2025-10-01
Fdi e Lega all’assalto degli azzurri: «Fi rompe l’unità del centrodestra»
Ignazio La Russa (Imagoeconomica)
Ignazio La Russa: «Hanno aiutato la giunta». Matteo Salvini: «Grave errore non metterci la faccia».Via libera del Consiglio comunale di Milano alla vendita di San Siro a Inter e Milan con 24 voti a favore e 20 contrari. Dopo quasi 12 ore di seduta e forti tensioni politiche, la delibera è stata approvata grazie alla decisione di Forza Italia di uscire dall’aula durante la votazione venendo così incontro alla maggioranza del sindaco, Beppe Sala, e al suo futuro. E proprio sulla «stampella» azzurra il sindaco è stato chiaro: «Voglio essere anche un pochino cinico, conta il risultato. Tra poco tempo ci si dimenticherà dei 24 voti e tutti metteremo la testa sul progetto. Non mi scandalizzo se Fi partecipa a un percorso sullo stadio. San Siro è stato un argomento divisivo e ci sta che sia nella maggioranza che nella minoranza, si siano create spaccature».Decisamente critico con gli alleati il presidente del Senato, tifoso interista, Ignazio La Russa: «È stato sbagliatissimo rompere l’unità del centrodestra da parte di Fi, quasi a dire autonomamente e vantandosene: “Siamo solo noi quelli che vogliono il nuovo stadio”. La coalizione stava ancora discutendo se uscire tutti insieme dall’aula - ed era la mia tesi - per lasciare la responsabilità alla maggioranza divisa. Se fosse avvenuto, probabilmente l’esito sarebbe stato lo stesso ma più dirompente per Sala e la maggioranza». Dopo l’intervento acceso della vicesegretaria leghista, Silvia Sardone , è arrivato l’attacco del leader, Matteo Salvini. «La Lega è stata coerente, altri hanno fatto scelte diverse e mi dispiace, perché io preferisco chi ci mette la faccia, non chi esce. Quella di Fi è una scelta sbagliata, perché gli assenti hanno sempre torto, ti hanno eletto per stare in Consiglio. Non è questa scelta a mettere in discussione il centrodestra, ma è una scelta che non condivido», ha commentato il vicepremier. «Che Milano abbia bisogno di uno stadio e che Sala e la giunta abbiano perso cinque anni è evidente. Abbiamo perso cinque anni e 1 miliardo e 300 milioni di investimenti per arrivare a una delibera non chiara in tutti i punti. Si è persa una grande occasione per ridisegnare l’intero quartiere e una scelta così importante non si fa di fretta e furia», ha concluso Salvini. Critiche le opposizioni in Consiglio. Riccardo Truppo (Fdi) ha parlato di «scempio della democrazia» e di «prova di debolezza» della maggioranza, esprimendo un secco «vergogna». Francesca Cucchiara (Verdi) ha stigmatizzato l’uso della «tagliola», accusando la maggioranza di aver fatto gli «interessi dei privati». Infine, Mariangela Padalino (Noi Moderati) ha denunciato il «colpo duro alla città», parlando di «autoritarismo». Alessandro De Chirico, il consigliere forzista rimasto in aula, ha invece ribadito il suo no. La spaccatura della maggioranza è stata segnata soprattutto dal caso di Marco Fumagalli, che si è dimesso da capogruppo della Lista Sala e non ha partecipato al voto: «Gli emendamenti approvati quanto possono restituire alla comunità? Poco. Nel dibattito non ci si è mai concentrati sul danno ambientale e sulla salute dei cittadini». Attacca il M5s in una nota firmata da Gaetano Pedullà, Elena Sironi, Nicola Di Marco, Paola Pizzighini, Dario Violi: «Sala, pur di difendere la propria poltrona, ha barattato il futuro della città, con il rischio di perdere anche il sostegno della sua stessa maggioranza, appesantita ora dal sostegno di Fi. Denunciamo la vergognosa svendita di San Siro per un’operazione di pura speculazione immobiliare».Ad applaudire la scelta è stata invece Barbara Berlusconi, terzogenita del Cavaliere, nonché ex ad del Milan: «Bella notizia per la città. Milano ha sempre sacrificato una parte della propria storia e conformazione urbanistica in nome del progresso e della modernità. Il confronto con gli stadi degli altri Paesi europei è impietoso. Non bisogna avere paura del futuro».«È stato un percorso lungo, lo seguo da tanti anni, e finalmente è arrivato al successo grazie all’amministrazione comunale innanzitutto, al sindaco, all’interlocuzione che abbiamo avuto noi con loro per tanti mesi. Se temiamo i ricorsi? Quelli ci possono sempre essere in Italia, ma credo che ci siano tutti gli elementi perché vengano respinti», ha detto Paolo Scaroni, presidente del Milan.Per Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio: «Autorizzare la vendita dello stadio permette di uscire da una lunga fase di stallo negativa per la città e ridare impulso a uno dei punti più attrattivi di Milano».
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