2018-03-22
Trump salva l'Ue dai dazi: riparte la corsa alle materie prime
Il presidente Usa ha deciso nuove sanzioni contro la Cina per oltre 50 miliardi di dollari. Bruxelles festeggia: Washington la esenta dalle tariffe. Ma grazie alla svolta della Casa Bianca, gli investitori sui mercati globali puntano sui metalli per evitare di essere danneggiati dal protezionismo americano. Buone prospettive di crescita per i fondi specializzati targati Jp Morgan e Deutsche am Il presidente statunitense Donald Trump ha pronte nuove tariffe e sanzioni contro la Cina per un valore di almeno 50 miliardi di dollari. Le misure, decise per punire Pechino per il furto di segreti tecnologici e commerciali, colpiranno l'import cinese in cento categorie commerciali e imporranno restrizioni agli investimenti cinesi negli Stati Uniti. L'Ue, dopo il vertice a Washington tra commissario Ue al Commercio, Cecilia Malmström, e il segretario Usa al Commercio, Wilbur Ross, è abbastanza serena di venire esentata dai dazi su acciaio e alluminio. Ma dallo scandalo dieselgate sino alla bufera sulla svolta protezionistica a stelle e strisce, i metalli industriali restano al centro di una vera e propria scommessa sugli investimenti in materie prime che generalmente offrono prezzi da saldo ma il cui andamento è legato a doppio filo ad alcuni settori trainanti delle economie europee. Primi tra tutti quelli automobilistici, delle costruzioni e delle infrastrutture e poi tutto il mondo della metallurgia industriale, che sta traendo benefici dagli effetti dell'automazione. «Un impeto di rinnovamento già cavalcato dai Falck con un impegno fortissimo alla diversificazione sulle rinnovabili che sta ripagando sforzi e investimenti degli ultimi anni», sottolinea Claudia Segre, presidente della Global thinking foundation, fondazione che vuole aumentare la cultura finanziaria in Italia. «Lo stesso impegno che con la digitalizzazione dei processi produttivi vede Danieli raccogliere i frutti di un'attività decennale che permette un posizionamento internazionale solido di fronte anche alla guerra dei prezzi, che vede gli europei stretti tra cinesi e americani». Con riferimento alla saga commerciale scatenatasi tra gli Usa e l'Unione europea, i dati dell'export di acciaio europeo verso gli Stati Uniti parlano di un valore oltre 4 miliardi di euro e per il 2018 son già stati calcolati danni per circa circa 800 milioni di euro, se verrà applicato un incremento sanzionatorio del 25% sulle importazioni. A questo bisogna aggiungere almeno altri 200 milioni di euro calcolati sulla base di un valore dell'export di alluminio europeo pari a 1,2 miliardi. «Ciò che però, più delle sanzioni minacciate dagli Usa, può creare problemi ai titoli azionari legati alla metallurgia sono le prospettive di crescita economica europee minacciate dalle guerre commerciali e la rivoluzione industriale dell'automotive che vede tutta l'attenzione rivolta alla svolta elettrica», spiega la Segre. Ed è proprio quest'ultimo fattore che sposta l'attenzione verso altri metalli derivati da minerali quali rame, cobalto e nickel. «Gli analisti si aspettano che voleranno le quotazioni di Etf legati a questi elementi e i rendimenti delle azioni delle miniere collocate soprattutto in Paesi emergenti». INFOGRAFICA !function(e,t,n,s){var i="InfogramEmbeds",o=e.getElementsByTagName(t)[0],d=/^http:/.test(e.location)?"http:":"https:";if(/^\/{2}/.test(s)&&(s=d+s),window[i]&&window[i].initialized)window[i].process&&window[i].process();else if(!e.getElementById(n)){var a=e.createElement(t);a.async=1,a.id=n,a.src=s,o.parentNode.insertBefore(a,o)}}(document,"script","infogram-async","https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js"); Su quali investimenti puntare dunque in questo settore? Gli strumenti non mancano: oltre all'investimento diretto in titoli azionari, non mancano Etf e fondi. Tra gli Etf, spiega Bernardo Calini, consulente finanziario indipendente e quindi non legato a interessi bancari, c'è l'Etf di Spdr, l'S&P global natural resources etf oppure quello firmato da Vaneck, il Vectors steel etf: quest'ultimo investe almeno l'80% del patrimonio complessivo in società coinvolte nel settore dell'acciaio. Non mancano poi fondi di investimento specializzati nei metalli. Sempre secondo la selezione dell'esperto ci sono prospettive di crescita per il Deutsche am smart industrial technologies ld e il Jp Morgan funds - global natural resources, entrambi comparti che puntano su società legate allo lo sviluppo, la raffinazione, la produzione e la commercializzazione a livello mondiale di prodotti quali nickel, rame, alluminio, ferro e acciaio. Ci sono poi i titoli dei grandi colossi del settore come Thyssenkrupp, Tenaris, Danieli e Arcelormittal. In questo, caso, però, il consiglio è sempre quello di stare ben attenti. Chi investe direttamente in titoli azionari deve sempre essere pronto a digerire qualche scossone di mercato.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».