- Dopo l'incidente di Boeing, il colosso di Parigi era pronto a lanciare nuovi velivoli, ma il salone di Le Bourget è catalizzato da 30 miliardi di investimenti sui mezzi senza pilota per passeggeri. Un progetto è italosloveno.
- La risposta al programma franco-tedesco (e spagnolo) Fcas è la costruzione del caccia Tempest, che Leonardo vede come vero successore del programma Eurofighter e nel quale l'azienda italiana partecipa attraverso Leonardo Uk.
Lo speciale contiene due articoli e una fotogallery.
L'edizione 2019 del Salone internazionale dell'aviazione e dello spazio di Parigi è stata senza dubbio progettata attorno al cinquantesimo anniversario di Airbus. L'evento, unitamente all'immancabile grandeur francese, nei giorni immediatamente precedenti al salone faceva ovviamente pensare a uno stradominio dell'industria aerospaziale transalpina sia per presenza, sia per novità. Perché a Parigi, oltre a giocare in casa, Airbus sfrutta il momento “no" di Boeing, che dopo il fermo dei 737 Max e ad altri guai cerca di recuperare sul piano della credibilità.
Da Tolosa ecco quindi arrivare a Le Bourget un aeroplano che vuole aumentare il distacco con la casa di Seattle, il primo A321neo, long range, ovvero con oltre 7.400 chilometri di autonomia. Le prime consegne avverranno dal 2023. La nuova sfida tra i due colossi è chiara: all'ormai prossimo ritiro dei più vecchi 777 americani e A340 europei, la sfida si sarà tra B777-9 e A350Xwb.
Invece a LeBourget ha catalizzato la scena l'esordio del comparto dei taxi volanti, gli eVtol (da electric vertical take off and landing, veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale), ovvero quegli strani oggetti voilanti, metà droni e metà aerei, per regolamentare i quali l'Agenzia per la sicurezza dell'aviazione europea sta lavorando a un regolamento tecnico che ne definisca i requisiti per trasportare le persone ancora prima delle regole di utilizzo per vederli volare nelle nostre città.
Stando agli analisti l'impatto economico di questo nuovo settore è impressionante: l'associazione Usa Auvsi stima che gli eVtol genereranno un volume d'affari pari a 1.000 miliardi di dollari nei prossimi vent'anni, considerando anche che nell'ultimo quinquennio sono stati investiti in ricerca trenta miliardi di dollari l'anno. Sono 125 i progetti di eVtol presentati a Parigi e una dozzina quelli in corso avanzato di sviluppo e sostenuti da società controllate dagli stessi colossi dell'aviazione come Boeing, Lockheed Martin, Textron-Bell, Sikorsky, ma anche da aziende produttrici di aeroplani più piccoli ma altamente specializzate nella propulsione ibrida ed elettrica, come la italoslovena Pipistrel vertical solutions. Quello degli eVtol non è un comparto a sé, ma un segmento che attinge tecnologia dal settore dei droni e la restituisce a quello dell'aviazione civile, come dimostra la presentazione di Alice, un velivolo trimotore elettrico pensato per il trasporto regionale, il cui prototipo è stato realizzato dall'israeliana Eviation.
Nove i posti a bordo, 1.000 chilometri l'autonomia annunciata, circa tre milioni il costo per un esemplare. Il carrello d'atterraggio è realizzato in Italia da Magnaghi Aeronautica. Crescono in termini di contratti acquisiti e prodotti esposti il Brasile, con Embraer, apprezzata a Parigi sul piano militare per il suo aeroplano da trasporto e rifornimento KC390 e il Giappone, che seppure presente con velivoli interessanti è alla ricerca di partner europei per partecipare a grandi consorzi che tolgano la sua industria aerospaziale, capeggiata da Kawasaki, da un certo isolamento nel quale l'anno relegata le politiche protezionistiche negli ultimi vent'anni.
Venendo all'Italia, il sintomo del ritardo tricolore nell'aerospazio è evidente da un fatto: alle ore 13 del primo giorno del salone, nessun politico italiano è ancora apparso a LeBourget. Eppure le nostre aziende, quasi duecento, sono presenti sia individualmente, sia riunite in cluster territoriali. Oltre a Leonardo sono degne di nota sia Logic, specializzata nei sistemi elettronici per la gestione della potenza elettrica di bordo e del carburante, sia Ids con il nuovo drone Colibrì e l'esordiente Voltaero con un progetto di aeroplano da trasporto regionale anch'esso elettrico.
Dagli interni delle cabine alle macchine per il caffè certificate per uso aeronautico, l'Italia mostra dinamismo e prodotti di alta gamma, ma nei grandi progetti rimane sovente schiacciata da concorrenti stranieri spesso meno qualificati ma che meglio sanno fare sistema tra loro. L'industria aerospaziale del Belpaese sta infatti continuando nel complicato percorso di apertura e risalita nel mercato globalizzato, dopo che troppo in ritardo si era accorta di non poter più vivere di indotto generato dall'ex Finmeccanica, ora One-Company anche nella gestione dei fornitori. La lotta con l'industria francese e franco-tedesca è impari: proprio nel giorno di apertura del salone, Dassault Aviation e Airbus, insieme con la Direzione generale degli armamenti di Parigi e i ministri della Difesa tedesco Ursula Von Der Leyen e spagnolo Margarita Robles, hanno siglato un nuovo e decisivo accordo per la realizzazione del programma Future combat air system (Fcas), ovvero il nuovo velivolo multiruolo che dovrebbe volare entro il 2026. E lo hanno fatto davanti al presidente Emmanuel Macron, che insieme ad Angela Merkel aveva annunciato il nuovo caccia quasi due anni fa. Il dimostratore tecnologico del nuovo caccia apparità già alla fine di quest'anno, prima come velivolo dell'ultima generazione e quindi in differenti varianti. I sistemi elettronici saranno fatti da Thales, la parte armamento da Mbda (quindi anche con una partecipazione italiana), mentre il motore sarà costruito da Safran. Airbus intende chiudere il primo contratto per la costruzione dello Fcas entro la fine dell'anno.
