
Per sette connazionali su dieci è il pasto di famiglia, da mangiare almeno una volta al mese, cucinato perlopiù seguendo tradizioni tramandate da generazioni. E in generale le carni bianche continuano ad essere le più scelte.Si è tenuta il 2 ottobre scorso l’ottava edizione del Pollo Arrosto Day, giornata istituita da Unaitalia, l’Associazione nazionale produttori di carni bianche, per celebrare la tradizione italiana del pollo arrosto. La carne di pollo è quella che gli italiani mangiano di più e il pollo arrosto con patate è per 7 italiani su 10 (dati AstraRicerche per Pollo Arrosto Day 2024) il piatto di famiglia. E per famiglia si intende anche la nonna. Il 2 ottobre infatti è anche la Festa dei Nonni e quest’anno la celebrazione è stata congiunta, anche in virtù dei risultati dell’indagine AstraRicerche: il 93,4% delle nonne cucina il pollo arrosto e più di 1 intervistato su 4 dichiara di usare la ricetta della nonna. Per gli italiani il pollo arrosto è legato all’infanzia, alla cucina della mamma (40%) e alla domenica a casa dei nonni (29,5%), fa parte di un’eredità culturale e familiare in quanto piatto della memoria tramandato di generazione in generazione, il secondo dopo le lasagne (45,1%). E prima di polpette (29,3%) e pasta all’uovo (16,7%). Non a caso 7 italiani su 10 lo cucinano almeno una volta al mese. Spiega Antonio Forlini, presidente di Unaitalia: «Il Pollo Arrosto Day è un’occasione per scoprire trend e curiosità su una carne 100% made in Italy, la più consumata dagli italiani, che piace a tutti per sua versatilità e la trasversalità, per le sue proprietà nutrizionali, il gusto e la facilità di preparazione. Ma anche il suo forte legame con la cultura italiana, le ricette tradizionali e quindi la memoria collettiva gastronomica. A confermare il trend, la crescita dei consumi pro-capite (+2,9%) arrivati a 21,38 kg. Non si arresta la passione degli italiani per le carni bianche, che continuano ad essere le più amate con il 35% degli acquisti domestici».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/dai-nonni-ai-nipotini-il-pollo-con-patate-mette-daccordo-tutti-2669333037.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="qualche-domanda" data-post-id="2669333037" data-published-at="1728242897" data-use-pagination="False"> Qualche domanda Con queste domande togliamo qualche curiosità riguardante il pollo Perché fa bene mangiare pollo? Il pollo è ricco di proteine nobili, a loro volta contenenti tutti gli amminoacidi essenziali, di vitamine del gruppo B - ottime per la struttura muscolare e la crescita dei tessuti - e povero di grassi, che sono in prevalenza i cosiddetti grassi omega-6 e omega-3. Si tratta di una pietanza consigliata a tutti, compresi anziani e bambini. Perché si mangia il pollo con le patate? Il pollo presenta una carne molto magra e molto povera di carboidrati, dunque per farne un pasto completo va abbinato a una fonte di carboidrati, ecco che entrano in gioco le patate, solitamente usate come contorno delle carni. Con l’aggiunta poi di verdure, il pasto è perfettamente completo. Cosa cambia tra pollo con pelle e pollo senza pelle? Il pollo presenta una lieve differenza tra parti più magre e parti più grasse: la coscia del pollo, tipicamente più morbida e succosa rispetto al petto, presenta più lipidi e colesterolo e meno proteine. Il petto è la parte più magra del pollo. In 100 grammi di carne cruda di pollo intero troviamo mediamente 110 calorie, 76 g di acqua, 20 g di proteine, 3,6 g di lipidi e 75 mg di colesterolo. Il petto di pollo senza pelle è certamente la parte più dietetica del pollo perché contiene pochissimi grassi, soprattutto insaturi. Se ci lasciamo la pelle avremo più grassi, proteine e calorie. 170 g di petto di pollo al forno, alla griglia o al forno con la pelle forniscono 332 calorie, 12 grammi di grassi e 50 grammi di proteine. il petto di pollo con la pelle comporta un aumento dell’apporto lipidico (trigliceridi) di circa il 300%. Con la pelle, l’aumento di colesterolo totale nel petto di pollo è di circa il 30%. Nella carne di pollo senza pelle cruda abbiamo circa 3,6 g di lipidi ogni 100 g di carne, in media. La carne con pelle cruda presenta una media di 10,6 g ogni 100 g. Per quanto riguarda il colesterolo, il taglio senza pelle presenta in media 93 mg ogni 100 g di pollo, senza pelle circa 75 mg ogni 100 g. Naturalmente tenete anche in considerazione il fatto che il peso della pelle in un pezzo di pollo non è pari a quello della carne di quello stesso pezzo. È vero che il pollo ruspante si riconosce dal colore giallo? Il pollo potrebbe anche essere ruspante ma non giallo. Il colore giallo delle sue carni dipende dall’alimentazione. Il pollo alimentato con frumento avrà carni rosate, quello nutrito con mais le avrà giallognole. Ciò dipende dal fatto che il mais contiene più carotenoidi rispetto al frumento. Per pollo ruspante si intende un pollo allevato libero, all’aperto e nutrito con mangimi genuini, tipicamente mais, ecco perché il pollo ruspante è di solito più giallo di quello allevato in altro modo. Cos’è il petto di pollo con le strisce bianche? Il fenomeno si chiama white striping e si configura, appunto, nella presenza di strisce bianche in particolare sul petto. Secondo alcune associazioni animaliste, il