2025-06-05
Ok definitivo al Decreto Sicurezza. Case più protette, la sinistra strepita
L’originale protesta delle opposizioni al Decreto Sicurezza, ieri nell’aula di Palazzo Madama (Ansa)
Il Senato approva la legge che prevede maggiori tutele per i proprietari vittime di occupazioni abusive e per gli agenti. Stretta su borseggiatrici e truffe agli anziani. L’opposizione si butta per terra e grida allo scandalo.Quattro agenti feriti e celle devastate nel carcere di Genova. Le violenze sarebbero state originate da un regolamento di conti interno dopo lo stupro di un galeotto.Lo speciale contiene due articoli «Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza al Senato, il governo compie un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa. Legalità e sicurezza sono pilastri della libertà. E noi continueremo a difenderli con determinazione», ha scritto su X il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Approvato dalla Camera il 29 maggio scorso, l’Aula del Senato ha confermato ieri la fiducia con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione. La legge che detta disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario, è composta da 39 articoli che introducono 14 nuovi reati e nove aggravanti di delitti già esistenti, oltre a varare un nutrito pacchetto di tutele per le forze dell’ordine, ampliare i poteri dei servizi segreti (seppur in misura nettamente inferiore rispetto alla proposta originale) e vietare la produzione e la commercializzazione della cannabis light. Ma c’è anche il reato di detenzione di materiale con finalità di terrorismo; più determinazione contro le occupazioni abusive, accelerando gli sgomberi e proteggendo famiglie, anziani e proprietari onesti; il rafforzamento degli strumenti a disposizione delle Forze dell’Ordine; la possibilità di revocare la cittadinanza fino a dieci anni dalla condanna; l’ampliamento del Daspo urbano; la punizione per chi usa ragazzi fino a 16 anni per l’accattonaggio; la stretta sulle detenute madri, sulle truffe agli anziani e sui borseggi. Il blocco stradale diventa reato ed è prevista l’aggravante per punire i no Ponte e no Tav. L’approvazione è arrivata in una giornata parlamentare caratterizzata dalla protesta delle opposizioni, con i senatori che si sono seduti a mo’ di blocco stradale al centro dell’Aula e una rissa sfiorata tra Carlo Calenda e Alberto Balboni. Nel suo intervento, rivolgendosi alle opposizioni, il senatore di Fdi, a capo della commissione Affari costituzionali, ha detto: «Per chi propugna la dottrina Salis e porta in Parlamento chi predica le occupazioni abusive, capisco che preferite stare dalla parte della criminalità organizzata anziché della povera gente. State dalla parte degli agenti feriti o dei manifestanti?. Voi siete quelli che andavate in carcere a trovare i terroristi e i mafiosi. Capisco che vogliate stare dalla parte della criminalità». Parole che hanno scatenato la replica delle opposizioni, con alcuni esponenti dem e M5s che hanno provato a raggiungere i banchi dei partiti di maggioranza, arrivando quasi allo scontro fisico. «Se vuoi fare il fascista di Colle Oppio ci vediamo a Colle Oppio. A me non puoi accostarmi alla criminalità organizzata», ha tuonato il leader di Azione Calenda che ha cercato di raggiungere il banco dove era seduto lo stesso Balboni, fermato dai commessi che si sono interposti. Da lì il sit in di protesta dei senatori di Pd, M5s e Avs che si sono seduti davanti ai banchi del governo urlando «Vergogna vergogna», mostrando alcuni cartelli con le scritte «Denunciateci tutti», con riferimento al reato di blocco stradale introdotto dalla norma. Seduta sospesa dal presidente Ignazio La Russa, ma alla ripresa dei lavori nuove scintille per l’intervento della senatrice leghista Nicoletta Spelegatti, che ha accusato le opposizioni di fare «un teatro dell’assurdo» e di «non ascoltare». Intanto per il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, «il Decreto Sicurezza è un provvedimento strategico, fortemente voluto da questo governo, che introduce nuovi ed efficaci strumenti per rafforzare il contrasto a criminalità e terrorismo, garantire una maggiore protezione dei cittadini, in particolare dei più fragili, e valorizzare il lavoro quotidiano delle nostre Forze dell’ordine. Ma non c’è nessuna punizione del dissenso, men che meno con il carcere». «Sono molto contento perché finalmente il dl Sicurezza è una legge in cui ci sono alcune norme di civiltà che migliorano la qualità della vita in tante nostre periferie», ha detto il segretario della Lega e ministro dei Trasporti Matteo Salvini mentre per il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, «la sinistra ha fatto ostruzionismo per circa due anni al decreto per difendere Askatasuna e i violenti che occupano case, chi fa manifestazioni aggredendo e ferendo poliziotti e carabinieri. Noi siamo dalla parte della legge e dell’ordine».