2025-08-14
C’è il piano per l’invasione di Gaza. Hamas adesso ha fretta di trattare
Carri armati israeliani al confine con Gaza (Ansa)
Negoziati al Cairo: l’organizzazione islamista sarebbe pronta a un parziale disarmo in cambio della propria sopravvivenza politica. Il Sud Sudan puntualizza: «Nessuna intesa per far venire qui gli abitanti della Striscia».Al via la quattordicesima operazione di evacuazione sanitaria, ieri portati qui 31 bambini e 86 accompagnatori. In totale già soccorse da Roma 580 persone.Lo speciale contiene due articoli.Il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), il generale Eyal Zamir, ha approvato le linee guida della nuova offensiva terrestre, volta alla presa di Gaza City. Lo hanno reso noto le stesse Idf, precisando che il «concetto strategico principale del piano operativo a Gaza» è stato discusso ieri mattina in un incontro del General staff forum, alla presenza di alti ufficiali e rappresentanti dello Shin Bet. Secondo fonti militari il documento stabilisce i prossimi passi nella Striscia, in linea con le direttive del governo, puntando a un’azione decisiva contro Hamas nella sua roccaforte principale. Le Idf hanno precisato che, pur non essendo imminente l’avvio dell’operazione, Zamir ha sottolineato la necessità di aumentare il livello di prontezza delle unità, intensificando l’addestramento e richiamando riservisti, ma concedendo anche momenti di recupero in vista di missioni future. Parallelamente, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele consentirà ai palestinesi di lasciare la Striscia di Gaza, mentre l’esercito amplia il raggio dell’offensiva. «Non li stiamo spingendo via, ma permettendo loro di partire», ha spiegato a i24News, precisando che la priorità è offrire la possibilità di abbandonare le aree di combattimento e, se lo desiderano, il territorio nella sua interezza. Netanyahu ha confermato che saranno consentiti sia spostamenti interni durante le operazioni, sia l’uscita dalla Striscia.Le parole del premier israeliano si inseriscono in un contesto di polemiche internazionali alimentate da un’inchiesta dell’Associated Press (Ap), secondo cui Israele starebbe valutando un accordo con il Sud Sudan per trasferire parte della popolazione palestinese di Gaza in quel Paese africano. Il ministero degli Esteri di Juba ha smentito, con una nota ufficiale, qualsiasi negoziato in tal senso, definendo le notizie «prive di fondamento» e invitando i media «a verificare le informazioni attraverso i canali istituzionali». Secondo la ricostruzione di Ap, l’iniziativa rientrerebbe in un più ampio progetto per favorire una migrazione di massa da Gaza, in linea con una visione già sostenuta da Donald Trump. Sul fronte diplomatico, ieri una delegazione di Hamas, capitanata da uno dei suoi leader, Khalil Al Hayya, è giunta al Cairo per colloqui indiretti con Israele su invito delle autorità egiziane. Secondo il quotidiano israeliano Ynet, l’Egitto ha presentato una nuova proposta per un accordo complessivo che includerebbe il rilascio simultaneo di tutti gli ostaggi, la cessazione delle ostilità, la smilitarizzazione di Gaza - dove ieri le Idf e lo Shin Bet hanno ucciso Abdullah Saeed Abd Al Baqin, vicecomandante di una compagnia Nukhba, coinvolto nel rapimento di Ron Sherman, Nik Beizer e Tamir Nimrodi - e l’esilio di alcuni dirigenti del movimento jihadista. Sempre ieri l'Idf, ha eliminato a Khan Yunis anche Muhammad Abu Shamala, vice comandante della Jihad Islamica, che si occupava del settore armamenti.Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdel Aaty, ha confermato che il piano rientra nell’iniziativa congiunta con Qatar e Stati Uniti per una tregua di 60 giorni finalizzata a riaprire la strada a un negoziato politico. Un funzionario arabo coinvolto nei colloqui ha spiegato a Ynet che l’arrivo di Hamas al Cairo è stato accelerato dalla minaccia israeliana di entrare a Gaza City. Secondo la stessa fonte, «il movimento è disposto a discutere un disarmo parziale in cambio di garanzie internazionali sulla propria sopravvivenza politica», definendo il clima «di cauto ottimismo». Ma tali garanzie sono impossibili anche solo da ipotizzare: fin dall’8 ottobre 2023 Israele ha ribadito l’obiettivo di distruggere Hamas, eliminare tutti i suoi leader a Gaza e all’estero e mantenere una presenza permanente nella Striscia, creando una fascia di sicurezza per impedire il ripetersi di un nuovo 7 ottobre. La posizione di chiusura del governo israeliano trova conferma nelle parole del ministro degli Esteri, Gideon Saar, che durante un briefing a Gerusalemme con giornalisti statunitensi ha escluso categoricamente l’ipotesi di uno Stato