2018-07-07
Dopo le migliaia di immigrati l’Italia salva il barcone dei Macron
Il «Lady First», yacht da 9 milioni di euro, è stato riparato a Ostia per un'avaria nel Tirreno. A recuperare la barca, giovedì, è arrivata proprio Brigitte Macron. Un'altra figuraccia per la coppia presidenziale che ama il lusso. Il leader della sinistra (distrutta) Benoît Hamon: «Il presidente non può dargli del fascista, perché adotta politiche identiche sui confini».Lo speciale contiene due articoli.Ora è chiaro perché Emmanuel Macron ha chiesto al nostro governo di tenere aperti i porti italiani. Gli servono per risolvere con la dovuta riservatezza le questioni riguardanti il nuovo barcone fiammante su cui va in crociera la moglie Brigitte.Dopo le polemiche per il progetto di una piscina fuori terra al Fort de Brégançon, la residenza ufficiale dei leader francesi in Costa Azzurra, adesso i francesi potrebbero prendersela seriamente per l'ultimo nuovo presunto acquisto extra lusso che il «presidente dei ricchi», come lo hanno bollato in patria, potrebbe, secondo indiscrezioni, aver realizzato in Italia. Si tratta di uno yacht color blu marina dei cantieri Riva, tra i più esclusivi del mondo, appartenenti al Gruppo Ferretti. Il nome è Lady First e non denota troppa fantasia, visto che vi naviga per il Mediterraneo la first lady francese Brigitte Macron. I ben informati escludono che questo gioiello dei mari verrà impiegato al largo della Libia per salvare vite umane. Sembra prediligere rotte più chic. La Verità ha scoperto che la barca, varata di recente, è arrivata mercoledì pomeriggio in stato di avaria ai cantieri Rizzardi di Ostia. L'imbarcazione aveva un problema al sistema idraulico del portellone posteriore e allora il comandante si è rivolto al più vicino porto in grado non di mettere in salvo migranti, ma di sollevare una barca di quella stazza (100 tonnellate vuoto, 110 a pieno carico) dall'acqua per poterla riparare. E nei cantieri Rizzardi si trova un «travel lift» (una specie di gru mobile per natanti) delle dimensioni giuste (alza sino a 400 tonnellate). Per l'alaggio e il varo (lo yacht è rimasto solo sospeso, ma non è stato bloccato) la spesa dovrebbe essere stata nell'ordine dei 4-5.000 euro.Il panfilo è stato tirato in secco e poi, essendo in garanzia, è stato riparato da alcuni tecnici provenienti direttamente dalla Spezia. Un intervento rapidissimo che ha permesso allo yacht di tornare in mare giovedì, nel primo pomeriggio, dopo neanche 24 ore di sosta. Uno dei responsabili dei cantieri Riva si sarebbe vantato di muoversi personalmente per due soli clienti al mondo e che questo era uno dei casi. Ma non ha fatto il nome del fortunato armatore. Ci hanno pensato gli uomini dell'equipaggio, tutti europei e perfettamente bilingui (inglese e francese) a rivelare l'arcano agli operai del cantiere. Anche se si trattava di un segreto di pulcinella. Infatti giovedì, quando la barca è tornata in mare, in banchina ha fatto capolino Brigitte Macron in persona, senza trucco e in tenuta sportiva, felpa grigia e pantalone nero secondo un testimone. Con lei due bei bimbi di circa 2 e 4 anni e, sembra, un uomo, probabilmente un amico o un parente. Aveva con sé un cane di taglia media a cui sembrava più interessata che non alla barca. La first lady non ha scambiato parola con i responsabili del cantiere, anche perché la sua presenza doveva rimanere riservata e i passeggeri si sono mossi in incognito. Il comandante aveva dichiarato che il proprietario della nave era un importante industriale francese. Ma poi è spuntata Brigitte. Era solo l'ospite? Secondo le nostre fonti, no. Curiosamente la barca non issava la bandiera francese, bensì la Red ensign britannica. Si tratta del vessillo mercantile delle unità del Regno Unito e di molte altre nazioni come Gibilterra, Bermuda, Isola di Man, ecc.Sul sito Nautica report viene definita «la bandiera più prestigiosa in termini di storia e serietà; risulta essere quella più gettonata, soprattutto (e a volte non solo) per le nuove costruzioni. I tempi di registrazione sono ridotti vedendo durate mediamente pari ai 15 giorni. La stessa garantisce elevati e congrui standard di sicurezza e una certa libertà per quanto attiene la gestione dell'equipaggio».Lady First è uno yacht a motore Riva '100 «Corsaro» che sfiora i 30 metri. È stato, a quanto ci risulta, costruito nei cantieri di La Spezia (l'altra sede produttiva dell'azienda è a Sarnico, in provincia di Bergamo) ed è stato consegnato al suo proprietario nel 2018. La responsabile del bellissimo design esterno e interno è Officina Italiana Design, lo studio fondato da Mauro Micheli insieme con Sergio Beretta.Il costo del «barcone» si aggira sui 9 milioni, circa 7 volte la nuova villa di Matteo Renzi, il quale, avrebbe ancora molto da imparare dall'amico Macron se verrà confermato che il proprietario è proprio l'inquilino dell'Eliseo o comunque la sua dolce metà. Lady First è stato progettato per ospitare comodamente 10 ospiti in 5 cabine con 6 bagni: una suite principale, 2 cabine vip, 1 cabina matrimoniale e 1 cabina con due letti. L'equipaggio (fino a 5 membri) dispone di 3 cabine standard e 2 servizi. Lady First presenta uno scafo «planante» in grp (materiale plastico rinforzato con fibre di vetro) e una sovrastruttura dello stesso materiale, mentre i ponti sono in teak, legno assai pregiato. Alimentato da 2 motori diesel da 2.435 