«La mia indignazione è a un punto senza ritorno» ha detto il leader di Iv Matteo Renzi che è andato all’attacco della maggioranza («Vi stanno rendendo degli schiaccia-tasti») e degli articoli sulle intercettazioni e sugli agenti dei servizi non punibili anche in caso di direzione di organizzazioni terroristiche. «Ma siete impazziti? Se i servizi vogliono compiere un colpo di Stato possono farlo!», ha concluso.«Abbiamo protestato in Aula per la vergognosa gestione del Decreto Sicurezza e la sudditanza della maggioranza verso il governo» ha detto il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, mentre il collega del M5s Roberto Scarpinato ha sottolineato che «il Movimento si impegnerà davanti agli elettori a inserire nel proprio programma politico al primo punto l’abolizione di questa legge vergogna».E per festeggiare il successo della nuova norma, i deputati e i senatori di Fratelli d’Italia hanno organizzato ieri pomeriggio un flash mob sotto Palazzo Madama. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/decreto-sicurezza-definitivo-sinistra-strepita-2672315609.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="detenuti-in-rivolta-al-marassi" data-post-id="2672315609" data-published-at="1749115891" data-use-pagination="False"> Detenuti in rivolta al Marassi È di due agenti feriti portati in ospedale, uno per trauma al braccio e uno alla gamba, due medicati sul posto e diverse celle devastate il bilancio della rivolta scoppiata ieri nel primo pomeriggio nel carcere del quartiere genovese di Marassi. I disordini sono scoppiati poco prima delle 14. La situazione all’interno è stata gestita dalla penitenziaria, mentre all’esterno la struttura era presidiata dagli uomini di polizia, carabinieri, Guardia di finanza e polizia locale in tenuta antisommossa, pronti a intervenire nel caso in cui la situazione fosse degenerata. Secondo quanto ricostruito, alcuni detenuti hanno dato inizio ai tumulti aprendo le celle e scatenando il caos; certi sono anche saliti sui tetti e sul camminamento perimetrale delle mura di cinta, ma sono scesi spontaneamente, mentre altri si sono aggrappati alle inferriate delle finestre. «Grazie all’intervento di oltre 100 agenti della polizia penitenziaria, molti dei quali provenienti da altre carceri liguri, sono da poco rientrati i disordini al penitenziario di Genova Marassi. Un agente sarebbe rimasto lievemente ferito, mentre non vi sarebbero contusi tra i detenuti. Ingenti, invece, i danni al piano terra della seconda sezione, che comprende anche aule scolastiche. Sarebbero ancora in corso le operazioni per rimettere in sicurezza il penitenziario», ha riferito il segretario generale del sindacato di Uilpa della polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio. Lo stesso De Fazio ha reso noto che la rivolta sarebbe originata in atto di vendetta contro uno stupro avvenuto nella prigione nei giorni scorsi. Scrive infatti in una nota il segretario generale: «Circa 200 detenuti della seconda sezione del carcere si sono portati al piano terra e starebbero vandalizzando i locali nell’intento di regolare i conti con altri reclusi, pare sei, che avrebbero violentato un altro detenuto, per il quale è stato necessario l’accompagnamento in ospedale per le cure». Il motivo della sommossa sarebbe anche la ragione per cui «non ci sono state evasioni né atti ostili contro il personale di polizia penitenziaria», solo (si fa per dire) «un violento regolamento di conti tra detenuti», come denuncia Francesco Migliorelli, vicesegretario regionale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Ai progressisti non pareva vero di poter tornare sul tema delle carceri, affrontando solo l’ultimo segmento del problema e non la radice. «Quanto è accaduto nel carcere di Marassi è l’ennesima conferma di un sistema penitenziario al collasso ed è solo l’ultima di una lunga serie di segnali di allarme che non possiamo più ignorare», ha detto Armando Sanna, capogruppo Pd in Regione Liguria. «Non si può continuare a rispondere solo con misure repressive: servono politiche strutturali, investimenti seri, più personale e una visione che metta al centro la dignità di chi lavora e di chi sconta una pena. Il carcere non può e non deve essere un luogo dove i diritti si sospendono». A questo si è aggiunto quanto dichiarato dal deputato di Azione, Fabio Benzone: «Marassi è solo la punta dell’iceberg di un sistema penitenziario ormai al collasso, ignorato da chi governa e trattato come un semplice contenitore per ciò che la società non riesce a prevenire e gestire». E continua: «È una tragedia annunciata. Non per responsabilità dei detenuti né degli agenti penitenziari, ma perché ci troviamo di fronte a un istituto con un tasso di sovraffollamento superiore al 120% e una carenza cronica di circa il 40% del personale necessario». Dal governo, «piena solidarietà alle forze dell’ordine e massima vicinanza agli agenti rimasti feriti durante i disordini», nelle parole di Edoardo Rixi, viceministro del Mit, che aggiunge: «Il carcere di Marassi è una struttura vecchia e inadeguata. Ne serve una nuova, efficiente».
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)