2023-09-27
Sant’Egidio chiama, Berlino dice «Ja». Sulla comunità piovono euro tedeschi
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz al meeting internazionale della Comunità di Sant'Egidio (Getty Images)
Il regalino di Olaf Scholz non è un caso isolato: la Germania ha un legame privilegiato con l’associazione almeno dai tempi di Helmut Kohl. Che si traduce in incontri ai massimi livelli, ma anche in ricche donazioni.Una bella storia d’amicizia che va avanti da anni. Di amicizia, di stima e anche di quattrini. Fra la Germania e la Comunità di Sant’Egidio i rapporti sono stretti. A parte i 420.000 euro appena ottenuti «una tantum» e per «l’integrazione dei migranti giunti regolarmente in Italia», come ha tenuto sottolineare il presidente della cosiddetta Onu di Trastevere, Marco Impagliazzo, lo Stato tedesco finanzia da tempo le attività di Sant’Egidio e lo stesso fa la Chiesa cattolica locale. Un rapporto che non ha mai suscitato particolari discussioni, se non fosse che adesso la Germania è entrata in rotta di collisione con l’Italia sulla gestione dell’immigrazione clandestina e ha anche ammesso di finanziare Ong che, di fatto, la facilitano e la tutelano. Sant’Egidio, va detto, non è un’organizzazione non governativa e, anzi, è essa stessa un mezzo governo. La comunità fondata da Andrea Riccardi e da monsignor Vincenzo Paglia ha lo status di soggetto di diritto internazionale e opera come soggetto diplomatico in molte parti del mondo, promuovendo accordi di pace. Giuridicamente è una Onlus e un’associazione di promozione sociale iscritta all’apposito registro Aps, con tanto di partita Iva e codice fiscale, che le conferisce una serie di privilegi fiscali e le consente di ricevere le donazioni del 5x1000. Ma non sono gli unici contributi che arrivano ogni anno a Sant’Egidio, che sulla base del bilancio sociale 2021 ha incassato 14,4 milioni di contributi su progetti e 700.000 euro da contratti con enti pubblici italiani. Venerdì scorso, mentre saliva la tensione tra Roma e Berlino sui migranti, fonti della Comunità trasteverina dichiaravano alle agenzie che «nell’ambito di un rapporto che esiste da tanti anni con lo Stato tedesco, è stato firmato un nuovo accordo che servirà a sostenere i nostri progetti di accoglienza e integrazione dei migranti già arrivati sul territorio italiano, non per salvataggio in mare». Insomma, si era provato a fare i pompieri. Poi, ieri, Impagliazzo è uscito allo scoperto con Repubblica, dopo lo «stupore» espresso da Giorgia Meloni per i soldi tedeschi a Sos Humanity. Al giornale della Gedi, il capo di Sant’Egidio ha raccontato: «Il governo tedesco ci ha dato 420.000: si tratta di uno stanziamento una tantum. In questo sistema sono inserite alcune migliaia di persone». Poi, ha aggiunto che Sant’Egidio incassa contributi anche dal governo italiano, che in sostanza gira fondi europei del progetto Fami per l’integrazione, specialmente scolastica. Come per tutte le Onlus, non è certo facile avere accesso ai conti. Sant’Egidio è comunque tra le più trasparenti e si è fatta «certificare» da Ernst&Young. L’ultimo rendiconto consultabile è quello del 2020, dove in una tabella si possono leggere i nomi dei donatori con i relativi importi, compresi quelli promessi e non ancora versati. Per esempio, si trova il ministero degli Esteri tedesco con 20.907 euro che avanzano dal 2016 per «peace keeping», accanto al governo del Belgio con 75.000 euro e al Viminale con 138.000 euro per il 2020 e 375.718 euro di residui 2019. I fondi italiani sono indicati come Fami-Ue. Tra i finanziatori della Comunità italiana ci sono poi le diocesi tedesche di Colonia (203.720 euro), Munster (80.000), Stoccarda (25.000) e Monaco (77.310), in gran parte per l’accoglienza dei migranti a Lesbo, in Grecia. Sempre dalla Germania, sono arrivati a Trastevere oltre 320.000 euro nell’ambito di un progetto internazionale della Chiesa tedesca a favore dei bambini poveri in Africa. Mentre altri 50.000 euro sono stati girati direttamente dall’Unione europea a Sant’Egidio per la gestione dei «corridoi umanitari». Rintracciare tutti i contributi del passato è complicato, ma dagli archivi spunta una donazione del governo tedesco da 240.000 euro per l’anno 2008 con causale «soluzione dei conflitti in Africa». L’amore sull’asse Berlino-Trastevere è sbocciato oltre trent’anni fa, ai tempi di Helmut Kohl e quando in sella c’era ancora Giulio Andreotti, storico protettore della Comunità, e si è rafforzato ulteriormente con il cancellierato di Angela Merkel. Nel 2015, la cancelliera di ferro, in visita a Roma, si recò personalmente nella sede di Sant’Egidio per ringraziare la comunità del suo impegno. E due anni dopo, Andrea Riccardi ha ricambiato la visita alla Merkel in Germania. Nel giugno 2021, lo stesso Riccardi ha ricevuto l’Ordine al merito della Repubblica federale «per meriti particolari» e in quell’occasione, all’ambasciata di Roma, ha lanciato il suo appello: «Abbiamo bisogno di più Germania e di più Europa per fare avanzare il dialogo e la pace, una civiltà che vorremmo sempre più ecumenica». Mentre è notizia di due settimane fa l’incontro internazionale «Audacia della pace», promosso proprio a Berlino da Sant’Egidio in collaborazione con la Chiesa cattolica e con quella evangelica tedesche. Un appuntamento alla cui inaugurazione non ha mancato il presidente Frank Walter Steinmeier, altro grande estimatore dell’organizzazione italiana. Mentre il 12 settembre Marco Impagliazzo e il cancelliere Olaf Scholz hanno discusso in pubblico di pace e Ucraina, dopo la lettura di un messaggio di papa Francesco. Parafrasando Lucio Battisti, come può uno scoglio arginare Sant’Egidio.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.