2021-05-24
«Rinnovabili, infrastrutture e controllo dei confini: l'Italia può tornare protagonista in Libia»
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Parla l'analista geopolitico Daniele Ruvinetti in vista dell'incontro del 31 maggio tra il primo ministro libico Abdel Hamid Dbeibah e il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Ci sarà un business forum ma si parlerà anche di immigrazione. L'Europa deve svegliarsi e capire che il problema non è solo italiano. Serve il sostegno della comunità internazionale»L'Italia prova a riprendersi un ruolo centrale in Libia, «il suo orto», grazie da un lato alla presenza del nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi e dall'altro dalla nuova politica estera di Joe Biden negli Stati Uniti. «Gli effetti della politica di Biden li vedremo tra un po' di tempo» spiega Daniele Ruvinetti, analista geopolitico, esperto di medio oriente. «Ma intanto iniziamo a notare i primi passi del nuovo attivismo americano che lascia bene sperare. E' stato nominato un nuovo inviato speciale per la Libia, che è l'attuale ambasciatore statunitense a Tripoli. E' un segnale importante, perchè l'amministrazione di Trump non l'aveva mai indicato, l'ultimo era ancora quello dell'amministrazione Obama». Secondo Ruvinetti sono «messaggi fondamentali, l'America sta tornando sul mediterraneo. L'Europa può avere un ruolo fondamentale se ha al suo fianco ha gli americani, come accadde nel 2015 dopo accordo tra Paolo Gentiloni John Kerry». Il quadro geopolitico è cambiato negli ultimi 5 anni. «Turchia e Russia hanno colmato gli spazi lasciati da Trump. Per Erdogan è un'opportunità data la crisi economica interna. Le aziende turche vogliono partecipare alla ricostruzione dopo la guerra. Ed è chiaro, non la lasceranno mai, come dall'altra parte anche i russi restano». E la Francia? « I francesi sono in difficoltà per le loro scelte. Tant'è che si stanno riallineando grazie al buon rapporto di Macron con Draghi. Per loro la Libia è sempre stata un sogno. Vorrebbero avere più spazio con la Total», spiega Ruvinetti. In questo contesto tra una settimana ci sarà la visita a Roma del primo ministro libico Abdel Hamid DbeibahCosa dobbiamo aspettarci dall'incontro del 31 maggio da il nostro ministro degli Esteri e la delegazione libica?«Dbeibah dovrebbe venire con 5 ministri, tra cui ci sarà quello degli Esteri, dei Trasporti, del Petrolio e dell'Infrastrutture. E' una presenza significativa del nuovo governo libico»Il ruolo dell'Italia si va rafforzando rispetto al passato?«Dbeibah arriverà con per un duplice motivo, sia politico ma soprattutto economico. I libici hanno chiesto di incontrare le aziende italiane. Ci sarà anche un business forum su cui il nostro Paese deve puntare molto» Con quale obiettivo?«Si parlerà di business. Si parlerà di energia. Rimane in piedi il tema secondo cui l'Italia potrebbe portare il suo know how sulle rinnovabili al sud della Libia, nel Fezzan. C'è l'idea di attivare dei progetti per sfruttare il sud desertico libico. Loro non hanno tecnologie sulle rinnovabili. Quindi l'idea dell'Italia è di importare le nostre conoscenze e sviluppare lì nuovi progetti»E poi?«Verrà poi affrontato il tema della pesca. I libici sono pronti a sedersi a un tavolo, per cercare di risolvere il problema di questi pescherecci che spesso invadono l'area libica»Come si potrebbe riuscire a risolvere questo ormai annoso problema?«Con delle piccole joint venture o aziende miste, con libici e italiani. In questo modo i nostri pescherecci che vogliono pescare in Libia potrebbero essere accompagnati da quelli libici»Perché non è stata ancora risolta questa cosa?«Lì a monte c'è un problema. Qualcuno sostiene che quelle acque siano loro, altri no. Sta di fatto che in questi anni nessuno ha voluto metterci la testa. Si cerca di trovare una mediazione. Quelle zone sono ricche di gambero rosso e tonno. Ma da parte del nuovo governo c'è la disponibilità trovare una soluzione».Si parlerà anche di infrastrutture«E' un altro tema importante. C'è il tema della costruzione strada Tripoli-Bengasi che rientra nel trattato dell'amicizia dove ci sono le nostre aziende italiane. Ma è solo uno dei primi punti. Ce n'è un altro come l'aeroporto internazionale dove è presente un consorzio italiano. Poi un altro tema che sarà affrontato è quello della rivitalizzazione del boarder control che aveva preso Finmeccanica (attuale Leonardo ndr) anni fa».Il controllo dei confini a sud per limitare l'immigrazione nel mediterraneo«Il tema dei migranti sarà centrale nelle discussioni. Quel sistema di controllo satellitare dei confini deve essere aggiornato alle tecnologie moderne. Ma c'è la volontà nel rivitalizzare il progetto».Basterà? Gli sbarchi sono ripresi nelle ultime settimane«L'Europa deve svegliarsi e capire che il problema non è solo italiano. Serve il sostegno della comunità internazionale».I trafficanti però continuano a operare sulle coste«Sicuramente ci sono ancora. Però so che il governo libica ha svolto negli ultimi mesi operazioni al confine sulla costa ovest, vicino Sabrata dove ci sono le partenze. Stanno facendo operazioni per combattere i trafficanti, ma su questo vanno accompagnati e seguiti. Per loro non è una priorità. In Libia ci sono ancora problemi di elettricità, devono ancora rientrare le milizie e i mercenari. Questo è un governo transitorio, che ora si ritrova ancora in difficoltà per l'approvazione del bilancio»
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