2023-04-19
François Gervais: «La temperatura aumenta, ma non c’è da preoccuparsi»
Nel riquadro, François Gervais (IStock)
Il fisico dell’Università di Tours: «Da qui al 2050 si alzerà di 0,2 gradi. Sul clima c’è disinformazione. E l’anidride carbonica non lo influenza». Il professore emerito al Mit Richard Lindzen: «La CO2 non è inquinante ed è fondamentale per la vita».Lo speciale contiene due articoli.Il Guardian titolava nel 2004 così: «Le principali città europee saranno sommerse dall’innalzamento dei mari, mentre la Gran Bretagna sprofonderà in un clima siberiano entro il 2020». Abbiamo intervistato il professor François Gervais, fisico e professore emerito presso l’Università di Tours, specializzato in termofisica, emissività termica, effetto serra della CO2. Uno scienziato che può vantare 286 pubblicazioni, di cui 243 in riviste internazionali peer-reviewed.Professore, qual è la percentuale di CO2 rilasciata dalle attività umane e, nello specifico, dall’Italia? «Le emissioni dell’Italia ammontano a circa l’1% di quelle mondiali. I principali emettitori sono la Cina, seguita da Usa, India e Russia». Terra e oceani che influenza hanno sulla CO2? «Perfino secondo l’Ipcc (intergovernmental panel on climate change, l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa della valutazione scientifica dei cambiamenti climatici, ndr) la terra e gli oceani hanno assorbito una percentuale quasi costante (globalmente circa il 56% all’anno) delle emissioni di CO2 derivanti dalle attività umane negli ultimi sei decenni. Cosicché, solo il 44% delle emissioni antropogeniche rimane nell’atmosfera, come confermato dalle misurazioni dirette dell’Osservatorio di Mauna Loa». L’Italia quanto contribuisce a questo aumento di CO2, a livello annuo? «Per quanto riguarda il vostro Paese, l’aumento annuo dovuto alle attività umane è dello 0,005%». Come è stata influenzata, dai lockdown mondiali, la concentrazione di CO2? Durante le chiusure, c’è stata una riduzione notevole delle attività umane, dal traffico alla produzione industriale. «La concentrazione di CO2 nell’atmosfera, misurata dall’osservatorio di Mauna Loa, mostra un aumento continuo e ininterrotto».La variazione della temperatura globale è correlata alla concentrazione aggiuntiva di CO2 (che è aumentata dallo 0,03% allo 0,04% in volume) dall’inizio dell’era industriale? «L’impatto effettivo rimane molto controverso». Eppure la temperatura è aumentata da inizio secolo. «La temperatura media della Terra misurata dalle stazioni meteorologiche, e poi dai satelliti a partire dal 1979, è effettivamente aumentata di 0,6 gradi centigradi dal 1910 al 1945, ma la concentrazione di CO2 e il suo aumento erano troppo bassi per spiegarlo». E dopo il 1945, che cosa è successo? «Dopo il 1945, con l’accelerazione delle emissioni, l’aumento è stato di 0,4 gradi centigradi, ovvero 0,05 gradi centigradi per decennio, e la CO2 ha avuto un ruolo minore».Ancora una volta le chiedo una proiezione sull’Italia. «Fino al 2050, questo tasso estrapolato darebbe +0,2 gradi centigradi per il mondo, di cui 0,002 gradi centigradi per “responsabilità” dell’Italia».C’è da preoccuparsi? «La differenza di temperatura media tra Oslo e Singapore è di 22 gradi centigradi: con un aumento di 0,2 gradi fino al 2050 cambierebbe qualcosa di significativo per il benessere e la prosperità degli abitanti di queste due città? Non credo».Da cosa dipende il resto delle emissioni di CO2? Forse dagli oceani? «Negli oceani c’è una quantità di CO2 che è sessanta volte superiore a quella presente nell’atmosfera. La sua solubilità diminuisce con l’aumentare della temperatura. L’aumento di un grado misurato dall’inizio del XIX secolo, in parte per cause naturali, potrebbe aver contribuito a un certo rilascio di CO2». E i vulcani, sono anche loro responsabili? «Anche i vulcani svolgono un ruolo, ma in misura minore. Se gli aerosol emessi raggiungono la stratosfera, possono avere un effetto di raffreddamento momentaneo».Per concludere, le faccio la domanda che chiunque si pone: il sistema climatico terrestre è controllato in modo assoluto dalle emissioni di CO2? «Assolutamente no». Da cosa è influenzato, allora? «Esistono componenti naturali come l’oscillazione climatica multidecennale del Nord Atlantico, l’oscillazione decennale del Pacifico e l’oscillazione meridionale chiamata El Niño, tutte osservate al giorno d’oggi. L’ultima piccola era glaciale o minimo di Maunder, legata alla mancanza di macchie solari, è stata osservata dal 1660 al 1700».Nel 2021 si è registrato il semestre invernale più freddo dall’inizio delle registrazioni e la temperatura dell’anno scorso è stata di 0,4°C più fredda della media degli ultimi 30 anni. Inoltre, il Polo ha registrato ben sette nuovi minimi giornalieri di temperatura. Sono dati corretti? «La definizione di clima è più ampia, la temperatura della Terra va calcolata sulla media degli ultimi 30 anni. Le fluttuazioni meteorologiche locali, legate essenzialmente alla variazione della direzione dei venti, a loro volta legate alle differenze di pressione atmosferica misurate da un barometro, contribuiscono ovviamente alle statistiche del clima nell’arco di 30 anni, ma non devono essere confuse