2021-03-02
Il caso della Ferranti terremota l’Anm: che fine faranno le chat di Palamara?
Donatella Ferranti (Ansa)
La consigliera di Cassazione si è dimessa dall'Associazione e chiede siano distrutti i suoi messaggi con il pm sotto inchiesta.L'ultima mossa di Donatella Ferranti, consigliera della Corte di cassazione ed ex presidente della commissione Giustizia della Camera in quota dem, rischia di mandare in cortocircuito l'Associazione nazionale magistrati. Proprio come aveva fatto Cosimo Ferri, deputato renziano e magistrato in aspettativa di Magistratura indipendente, anche Ferranti si è dimessa dall'Associazione nazionale magistrati. Lasciando l'Anm eviterà il giudizio dei probiviri del sindacato delle toghe, chiamati a valutare le sue chat con Luca Palamara (espulso per la contestata violazione del codice deontologico). Ma la mossa che sembra aver preso di sorpresa l'Anm è stata la richiesta della distruzione delle sue chat «per violazione della privacy». Tant'è che Ferranti ha scritto alla Procura di Perugia, dove è partita l'inchiesta su Palamara, per comunicare che aveva lasciato il sindacato. I pm perugini di recente hanno inviato al gip un parere favorevole rispetto alla richiesta dell'Anm di estrarre copia delle chat dal fascicolo, ma le dimissioni di Ferranti non erano ancora intervenute. L'interesse del sindacato delle toghe a ottenere quella documentazione, venendo meno l'iscrizione di Ferranti, è quindi caduto. E con molta probabilità il gip non consegnerà le chat della collega ai probiviri dell'Anm. Come si muoverà l'Associazione nazionale magistrati? «La scelta di Ferranti non è ancora stata comunicata alla giunta», spiega a La Verità il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia. Che aggiunge: «Per ora se ne occupano i probiviri». Ma c'è una questione che resta aperta: ora che, con le dimissioni di Ferranti, è venuto meno l'interesse dell'Anm a ottenere le chat, verranno distrutte? «Questa», spiega Santalucia, «è una decisione che spetta all'autorità giudiziaria, oltretutto non so neanche se la documentazione, dopo l'autorizzazione a estrarre copia, sia già arrivata. Siamo in una fase molto preliminare». E conclude: «Anche noi della giunta esecutiva attendiamo comunicazioni». Infatti, saranno i probiviri a comunicare le dimissioni dell'iscritta e le eventuali decisioni collaterali. In Tribunale a Perugia si parla di un'udienza «stralcio», durante la quale si andrà a definire se le chat in cui Ferranti pressa lo stratega delle nomine per sponsorizzare la nomina di almeno tre magistrati saranno davvero da distruggere. Il pressing è di questo tenore: il 4 marzo 2018, uno degli ultimi giorni da parlamentare della Ferranti, la deputata segnala Eugenio Turco: «Ha uno specifico interesse per presidente sezione Viterbo (…)». Qualche ora dopo aggiorna Palamara: «Ti manderà sms direttamente perché ha sciolto sue perplessità… preferiva Roma, ma se a Roma non c'è possibilità meglio puntare su Viterbo (…)». L'ex presidente dell'Anm la rassicura: «Ho visto Eugenio l'altro giorno e considerami al suo fianco».Il 20 luglio Palamara chiede alla Ferranti il numero di telefono di David Ermini, deputato Pd appena eletto al Csm, e la deputata perora la sua causa: «Luca cerca di chiudere tu le cose prima di andartene. Cerca poi di parlare con Cascini (Giuseppe, capogruppo di Area, ndr). Non facciamo i soliti». Le richieste aumentano: «Mi raccomando per tutto, anche Viterbo oltre Francesco (Salzano, ndr). Poi David è persona perbene conoscitore problemi giustizia, buon carattere». Il 25 luglio l'ex parlamentare torna alla carica per Salzano: «Quando decidete quella questione di Francesco? Comincia a diventare una storia infinita». Il giorno dopo la donna ci riprova: «Ma è vero che state cercando di fregare Francesco anche questa volta… Fanfani (Giuseppe, laico del Pd, ndr) lo vota… non capisco perché tu ti tiri indietro in base a quale logiche? Spiegamelo… incomprensibile».Il 27 luglio Palamara le dà una buona notizia: «Avv. generale rinviato a settembre». Ferranti: «Bene! Così riflettiamo meglio». Il 13 settembre la Ferranti richiama all'ordine il pm: «Non fare scherzi oggi per avvocato generale. Avevi parlato tu con Francesco, non puoi abbandonarlo». Palamara: «Infatti io non lo abbandono (…)». Ferranti: «Mi sto battendo per nostro amico con molta esposizione… manteniamo le parole per favore ingiustizie non tollerabili… porta a casa anche Eugenio». Palamara: «Eugenio già fatto: 5 a 1». L'assalto finale dell'ex deputata arriva il 20 novembre: «Si stanno facendo i posti di avvocato generale (…) Ora spunta Fimiani oltre Gaeta! Spero che tu faccia ragionare tutti dato che sai le cose come stanno veramente… questa Cassazione è veramente un problema serio!». Il 6 febbraio 2019 entrambi i nomi citati da Ferranti nelle chat che ora vorrebbe fossero distrutte entrano nel canestro: il plenum del Csm nomina avvocati generali proprio Salzano e Gaeta, il magistrato che, ironia della sorte, ha sostenuto l'accusa contro Palamara al disciplinare del Csm chiedendo e ottenendo per lui l'espulsione dalla magistratura.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)