2025-11-09
Minorenni stranieri aggrediscono autista: «A Tunisi ti avremmo tagliato la testa»
L’episodio è avvenuto a Lucca: la donna alla guida del bus è stata malmenata da baby ubriachi: «Temo la vendetta di quelle belve».Città sempre più in balia delle bande di stranieri. È la cronaca delle ultime ore a confermare quello che ormai è sotto gli occhi di tutti: non sono solamente le grandi metropoli a dover fare i conti con l’ondata di insicurezza provocata da maranza e soci. Il terrore causato dalle bande di giovanissimi delinquenti di origine straniera ormai è di casa anche nei centri medio-piccoli.Quanto accaduto a Lucca ne è un esempio: due minorenni di origine straniera hanno aggredito la conducente di un autobus di linea di Autolinee toscane. I due malviventi sono sì naturalizzati italiani ma in passato erano già diventati tristemente noti per essere stati fermati come autori di un accoltellamento sempre nella città toscana. Mica male come spottone per la politica di accoglienza sfrenata propagandata a destra e a manca da certa sinistra.Questa volta i due giovanissimi, dopo aver cercato di salire sul mezzo pubblico con in mano due bottiglie di vino aperte, dalle quali bevevano (è importante assumere liquidi a ogni età, prima regola del manuale per l’integrazione perfetta), hanno battibeccato con la conducente del mezzo pubblico che, ovviamente, ha chiesto loro di scendere perché non è che si può salire a bordo di un pullman mentre ci si sbronza. I due baby delinquenti hanno incominciato a insultarla: l’autista ha tenuto il punto ed è riuscita a farli scendere, chiudendo le porte del mezzo. Un lieto fine solo apparente: i due minorenni hanno preso dei sassi e hanno sfondato la porta anteriore dell’autobus, aggredendo poi la donna al volante del mezzo che si è salvata grazie alla cabina blindata che protegge il posto di guida.Quando gli uomini delle Volanti sono intervenuti, allertati dalla stessa autista, i ragazzi le stavano ancora tirando i capelli. «Ho paura, temo la vendetta di quelle due belve feroci. Ho visto la morte in faccia», ha commentato la vittima, 47 anni, alla Nazione, «sul bus non c’era nessuno, in un attimo quei due sono diventati due furie e sono precipitata all’inferno. Mi hanno detto di tutto, persino che se fossimo stati in Tunisia mi avrebbero già tagliato la testa». Poi, dopo averli fatti scendere, si sono ripresentati con i sassi per l’assalto finale. «Sono riusciti a infilare le mani nella cabina blindata e a tirarmi per i capelli, volevano tirarmi fuori». La donna è finita in ospedale con una prognosi di 10 giorni mentre i due ragazzi dovranno rispondere di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, lesioni e interruzione di pubblico servizio. Inoltre, è arrivato per loro un doppio daspo urbano che impedisce loro l’accesso e lo stazionamento nei pressi del capolinea dei bus per un anno. In caso contrario, scatta la denuncia, che prevede la condanna all’arresto da sei mesi a un anno.Panico pur a Ravenna. A farne le spese è stato, ancora una volta il minorenne accoltellato lo scorso luglio nel centro della città perché era intervenuto a difesa della sorella durante una lite in strada. Il ragazzo, stavolta, è stato colto di sorpresa da un gruppo di coetanei (tutti minorenni) all’interno di un parco pubblico, dove il baby commando stava aspettando il passaggio della vittima nascosto dietro a una siepe. Quando il giovane è passato, sono usciti allo scoperto: tra loro c’era lo stesso minorenne (15 anni) rumeno che a luglio aveva aggredito la sorella. Il giovane, secondo la ricostruzione dell’episodio data dal padre al Resto del Carlino, è stato inseguito, colpito alla spalla e infine minacciato con un coltello. Ma il gruppo non si è «accontentato» di questo: un tunisino avrebbe raggiunto la madre della vittima minacciando di «farli fuori» tutti. La scena si è svolta sotto gli occhi di numerosi testimoni, che hanno subito chiamato le forze dell’ordine. I giovani stranieri sono stati denunciati per minaccia aggravata. «Viviamo sotto assedio, ci dicono che è solo una percezione, ma noi viviamo una situazione di insicurezza reale», ha commentato il padre al quotidiano, «per questo chiediamo l’arrivo dell’esercito».Non poteva mancare, ovviamente, Milano in questa galleria horror dei risultati nefasti delle porte aperte senza se e senza ma. Nella città governata da Beppe Sala, cinque cittadini peruviani e un venezuelano, di età compresa tra i 19 e i 23 anni, sono finiti in carcere perché ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso. L’episodio incriminato è avvenuto alla fine dello scorso anno: secondo quanto appurato dalle indagini, i sei giovani avrebbero adescato online un minorenne: a farlo cadere nella trappola sarebbe stata una delle ragazze del gruppo, attraverso una piattaforma social. La vittima, arrivato al luogo dell’appuntamento in un parco della periferia di Milano, invece della ragazza si è trovato di fronte il branco. Dopo averlo circondato, lo hanno immobilizzato e picchiato con calci e pugni, utilizzando pure, nella loro furia, anche un bidone della pattumiera e delle bottiglie. Il minorenne, 17 anni, a un certo punto è stato colpito alla testa ed è svenuto. A questo punto i giovani malviventi hanno approfittato della situazione per portargli via telefono cellulare, portafoglio e una collana d’argento.A Carrara, infine, in frazione Avenza, uno straniero ha dato di matto alla fermata dell’autobus: a petto nudo e brandendo una spranga ha incominciato a minacciare automobilisti e passanti. Poi si è calmato e si è allontanato. Un raptus dettato dall’alcol, visto che alcuni testimoni lo avevano visto ubriacarsi di birra fino a pochi istanti prima.
Alfredo Mantovano (Imagoeconomica)
Ranieri Guerra (Imagoeconomica). Nel riquadro, Cristiana Salvi