove il richiedente asilo è trattenuto e in questo caso il giudice del luogo non c’è. Ovviamente se il trattenimento non viene convalidato entro 48 ore il migrante deve essere riportato in Italia». E poi aggiunge: «In teoria, visto che eventuali ricorsi sarebbero presentati contro il ministero dell’Interno in merito al diritto ad entrare su territorio italiano, il foro erariale competente sarebbe quello di Roma».I giudici si sono già opposti contro il decreto Cutro. I risultati, sono sotto gli occhi di tutti. Come già scritto da Fabio Amendolara sulla Verità, quasi tutti i migranti di cui le toghe siciliane bloccano i «trattenimenti» previsti dal decreto Cutro chiedono asilo che però nel 99% dei casi non viene concesso. Gli sbarchi calano, gli ultimi dati diffusi dicono del 64% sul 2023 e del 30% sul 2022, ma allo stesso tempo esplodono gli stop delle toghe in Sicilia ai «trattenimenti alla frontiera» previsti dal decreto Cutro. In buona sostanza, oltre l’85% dei tentativi di rimandare indietro gli irregolari viene impedito dalla magistratura, quando negli anni precedenti le percentuali si erano attestate sempre tra il 42 e il 45 per cento.
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)