2019-06-18
Doveva essere l’anno dei francesi. I taxi droni rubano la scena a Airbus
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Dopo l'incidente di Boeing, il colosso di Parigi era pronto a lanciare nuovi velivoli, ma il salone di Le Bourget è catalizzato da 30 miliardi di investimenti sui mezzi senza pilota per passeggeri. Un progetto è italosloveno.La risposta al programma franco-tedesco (e spagnolo) Fcas è la costruzione del caccia Tempest, che Leonardo vede come vero successore del programma Eurofighter e nel quale l'azienda italiana partecipa attraverso Leonardo Uk.Lo speciale contiene due articoli e una fotogallery.L'edizione 2019 del Salone internazionale dell'aviazione e dello spazio di Parigi è stata senza dubbio progettata attorno al cinquantesimo anniversario di Airbus. L'evento, unitamente all'immancabile grandeur francese, nei giorni immediatamente precedenti al salone faceva ovviamente pensare a uno stradominio dell'industria aerospaziale transalpina sia per presenza, sia per novità. Perché a Parigi, oltre a giocare in casa, Airbus sfrutta il momento “no" di Boeing, che dopo il fermo dei 737 Max e ad altri guai cerca di recuperare sul piano della credibilità. Da Tolosa ecco quindi arrivare a Le Bourget un aeroplano che vuole aumentare il distacco con la casa di Seattle, il primo A321neo, long range, ovvero con oltre 7.400 chilometri di autonomia. Le prime consegne avverranno dal 2023. La nuova sfida tra i due colossi è chiara: all'ormai prossimo ritiro dei più vecchi 777 americani e A340 europei, la sfida si sarà tra B777-9 e A350Xwb.Invece a LeBourget ha catalizzato la scena l'esordio del comparto dei taxi volanti, gli eVtol (da electric vertical take off and landing, veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale), ovvero quegli strani oggetti voilanti, metà droni e metà aerei, per regolamentare i quali l'Agenzia per la sicurezza dell'aviazione europea sta lavorando a un regolamento tecnico che ne definisca i requisiti per trasportare le persone ancora prima delle regole di utilizzo per vederli volare nelle nostre città. Stando agli analisti l'impatto economico di questo nuovo settore è impressionante: l'associazione Usa Auvsi stima che gli eVtol genereranno un volume d'affari pari a 1.000 miliardi di dollari nei prossimi vent'anni, considerando anche che nell'ultimo quinquennio sono stati investiti in ricerca trenta miliardi di dollari l'anno. Sono 125 i progetti di eVtol presentati a Parigi e una dozzina quelli in corso avanzato di sviluppo e sostenuti da società controllate dagli stessi colossi dell'aviazione come Boeing, Lockheed Martin, Textron-Bell, Sikorsky, ma anche da aziende produttrici di aeroplani più piccoli ma altamente specializzate nella propulsione ibrida ed elettrica, come la italoslovena Pipistrel vertical solutions. Quello degli eVtol non è un comparto a sé, ma un segmento che attinge tecnologia dal settore dei droni e la restituisce a quello dell'aviazione civile, come dimostra la presentazione di Alice, un velivolo trimotore elettrico pensato per il trasporto regionale, il cui prototipo è stato realizzato dall'israeliana Eviation. Nove i posti a bordo, 1.000 chilometri l'autonomia annunciata, circa tre milioni il costo per un esemplare. Il carrello d'atterraggio è realizzato in Italia da Magnaghi Aeronautica. Crescono in termini di contratti acquisiti e prodotti esposti il Brasile, con Embraer, apprezzata a Parigi sul piano militare per il suo aeroplano da trasporto e rifornimento KC390 e il Giappone, che seppure presente con velivoli interessanti è alla ricerca di partner europei per partecipare a grandi consorzi che tolgano la sua industria aerospaziale, capeggiata da Kawasaki, da un certo isolamento nel quale l'anno relegata le politiche protezionistiche negli ultimi vent'anni.Venendo all'Italia, il sintomo del ritardo tricolore nell'aerospazio è evidente da un fatto: alle ore 13 del primo giorno del salone, nessun politico italiano è ancora apparso a LeBourget. Eppure le nostre aziende, quasi duecento, sono presenti sia individualmente, sia riunite in cluster territoriali. Oltre a Leonardo sono degne di nota sia Logic, specializzata nei sistemi elettronici per la gestione della potenza elettrica di bordo e del carburante, sia Ids con il nuovo drone Colibrì e l'esordiente Voltaero con un progetto di aeroplano da trasporto regionale anch'esso elettrico. Dagli interni delle cabine alle macchine per il caffè certificate per uso aeronautico, l'Italia mostra dinamismo e prodotti di alta gamma, ma nei grandi progetti rimane sovente schiacciata da concorrenti stranieri spesso meno qualificati ma che meglio sanno fare sistema tra loro. L'industria aerospaziale del Belpaese sta infatti continuando nel complicato percorso di apertura e risalita nel mercato globalizzato, dopo che troppo in ritardo si era accorta di non poter più vivere di indotto generato dall'ex Finmeccanica, ora One-Company anche nella gestione dei fornitori. La lotta con l'industria francese e franco-tedesca è impari: proprio nel giorno di apertura del salone, Dassault Aviation e Airbus, insieme con la Direzione generale degli armamenti di Parigi e i ministri della Difesa tedesco Ursula Von Der Leyen e spagnolo Margarita Robles, hanno siglato un nuovo e decisivo accordo per la realizzazione del programma Future combat air system (Fcas), ovvero il nuovo velivolo multiruolo che dovrebbe volare entro il 2026. E lo hanno fatto davanti al presidente Emmanuel Macron, che insieme ad Angela Merkel aveva annunciato il nuovo caccia quasi due anni fa. Il dimostratore tecnologico del nuovo caccia apparità già alla fine di quest'anno, prima come velivolo dell'ultima generazione e quindi in differenti varianti. I sistemi elettronici saranno fatti da Thales, la parte armamento da Mbda (quindi anche con una partecipazione italiana), mentre il motore sarà costruito da Safran. Airbus intende chiudere il primo contratto per la costruzione dello Fcas entro la fine dell'anno.