Ipocrisia Pd a Monfalcone: diventa anti Bangladesh solo per contrastare la Lega
2025-11-09
Pensiero unico
È un trionfo dell’ubiquità: si può essere, in un attimo, nella zona demilitarizzata che separa la Corea del Nord da quella del Sud, nella fervente stazione di Akihabara, a Tokyo, oppure a spasso per Benidorm, nome sonnolento di un comune pimpante sulla costa spagnola.
Sono tutti luoghi già disponibili nel metaverso: hanno costruito un loro equivalente virtuale navigabile a distanza da qualunque parte del pianeta. Un’anteprima che faccia venir voglia di visitare la meta reale.
È la frontiera del viaggio, un misto di suggestioni e marketing per accelerare gli affari, spingere una destinazione o i servizi per raggiungerla. La compagnia aerea Emirates, per esempio, ha da poco annunciato che esplorerà l’orizzonte: non è difficile prevedere la possibilità di assaggiare le sensazioni di una classe First o Business con un visore sul naso. Guardare la poltrona diventare un letto, curiosare tra il bar e la doccia di bordo.
Lo scopo è coltivare il desiderio del cliente di acquistare un biglietto e coccolarsi su una tratta intercontinentale. Il gruppo alberghiero CitizenM ha invece comprato uno spazio su The Sandbox, una delle arene più promettenti per accogliere gli utenti nell’altrove intangibile. Lo userà per promuovere il brand e i suoi hotel. Anche il colosso globale dell’ospitalità Marriott International si prepara a muovere i primi passi, facendo intravedere un percorso: «Cerchiamo continuamente opportunità per sfidare ciò che è convenzionale. Stiamo accendendo il potere trasformativo del viaggio nel mondo virtuale», ha anticipato Brian Povinelli, vicepresidente senior di Brand, Loyalty and Portfolio Marketing del gruppo.
Siamo nella fase delle premesse, del dire ci saremo per dimostrarsi avanguardisti (e cavalcare l’hype), comunque le traiettorie economiche paiono solide. Finanche trionfali: poche settimane fa, uno studio della banca d’investimento Citi stimava per il metaverso un potenziale di valore tra gli 8 mila e i 13 mila miliardi di dollari entro il 2030. Sarà una prateria affollata, in grado di coinvolgere fino a 5 miliardi di utenti. Un ecosistema allargato che considera computer, tablet e smartphone oppure si riduce - si fa per dire - a 1 miliardo di persone contando la realtà virtuale e quella aumentata: le tecnologie che permettono di immergersi in un contenuto in modo più credibile.
Solo per questo segmento, secondo la società di analisi GlobalData, si arriverà nel 2030 a un mercato da 152 miliardi di dollari, contro i 7 del 2020.Sempre a proposito di rapporti, lo scorso marzo Emergen Research ne ha pubblicato uno dedicato alle opportunità specifiche per il turismo. Uno tsunami trasversale, che interessa musei e parchi tematici, aeroporti e spa, persino gli agenti di viaggio, che potrebbero diventare concierge di bit. Una versione raffinata dei buttadentro dei ristoranti, intenti a vendere pacchetti ai clienti non tramite brochure, ma accompagnandoli virtualmente nei luoghi che andrebbero a visitare.
Vecchie liturgie che si aggiornano, assieme a esperimenti inediti: l’Ente sloveno per il turismo ha lanciato un souvenir formato Nft, un certificato di proprietà digitale, che tramite una piattaforma riservata ai suoi possessori dà accesso ad attrazioni e contenuti esclusivi. Mentre è andata esaurita in 20 minuti la collezione di Nft della compagnia di crociere Norwegian Cruise Line: in attesa di solcare gli oceani su un albergo galleggiante, ci si immagina già al largo possedendone un pezzetto. Il viaggio è fisicità estrema, un turbine di emozioni che coinvolgono tutti i sensi, perciò è improbabile che il metaverso faccia passare la voglia di partire, anzi allungherà l’elenco delle destinazioni da visitare.
Darà, alle remote o di nicchia, l’opportunità di raggiungere a domicilio il grande pubblico. Però, almeno nella modalità più spinta, queste tecnologie non sono universali. Mentre ci si sposta con addosso un casco in un ambiente fittizio, la realtà virtuale può provocare nausea, vertigini o incidenti domestici: se in vacanza si mette in conto un piccolo infortunio, sbattere contro la parete del salotto o inciampare su un divano fa sentire abbastanza inetti. Mentre si acquista il dono dell’ubiquità, si rischia di ridefinire il concetto della stupidità.
«Nella sua campagna permanente contro gli stranieri che a Monfalcone regolarmente lavorano, la Cisint aggiunge un nuovo tema: ora mette in discussione anche le rimesse economiche, annunciando misure per vietarle o limitarle. Una delle tante dichiarazioni che si aggiungono a quelle del passato, sicuramente buone per costruire narrazioni false e per alimentare odio nei confronti dello straniero».
Di 50.000 euro lordi l’anno quanti ne finiscono in tasca a un italiano al netto di tasse e contributi? Per rispondere è necessario sapere se il contribuente ha moglie e figli a carico, in quale regione viva (per calcolare l’addizionale Irpef), se sia un dipendente o un lavoratore autonomo. Insomma, ci sono molte variabili da tener presente. Ma per fare un calcolo indicativo, computando i contributi Inps al 9,9 per cento, l’imposta sui redditi delle persone fisiche secondo i vari scaglioni di reddito (al 23 per cento fino a 28.000 euro, al 35 per la restante parte di retribuzione), possiamo stimare un netto di circa 35.000 euro, che spalmato su tre dici mensilità dà un risultato di circa 2.600 euro e forse anche meno. Rice vendo un assegno appena superiore ai 2.500 euro al mese si può essere iscritti d’ufficio alla categoria dei ricchi? Secondo Elly Schlein e compagni sì.
Ha ragione la modella brasiliana Stephanie Amaral a ricordarci che, al suo posto, ci poteva essere una nostra figlia o un qualsiasi nostro familiare o un’amica. Perché, allora, nessuno l’ha aiutata? Forse perché ormai la paura ci blocca e quei pochi che ancora mescolano coraggio e incoscienza rischiano o di soccombere finendo in ospedale oppure… di reagire ma alla fine soccombere lo stesso perché, magari, un magistrato ti incolpa proprio perché hai alzato troppo le mani o perché non eri tu l’aggredito. Del resto, cose del genere capitano pure alle forze dell’ordine, dunque perché sorprendersi?
