2024-06-27
Fascicolo sanitario, scoppia il caso sulla raccolta e l’uso dei dati dei cittadini
Dopo il nostro allarme, i media scoprono il dossier digitale e le informazioni che saranno acquisite. Ecco vantaggi e rischi.La condivisione dei propri dati sanitari su apposite piattaforme digitali, che fino a domenica 30 giugno si può rifiutare sul pregresso dal 2012 al 2020, non è così semplice da accettare. Regna tanta confusione sul meccanismo di «caricamento» e di utilizzo (da Regione a Regione e a livello nazionale) dei dati sul Fascicolo sanitario elettronico (Fse), mentre rimangono non chiariti i molti dubbi sulla tutela della nostra privacy. Due questioni enormi, mai affrontate e spiegate ai cittadini che hanno ancora una manciata di giorni per opporsi al caricamento delle proprie informazioni sanitarie antecedenti al decreto legge del 2020, in base al quale da quel momento il fascicolo viene alimentato automaticamente «in maniera continuativa e tempestiva, dai soggetti e dagli esercenti le professioni sanitarie che prendono in cura l’assistito». Gli obiettivi del Fse sono quelli di raccogliere dati, documenti digitali, referti, tutti gli eventi clinici del singolo cittadino (prestazioni sia a carico del Sistema sanitario nazionale, sia in ambito privato) perché possa essere seguito, curato ovunque si trovi e indipendentemente dal medico che lo prende in carico. Finalità senz’altro utile per delineare un preciso profilo sanitario dell’assistito, e per confrontare diagnosi, terapie a distanza. Così come è rilevante l’obiettivo di mettere un vasto database (privato dei dati identificativi diretti), a disposizione della ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico. Il Garante per la privacy precisa che c’è pure una «finalità di governo (programmazione sanitaria, verifica della qualità delle cure e valutazione dell’assistenza sanitaria)». Quindi, anche per gestire un’emergenza gli organi sanitari possono accedere a dati pseudonimizzati presenti nel fascicolo. Tutto necessario, ma quali garanzie vengono date circa la protezione dei nostri dati personali più sensibili? Già all’interrogativo non è stata data risposta, dopo la conversione in legge del Decreto Rilancio che apportava modifiche al Fascicolo sanitario elettronico. In quale modo è assicurata la tracciabilità degli accessi al fascicolo e delle operazioni effettuate? Il Garante, nel parere al ministero della Salute dell’agosto 2022, precisava che il Fse «non certifica lo stato di salute di un individuo, bensì fornisce, in maniera potenzialmente incompleta, informazioni sanitarie che possono agevolare il percorso di cura». Ed evidenziava i rischi di «accessi abusivi e illeciti; di perdita e distruzione dei dati; di utilizzo dei dati per finalità non compatibili», sollecitando interventi di vigilanza certi e trasparenti. Per espressa previsione di legge, i dati del Fascicolo sono comunicati all’Infrastruttura nazionale per l’interoperabilità del ministero dell’Economia e delle Finanze «al solo fine di garantire l’interoperabilità del Fse o di alcune sue parti in caso di prestazioni di cura erogate nei diversi contesti regionali/provinciali». Ne siamo certi?Non si tratta di fare i «no vax», come penosamente insinua La Stampa. Non basta schernire legittime perplessità per annullare il diritto ad avere dubbi, tirando in ballo le dichiarazioni fatte sui social dall’avvocato Alessandro Fusillo, come fa La Repubblica: «Il Fascicolo è uno strumento di controllo dei corpi dei cittadini e la raccolta dei dati, soprattutto genetici, è funzionale agli interessi delle grandi corporazioni farmaceutiche con le quali il governo italiano collabora».Sempre per Repubblica, adesso in Rete, «dopo i No vax e i No green pass arrivano i No-Fascicolo sanitario elettronico, più o meno le stesse persone, a occhio meno numerose». La questione è ulteriormente banalizzata, dando l’informazione che «le opposizioni registrate sul sito del ministero ieri (due giorni fa, ndr) erano 90.640, delle quali 6.371 riguardano minorenni. Se si considera che il Fascicolo interessa tutti i cittadini italiani, siamo intorno allo 0,15% degli abitanti».Non sarà invece colpa dell’assenza di una seria campagna di informazione a riguardo, tanto richiesta dal Garante? La maggior parte dei cittadini non sa che ha tempo fino a domenica per opporsi al trasferimento dei dati più vecchi. Rischi per la privacy ci sono, non serve essere complottisti per supporre che il meccanismo della digitalizzazione dei dati sanitari in Italia sia ancora poco omogeneo e sicuro. Lo sottolinea sul Corriere della Sera Christian Bernieri, Data protection officer, a proposito dei dati antecedenti al 2020. «Se confluiscono nel fascicolo possono essere usati per finalità non sanitarie, cosa che invece avviene per legge con i dati post 2020», spiega l’esperto specializzato nella consulenza, formazione e adempimenti in materia di protezione dei dati personali. Aggiunge che i rischi esistono «e non sono pochi. Avere un database unico che raccoglie dati quasi irrilevanti ai fini di cura perché ormai vecchi, ma che possono finire nelle mani di persone sbagliate, è un dettaglio da non trascurare. Ci si espone ad hackeraggi, fuga di dati e abusi informatici».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.