Francesi e tedeschi avanzano con il loro caccia, Leonardo sta con gli inglesi
Il gruppo Leonardo si è presentato a Le Bourget dopo aver diffuso la notizia di aver siglato un contratto con l'Aeronautica Militare per 13 velivoli M345 in versione Het (High efficiency trainer) per un valore di 300 milioni di euro. Il numero degli esemplari, 10+3, farebbe pensare a una prima fornitura per la sostituzione dei velivolo delle Frecce Tricolori, ma oggi è importante soprattutto per presentarsi con credibilità a Parigi e distinguersi nell'ormai saturo mondo degli addestratori militari avanzati, nei quali ce la vediamo anche con arabi (progetto Calidus), svizzeri (Pilatus), austriaci (Diamond Dart), e diversi consorzi internazionali. I nuovi M345, nel numero di 45 esemplari, sostituiranno progressivamente gli MB339 nelle fasi intermedie dell'addestramento dei piloti dell'Aeronautica Militare permettendo una riduzione dei costi (a cominciare da consumo di carburante) ma al tempo stesso con maggiori capacità operative. Punto di forza dell'M345 (per l'Aeronautica Militare sarà chiamato T345A) è il sistema Hums (Health usage and monitoring system), che permette di risparmiare tempo nelle operazioni di manutenzione grazie a un sofisticato sistema di autodiagnosi continua di struttura, sistemi e impianti. Con gli addestratori Leonardo è impegnata anche presso l'International Flying training school (IFTS) di Galatina-Lecce, dove insieme all'Aeronautica Militare l'azienda offre un percorso addestrativo anche per forze aeree di altri paesi suoi clienti. La sede di Galatina è provvisoria, entro un paio di anni, quando la scuola IFTS sarà a pieno regime, probabilmente anche con elicotteri, il centro di addestramento dovrebbe trasferirsi presso la base di Decimomannu. Ma il pezzo forte di Leonardo a Le Bourget sarà la nuova versione del Falco Explorer di Selex es, drone da 1.250 chilogrammi di peso massimo al decollo, 350 chilogrammi di carico utile (costituito da sensori di ultima generazione) e un'autonomia massima di 24 ore. Anche se di fatto il nuovo drone non ha ancora volato e pare sarà in grado di essere pienamente operativo soltanto il prossimo anno, è noto che la sua configurazione deriva dal progetto definito "Falco 48" ma con altitudine operativa massima di 7.000 metri e forma della fusoliera differente, più lunga e larga della precedente. Una necessità, questa, per poter installare a bordo sistemi radar come la serie Aesa e sensori elettro ottici come i Leoss. L'idea di Leonardo è entrare con questo prodotto nella gamma dei droni per uso strategico, campo nel quale Selex ES ha potuto fare esperienza anche grazie alla sua partecipazione nel programma P1HH di Piaggio Aerospace, azienda oggi tristemente in vendita. Con il nuovo Falco Explorer di Leonardo vorrebbe anche poter fornire servizi come operatore aereo certificato, con l'intento per esempio die seguire pattugliamenti per conto dell'Onu o di altre organizzazioni internazionali e di rafforzare le possibilità di Leonardo all'interno del programma EuroMale (European medium altitude long endurance).
La risposta al programma franco-tedesco (e spagnolo) Fcas è la costruzione del caccia Tempest, che Leonardo vede come vero successore del programma Eurofighter e nel quafle l'azienda italiana partecipa attraverso Leonardo UK: attualmente con una ruolo marginale, ma l'Ad Alessandro Profumo auspica una allargamento del coinvolgimento italiano, di dimensioni almeno simili a quello che Leonardo ha nel programma Eurofighter, che sarà attivo fino al 2025. Sul fronte dei velivoli militari di produzione nazionale Le Bourget vede la presentazione dello M 346 FA con armamento aria-suolo, sistemi di difesa attivi e radar Grifo-346, che nel 2021 vedrà l'entrata in servizio con un primo cliente il cui nome rimane comunque riservato (si pensa a Polonia, Italia o Israele). Nel mercato civile Leonardo Velivoli sta lavorando con Atr a una versione speciale dello ATR42 che consenta operazioni di piste corte (Stol, sotto gli 800 metri anziché 1.000), una variante che, stando alla domanda mondiale di aerei per il trasporto regionale aprirebbe al consorzio italo-francese nuovi mercati. Nel comparto elicotteri, a Parigi è presente uno dei nuovi AW139 destinati ai Vigili del Fuoco. Lo AW139 è il modello di maggior successo dell'azienda italia che si appresta a festeggiare il millesimo esemplare venduto. E mentre la certificazione civile del convertiplano AW609 tarda ad arrivare, si festeggia quella ormai prossima del mini elicottero senza pilota AWHero, che ha valso a Leonardo la guida del programma Preparatory action on defence research ocean 2020. Si tratta di un progetto di ricerca militare condotto dall'Agenzia Europea della Difesa (Eda). Leonardo guida la partecipazione di 15 Paesi europei e 42 partner compresi i Ministeri della Difesa di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Lituania e il supporto dei Ministeri della Difesa di Svezia, Francia, Regno Unito, Estonia e Olanda.
