cavalli, Lady First è in grado di raggiungere una velocità massima di 26 nodi e di navigare comodamente a 23 nodi. Grazie al serbatoio da 9.000 litri può percorrere sino 310 miglia nautiche a una velocità di crociera di 23 nodi. Le sue cisterne d'acqua immagazzinano circa 1.320 di acqua dolce.Un sito specializzato in noleggio di lusso precisa che Lady First attualmente non è ritenuto disponibile per il charter privato. Sul sito degli yacht Riva si legge: «Impossibile non notarlo, facilissimo desiderarlo. (…) Filante nel design come una punta di freccia e maestoso negli spazi e nella vivibilità, è un nuovo maxi flybridge come solo Riva poteva progettare, che abbina l'ebbrezza della sportività al piacere del lusso assoluto». Non è finita: si parla di «spazi veramente mega», di «di una vasta zona privata per l'armatore sul ponte di coperta, grazie alla cabina padronale» e di «un ampio sundeck (zona per prendere il sole, ndr) totalmente personalizzabile». Dalla Ferretti preferiscono non commentare la notizia: «Macron nostro cliente? Non ci risulta e comunque non diamo nomi di acquirenti, né prezzi, a meno che non ce lo chieda espressamente chi ha comprato». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/dopo-le-migliaia-di-immigrati-litalia-salva-il-barcone-dei-macron-2584381917.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="e-in-patria-per-leliseo-e-nemesi-siete-come-salvini" data-post-id="2584381917" data-published-at="1757506221" data-use-pagination="False"> E in patria per l’Eliseo è nemesi: «Siete come Salvini» «Il presidente Macron sui migranti non è diverso da Salvini». Con una espressione facciale che aggiunge: nonostante la prosopopea. Il conduttore televisivo s'indigna, gli sembra un'esagerazione, accenna a una protesta: «Vuole metterli sullo stesso piano?». Ma Benoît Hamon, ex leader socialista francese, tre volte ministro, candidato presidente alle ultime elezioni, oggi fondatore del movimento della sinistra ecologista, Génération-S, non arretra di un millimetro e ripete: «Non si sta comportando meglio del ministro dell'Interno italiano. Macron non può dire che Salvini è un fascista e che il suo comportamento è abominevole, sulle politiche migratorie il suo comportamento è identico». Il grido di verità che squarcia il sipario dell'ipocrisia soprattutto in casa nostra, arriva dagli studi di Bfmtv, canale all news francese nato per raccontare l'attualità e l'economia (all'inizio era semplicemente una radio) e diventato in pochi anni un luogo autorevole nel quale prende forma il dibattito politico. Nel salotto di Jean Jacques Bourdin, popolare e filo governativo Bruno Vespa transalpino, Benoît Hamon osserva il panorama internazionale da sinistra e lo trova deprimente. Non certo per il populismo e il sovranismo, ma perché il suo presidente «non è degno del voto delle classi popolari e della classe media che hanno preferito lui perché non volevano Marine Le Pen all'Eliseo». Sul fondale campeggia l'Arco di Trionfo, in primo piano c'è la Francia in imbarazzo. Perché uno degli uomini più lucidi della sinistra, delfino di Lionel Jospin e non certo attaccabile per simpatie leghiste, vede ciò che un'intera platea di intellettuali, di parlamentari del Pd, di indignados in servizio permanente fanno finta di non vedere in Italia: sui migranti le regole di ingaggio italiane si sono semplicemente adeguate a quelle francesi e spagnole. Per Emmanuel Macron l'argomento era facilmente affrontabile, bastava non dimenticare quattro regolette da post-it appeso al frigorifero: accogliere chi ha diritto (il 7%), respingere gli altri, chiudere i porti e ricordarsi di ringraziare la nostra amica Italia che se li piglia tutti. Quando Matteo Salvini e Danilo Toninelli hanno cominciato a far valere la legge non disdegnando di mostrare i muscoli, ecco subito gli insulti: «Vomitevoli, punte della lebbra populista». Vistosi recapitare il problema in casa, monsieur Macron ha immediatamente virato verso il capriccio. Come vi permettete? «L'accoglienza è sovrana». Quella di tutti, tranne che la sua. C'è un termine per fotografare un simile atteggiamento: opportunismo. Per questo le isterie del presidente francese - ritenute così chic e così umanitarie da una dolente umanità annoiata e forse rosa dal senso di colpa a Roma - non potevano che essere ritenute tali e opportunamente spernacchiate in patria, dove la sua ambigua politica sui migranti non era passata inosservata, soprattutto a sinistra. Durante il talk show Bourdin Direct, Hamon non si è trattenuto, è andato lungo e ha svelato il finale del film: «Macron sta aiutando i ricchi ad aumentare le loro ricchezze; considera l'Europa un luogo in cui si debbano fare accordi solo con i tedeschi; se concede qualche euro ai poveri poi li controlla per sapere cosa ne fanno, come se fossero irresponsabili. Sui migranti, lui ha messo al bando una parte dell'umanità dalla nazione francese; è come se in una festa di Paese con 1.500 persone, si lasciasse fuori l'unico che arriva da Oltremare. Uno su 1.500, non possiamo accoglierlo? Macron fa del razzismo sociale». Un dito nell'occhio. Un leader della sinistra francese dipinge uno scenario un po' diverso da quello narratoci per convenienza da quella italiana. Forse perché la sua exception culturelle sta proprio nel saper guardare in faccia alla realtà. Giorgio Gandola
Il ministro della Giustizia carlo Nordio (Imagoeconomica)