2025-08-29
Gimbe arruola pure l’infermiera influencer
Martina Benedetti, in prima linea contro le «bufale» dei presunti no vax, compare tra i collaboratori scientifici.Quella sensazione di armonia, di ordine, che ti attraversa quando tutto torna, quando i puntini si uniscono e il quadro si completa. È il genere di effetto che fa visitare il sito Web della fondazione Gimbe, la realtà guidata dal gastroenterologo Nino Cartabellotta che tanti preziosi consigli ha dispensato durante la pandemia e tanti, ancora oggi, continua generosamente a profondere, e scoprire che cotanto ente di ricerca si avvale di un «consigliere scientifico» di primissimo ordine: Martina Benedetti. Sì, proprio l’infermiera influencer che ha vinto la propria guerra con l’anonimato in tempo di Covid, grazie al celebre autoscatto di fine turno in cui esibiva i segni della mascherina sul volto. Da lì, battezzata infermiera «simbolo della lotta alla pandemia», come l’ha definita La Stampa nell’ultima intervista rilasciata nei giorni scorsi. Quella in cui si vanta di aver cercato di «salvare la vita ai no vax», o almeno così scrive il titolista, come se ci fosse particolare merito nel gesto e non fosse, per quanto intrinsecamente nobile, solo il suo lavoro. Dalla fotografia virale ne ha fatta di strada, l’infermiera: oggi oltre ai corridoi di ospedale frequenta anche palchi politici, conferenze e studi televisivi, dove combatte la sua battaglia contro la disinformazione, condensata in Salvarsi da bufale e fake news, il suo libro (che fantasia!) pubblicato da Nutrimenti.L’influencer è frustrata perché, secondo lei, nulla abbiamo imparato da quella stagione orribile. «Siamo in un periodo di grande instabilità ed è facile fare leva sulle paure delle persone. Basti guardare agli Stati Uniti, con il segretario alla Salute, Robert Kennedy Jr., che anziché fare campagna per far la prevenzione al morbillo si batte contro il vaccino», lamenta sul foglio torinese. Ma infatti: non affidiamoci a Jay Bhattacharya, luminare di Stanford nominato da Kennedy direttore dei National institutes of health; né a Martin Kulldorff, ex professore di Harvard, o a Sunetra Gupta, titolare della cattedra di epidemiologia dell’Università di Oxford; né tanto meno a John Ioannidis, epidemiologo con h-index di 201, secondo Scopus. No, ascoltiamo Nino Cartabellotta e la sua fondazione Gimbe, che si avvale di esperti come Martina Benedetti. L’infermiera influencer che fa opera di divulgazione per combattere le fake news. Ossia sbugiarda quello che sostengono alcuni tra i più grandi esperti mondiali in materia. Ma la giovane in Gimbe si unisce a una squadra davvero di alto profilo. Del comitato scientifico, diretto dallo stesso gastroenterologo, ben sei non sono medici e uno è un dentista. Dei laureati in medicina, nessuno vanta h-index significativi: fattore poco rilevante finché si tratta di valutare un medico dal punto di vista operativo ma che, per una fondazione orientata alla ricerca, qualcosina vorrà pur dire (quantomeno nel fatato mondo delle competenze e de LaScienza, tutto attaccato). Se li sommi tutti, non si avvicinano nemmeno alla metà dell’h-index di Ionnadis: eppure, questi si sono permessi di mettere in dubbio la credibilità di simili scienziati. Questi erano quelli che ci toccava ascoltare quotidianamente in pandemia mentre sproloquiavano su tutto. Questi sono quelli che, ancora oggi, stanno in piedi anche grazie ai (nostri) soldi che ricevono in virtù dei «servizi» (così li ha chiamati Cartabellotta) venduti alle Regioni. Quanti ne daranno invece all’infermeria influencer, «collaboratrice scientifica», per le sue preziose consulenze? In attesa di una risposta, la ricordiamo con un post su Facebook del 6 gennaio 2022, quando piangeva per il basso importo della multa di 100 euro comminata ai no vax con più di 50 anni: «Il prezzo della nostra salute», commentava indignata: «Delle nostre vite. Dei sacrifici che facciamo da due anni, soprattutto noi operatori sanitari». E alla fine concludeva: «Mi auguro che i danni alla nostra serenità psicofisica perduta, un giorno, tornino indietro 100 volte tanto. Karma». Già, sta benissimo col motivetto di Cartabellotta di poche settimane prima: «Per il cugino che non ha fatto il vaccino, solo un tramezzino nello stanzino». Ma quanto è bella LaScienza! Eppure, non si può dire che tanta indignazione non abbia fruttato: follower (sul profilo Instagram c’è addirittura un post contro i «negazionisti della crema solare», non è uno scherzo), collaborazioni con testate giornalistiche, un libro pubblicato, inviti in televisione e su palchi politici, e perfino l’ingresso nella prestigiosa fondazione Gimbe. Forse tra poco non avrà nemmeno più bisogno di solcare i corridoi dei nosocomi ed essere costretta a curare perfino i brutti no vax. E ritroverà, così, la «serenità psicofisica perduta».
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