con il clima». Che succede al continente Antartico? «Il continente Antartico, che lei cita, è molto interessante poiché vi si trova il 90% del ghiaccio mondiale. La sua temperatura, nonostante le fluttuazioni meteorologiche, è rimasta costante dall’inizio delle misurazioni satellitari nel 1979». Qual è la base, la prova scientifica, che il clima sta cambiando a causa delle attività umane? «Lo spettro di emissione termica nell’infrarosso della CO2 atmosferica misurato in prossimità della tropopausa è l’unica metrica in grado di rispondere quantitativamente alla domanda. La risposta è circa 0,7 gradi in caso di raddoppio della CO2. Al ritmo attuale di aumento, il raddoppio difficilmente sarà raggiunto nel corso di questo secolo». Al Gore nel 2006 disse che «il Polo Nord sarà libero dai ghiacci in estate entro il 2013 a causa del riscaldamento globale causato dall’uomo». Cosa pensa di notizie o prese di posizione come queste? «Che illustrano l’assurda disinformazione sul clima, e non voglio commentarle». Ultima domanda: a cosa serve la CO2? «È essenziale e insostituibile per la crescita della vegetazione in generale e delle piante nutritive in particolare. Del 56% delle emissioni di CO2 che non rimangono nell’atmosfera, il 33% ha arricchito la vegetazione con un aumento della biomassa del 24% negli ultimi 33 anni».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/gervais-cambiamento-climatico-2659878336.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="piu-del-clima-che-cambia-il-disastro-sono-le-politiche-per-ridurre-la-co2" data-post-id="2659878336" data-published-at="1681893969" data-use-pagination="False"> «Più del clima che cambia, il disastro sono le politiche per ridurre la CO2» Richard Lindzen Negli ultimi cinquant’anni le previsioni dei modelli climatici sul riscaldamento globale e sui suoi terribili effetti sono state tutte sbagliate. Migliaia di scienziati autorevoli non sono d’accordo con la teoria del cambiamento climatico; tant’è che più di 1.500 sono i firmatari di Clintel (Climate intelligence), la fondazione indipendente che smonta scientificamente punto per punto questa teoria, considerata approssimativa. Tra i firmatari c’è anche il premio Nobel per la Fisica, Ivar Giaever. Eppure, ci sono molti che sostengono la teoria del cambiamento climatico. Ma perché? Abbiamo girato la domanda a Richard Lindzen, professore emerito al Mit (Massachusetts institute of technology), tra le sue cattedre anche quella all’Università di Harvard e all’Università di Chicago. Attualmente membro dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti. Perché molti ricercatori sostengono la teoria del cambiamento climatico legato alla CO2? «Nel 1988 questo era un campo molto piccolo e il riscaldamento globale non era considerato un problema serio. Tuttavia, da allora, c’è stato un immenso aumento dei finanziamenti governativi e questo aumento è stato accompagnato dall’insistenza su una particolare “teoria del cambiamento climatico”». Le emissioni di CO2 sono inquinanti? «Certo che no. La CO2 è essenziale per la vita. Per la maggior parte della storia della vita sulla Terra, i livelli di CO2 sono stati molto più alti di quelli attuali. Inoltre, se il livello di CO2 fosse ridotto a circa 160 ppmv (parti per milione in volume, ndr), tutta la vita avanzata sulla Terra morirebbe perché la vita vegetale finirebbe e, di conseguenza, ci sarebbe la fine della vita animale per fame». Durante i lockdown iniziati nel 2020 (quando si sono ridotte notevolmente le attività umane, dal traffico alle produzioni industriali), la concentrazione di CO2 è diminuita? «No». Il sistema climatico terrestre è controllato dalle emissioni di CO2? «Ovviamente no. Come mostra la classificazione di Koppen, il clima della Terra è costituito da decine di regimi diversi». La temperatura media globale è aumentata di 1,1°C dal 1850 a oggi. E dovrebbe continuare ad aumentare, indipendentemente dalle attività umane, fino a 1,6 gradi centigradi da qui al 2050. Quali sono gli impatti sulla Terra? «Gli impatti finora sono minimi, e rimarrebbero tali anche con un aumento fino a 1,6 gradi». Cosa ne pensa di notizie come questa: l’Associated press, nel 1989, lanciò l’allarme secondo cui «intere nazioni potrebbero essere cancellate dalla faccia della terra dall’innalzamento del livello del mare entro il 2000». «Si tratta di affermazioni ovviamente sbagliate». L’inquinamento è un argomento molto serio. Molte persone confondono il concetto di «inquinamento» con quello di «cambiamento climatico», tirando in mezzo depuratori che non funzionano, acque reflue non trattate che finiscono in mare. «Esatto. Ci sono molti problemi più gravi del presunto cambiamento climatico. Tra questi, aggiungo i gravi problemi derivanti dalle politiche di riduzione della CO2». Cosa intende esattamente? «La povertà, la fame, l’assistenza medica, un’adeguata sanificazione e il controllo dell’inquinamento meritano più attenzione». Come bisognerebbe affrontare, allora, questo argomento? «Dal punto di vista scientifico, sarebbe interessante discutere su quello che è realmente coinvolto nel cambiamento climatico. Perché la CO2 non è un fattore importante».
Jose Mourinho (Getty Images)