2022-08-27
Usare gli elettrodomestici ci costerà il 600% in più. Per il frigo 5 euro al giorno
Senza un freno alla corsa dell’energia, a dicembre pagheremo un lavaggio in lavatrice 1,4 euro, contro gli 0,25 del 2021. In Germania pressioni per aprire il Nord Stream 2.I prezzi dell’energia fuori controllo impongono scelte drastiche che il governo dovrà prima o poi fare. Anche ieri è arrivata a cifre inusitate e, se non interverranno provvedimenti di aiuto a famiglie e imprese, i costi saranno insostenibili. I prezzi di cui si parla in queste settimane appaiono talmente fuori scala che è difficile ricondurle a concretezza. Nel caso della benzina, ad esempio, i cittadini sono molto sensibili alle variazioni dei prezzi e ne sanno valutare rapidamente i vantaggi o gli svantaggi. Questo anche perché pagano in anticipo prima di avere il combustibile e hanno anche la possibilità di scegliere il distributore che applica le condizioni migliori (almeno entro certi limiti territoriali). La concorrenza nel settore dei carburanti non sarà perfetta, ma per le caratteristiche del servizio si ha subito l’idea del costo. Per l’energia elettrica e il gas non è così, soprattutto per chi ha contratti di fornitura a prezzo variabile. Normalmente, chi consuma l’energia conosce il prezzo solo a posteriori, cioè dopo aver consumato, perché il costo finale si forma durante il mese di consumo. Per cui, il segnale (se il prezzo è alto converrà consumare il meno possibile) arriva soltanto dopo, a cose fatte. Questo non accade a chi ha un prezzo fisso, che resta costante per tutto il periodo della fornitura e, anche in caso di grandi variazioni sui mercati all’ingrosso, non porta a modifiche del costo unitario in bolletta. Chi ha stipulato un contratto a prezzo fisso lo scorso dicembre, ad esempio, vedrà una grande differenza (a suo vantaggio) tra il costo applicato in bolletta e le condizioni di mercato di cui si parla in questi giorni. Ieri l’energia elettrica all’ingrosso in Italia per il mese di dicembre 2022 è stata battuta a oltre 800 euro/MWh, in Germania ha raggiunto i 1.000 euro/MWh, cioè 1 euro a kilowattora. Prendiamo per buono questo prezzo e proviamo a immaginare cosa accadrebbe se i prezzi arrivassero a questo livello anche in Italia a un cliente che avesse una tariffa dell’energia a 1 euro/KWh. Anche immaginando che l’Iva e gli oneri di sistema siano ancora azzerati in base agli aiuti che il governo ha deliberato in passato, al prezzo dell’energia vanno aggiunti i costi di trasporto e le perdite, per cui stimiamo grossolanamente un prezzo finito di 1,2 euro/KWh. Abbiamo provato a stimare quanto costerebbero alcune delle comuni attività svolte in casa tutti i giorni con questo prezzo dell’energia e lo abbiamo confrontato con il costo delle stesse attività con il prezzo che si è verificato in Germania nello scorso dicembre, sempre aggiunto di costi per le perdite e il trasporto. Un’avvertenza, soprattutto per i tanti amici ingegneri: come questi ultimi ci insegnano, le stime dei consumi sono solo indicative, possono variare molto in funzione della classe di consumo dell’elettrodomestico, dell’uso corretto dello stesso e della potenza impegnata. Otto ore di aria condizionata costerebbero 12 euro (contro 2,1 di dicembre 2021). Un lavaggio con la lavatrice costerebbe 1,4 euro, altrettanto un giro di lavastoviglie (che prima non superavano i 25 centesimi). Il funzionamento di un frigorifero costerebbe 5 euro al giorno (contro 0,9o euro a dicembre 2021), un’ora di forno 1,68 euro (contro 0,29). Si tratta di un aumento secco del 600%. È evidente che con questi prezzi la bolletta di casa arriverebbe in breve a livelli esagerati. I consumi presi in analisi in queste simulazioni, peraltro, sono relativi ad attività del tutto normali, non certo a dei lussi. Essendo l’energia un servizio essenziale di base, al di sotto di un certo consumo è pressoché impossibile scendere. Resta dunque l’esigenza di risolvere la pesante situazione del settore dell’energia europeo. In Europa si stanno attivando piani di razionamento dell’energia. In Germania è stato varato pochi giorni fa un ulteriore pacchetto di misure tese alla riduzione dei consumi, dopo quelle già approvate qualche settimana fa. L’obiettivo tedesco è ora di ridurre i consumi del 17,5% nel periodo da agosto a marzo, rispetto alla media dell’identico periodo negli ultimi cinque anni. La Germania è in effetti il Paese più colpito dall’emergenza gas, perché diversamente dall’Italia ha solo due grandi fornitori di gas, la Norvegia e la Russia, oltre al Lng. Con questi livelli di esportazione dalla Russia, la Germania non avrà abbastanza gas il prossimo inverno e, in assenza di altre soluzioni, dovrà giocoforza ridurre i consumi. Si moltiplicano intanto gli appelli dell’opinione pubblica tedesca per l’apertura del gasdotto Nord stream 2. Anche molti parlamentari, di maggioranza e di opposizione, ne chiedono l’apertura. Come abbiamo già detto, questa scelta sarebbe però dirompente per l’alleanza atlantica e il governo tedesco dovrebbe reggere l’impatto della contrarietà di Washington a questa opzione. In Italia si attende per i prossimi giorni un intervento del governo sul tema dei nuovi aiuti per sostenere i pagamenti da parte di famiglie e imprese, mentre per i primi di settembre è atteso il piano di razionamenti (chiamati risparmi dal governo) messo a punto dai tecnici del ministero per la Transizione ecologica. Il piano, che sarà presentato dal ministro Roberto Cingolani, avrebbe l’obiettivo di tagliare i consumi energetici del 7% nel periodo settembre-marzo. Vedremo in concreto di cosa si tratta; per ora tutta Europa contempla i grafici dei prezzi del gas al Ttf.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)