palestinese. «Uno Stato palestinese nel cuore della terra di Israele sarebbe la soluzione per chi vuole distruggerci. Non permetteremo che accada», ha affermato per poi invitare i Paesi favorevoli a questa prospettiva a «realizzarla nei propri territori, se lo desiderano». Saar ha aggiunto che un’entità palestinese entro i confini del 1967, con capitale a Gerusalemme Est, «metterebbe in grave pericolo i centri abitati israeliani e costringerebbe Israele a confini indifendibili». Sul fronte umanitario l’Italia ha completato ieri la più ampia missione di evacuazione finora realizzata dalla Striscia di Gaza. Il premier Giorgia Meloni, che ha seguito personalmente la missione, ha ribadito l’impegno del governo a proseguire le operazioni di soccorso, in coordinamento con partner internazionali.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/gaza-invasione-2673883397.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="altri-117-palestinesi-salvati-dallitalia" data-post-id="2673883397" data-published-at="1755155896" data-use-pagination="False"> Altri 117 palestinesi salvati dall’Italia Nella serata di ieri sono atterrati negli scali di Milano Linate, Ciampino e Pisa, i tre C-130, dell’aeronautica militare italiana, con a bordo 31 piccoli pazienti e 86 accompagnatori, per un totale di 117 persone. Una volta giunti in Italia i pazienti sono stati indirizzati alle strutture sanitarie disponibili più adeguate, mentre per gli accompagnatori il supporto sarà garantito dalle prefetture. I tre aerei da trasporto tattico militare erano decollati lunedì scorso dall’Italia con destinazione Cairo e Ramon (Eilat). Lo hanno reso noto fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che «si tratta dell’operazione più rilevante finora realizzata, sotto il coordinamento della presidenza del Consiglio, nell’ambito delle azioni umanitarie assicurate dall’Italia per aiutare la popolazione civile di Gaza». Giorgia Meloni segue direttamente il corso dell’operazione, la quattordicesima evacuazione sanitaria da Gaza, con cui si tocca il traguardo di 580 persone giunte in Italia tramite queste missioni: 181 pazienti e 399 accompagnatori. Gli interventi, coordinati dalla presidenza del Consiglio, coinvolgono anche il ministero della Difesa, degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dell’Interno e il Dipartimento della Protezione civile, in collaborazione con l’Oms e nell’ambito del Meccanismo europeo di protezione civile. La determinazione di Meloni è stata ribadita anche nel corso della telefonata di lunedì pomeriggio con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas. In una nota, l’ufficio stampa di Palazzo Chigi ha riferito che il leader palestinese ha espresso un profondo apprezzamento per «il ruolo fondamentale dell’Italia, per il sostegno umanitario sinora assicurato e per le posizioni assunte». Durante la conversazione il primo ministro italiano ha condiviso la «preoccupazione per le recenti decisioni israeliane che appaiono andare verso un’ulteriore escalation militare», ha ribadito «come la situazione umanitaria a Gaza sia ingiustificabile e inaccettabile» e ha riaffermato «l’impegno italiano sul versante umanitario, attraverso l’iniziativa Food for Gaza». Nel salutarsi i due leader si sono dati appuntamento a New York, «in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite», prevista per settembre. Gli aiuti italiani a Gaza comprendono anche la «realizzazione di un ponte aereo tra la Giordania e la Striscia di Gaza con l’obiettivo di garantire la consegna di aiuti umanitari vitali per la popolazione civile, duramente colpita dal protrarsi del conflitto». Come si legge nel comunicato del ministero della Difesa, la mattina del 9 Agosto scorso, è decollata la seconda fase dell’iniziativa Solidarity Path Operation 2, missione umanitaria per il sostegno alla popolazione civile della Striscia di Gaza. Per circa una settimana, un aviolancio al giorno, dai velivoli C-130 dell’Aeronautica militare, distribuirà circa 100 tonnellate di generi alimentari e beni di prima necessità. Questa iniziativa rientra nel programma più ampio Operazione Levante, della Difesa italiana che coinvolge tutte le forze armate: dalla nave ospedale Vulcano della Marina Militare, che ha fornito cure salvavita a numerosi feriti, navigando per prima nelle acque internazionali al largo delle coste di Gaza, all’iniziativa Air-Bridge for Gaza, che prevede l’impiego di elicotteri dell’esercito per il trasporto diretto di farmaci e attrezzature sanitarie nelle aree più colpite e difficilmente accessibili. L’Italia prosegue, senza sosta, il suo impegno per alleviare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.