white striping dipende dal veloce accrescimento del peso dei polli in batteria: il rapido sviluppo della muscolatura non consentirebbe l’afflusso di sangue a tutte le fibre, quelle rimaste senza si infiammerebbero e poi morirebbero per carenza di ossigeno, dopodiché sarebbero sostituite da tessuto connettivo. Secondo altri non ha niente a che vedere con questo. Il white striping non è solo una questione estetica, ma anche nutrizionale: il petto di pollo col white striping ha più grassi e meno proteine di un petto di pollo senza. Tuttavia, il petto di pollo ha veramente pochissimi grassi, 0,8 g per 100 g e poiché il white striping può aumentare il grasso di anche il 220%, avremo comunque poco più di 2 g di grasso in più per 100 g di pollo. In sostanza, il petto di pollo diviene «grasso» meno del pollo con la pelle. Perché mangiare carne di pollo contrasta ansia e depressione? Secondo uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Critical Reviews in Food Science and Nutrition, mangiare carne migliora il benessere mentale e scongiura il rischio di ansia e depressione, mentre nel libro del medico americano Georgia Ede, specializzazione in psichiatria nutrizionale e metabolica, Change Your Diet, Change Your Mind, si spiega perché la rinuncia alle carni possa minare il benessere mentale: «Siamo abituati a sentire che la carne è pericolosa per la nostra salute generale, compresa la salute del cervello, e che i vegetali sono il modo migliore per nutrire e proteggere il nostro cervello. In realtà, è vero esattamente l’opposto. I prodotti animali sono essenziali per la salute mentale. La carne è ricca di sostanze nutritive come zinco, vitamina B12 e colina, che sono collegate a una migliore salute mentale e sono più difficili da trovare negli alimenti vegani. Puoi soddisfare il tuo fabbisogno proteico attraverso una dieta vegana e vegetariana se la pianifichi attentamente, ma mangiare carne va ben oltre le sole proteine. Molti degli altri nutrienti essenziali sono più difficili, se non in alcuni casi impossibili, da ottenere dai vegetali. La carne è l’unico alimento che contiene tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno nella loro forma corretta ed è anche l’alimento più sicuro per i nostri livelli di zucchero nel sangue e di insulina». La revisione sistematica del 2021 condotta su 18 studi ha confrontato 160.257 partecipanti tra 11 e 96 anni (il 53% donne) provenienti da Europa, Asia, Nord America e Oceania, di cui 149.559 consumatori di carne e 8.584 non consumatori. In undici studi i risultati sono stati inequivocabili: i vegetariani presentavano una probabilità del 35,2% di sviluppare depressione maggiore, rispetto al 19,1% dei consumatori di carne. I vegetariani presentavano disturbi d’ansia per il 20,4%, del 31,5% e del 31,5%, rispettivamente per un mese, dodici mesi e per tutta la vita. Per i carnivori, invece, i valori risultanti erano 10,7%, 17% e 18,4%.
iStock
L’episodio è avvenuto a Lucca: la donna alla guida del bus è stata malmenata da baby ubriachi: «Temo la vendetta di quelle belve».
Città sempre più in balia delle bande di stranieri. È la cronaca delle ultime ore a confermare quello che ormai è sotto gli occhi di tutti: non sono solamente le grandi metropoli a dover fare i conti con l’ondata di insicurezza provocata da maranza e soci. Il terrore causato dalle bande di giovanissimi delinquenti di origine straniera ormai è di casa anche nei centri medio-piccoli.
Quanto accaduto a Lucca ne è un esempio: due minorenni di origine straniera hanno aggredito la conducente di un autobus di linea di Autolinee toscane. I due malviventi sono sì naturalizzati italiani ma in passato erano già diventati tristemente noti per essere stati fermati come autori di un accoltellamento sempre nella città toscana. Mica male come spottone per la politica di accoglienza sfrenata propagandata a destra e a manca da certa sinistra.
Zohran Mamdani (Ansa)
Le battaglie ideologiche fondamentali per spostare i voti alle elezioni. Green e woke usati per arruolare i giovani, che puntano a vivere le loro esistenze in vacanza nelle metropoli. Ma il sistema non può reggere.
Uno degli aspetti più evidenti dell’instaurazione dei due mondi sta nella polarizzazione elettorale tra le metropoli e le aree suburbane, tra quelle che in Italia si definiscono «città» e «provincia». Questa riflessione è ben chiara agli specialisti da anni, rappresenta un fattore determinante per impostare ogni campagna elettorale almeno negli ultimi vent’anni, ed è indice di una divisione sociale, culturale ed antropologica realmente decisiva.
Il fatto che a New York abbia vinto le elezioni per la carica di sindaco un musulmano nato in Uganda, di origini iraniane, marxista dichiarato, che qualche mese fa ha fatto comizi nei quali auspicava il «superamento della proprietà privata» e sosteneva che la violenza in sé non esista ma sia sempre un «costrutto sociale», così come il genere sessuale, ha aperto un dibattito interno alla Sinistra.
Jean-Eudes Gannat
L’attivista francese Jean-Eudes Gannat: «È bastato documentare lo scempio della mia città, con gli afghani che chiedono l’elemosina. La polizia mi ha trattenuto, mia moglie è stata interrogata. Dietro la denuncia ci sono i servizi sociali. Il procuratore? Odia la destra».
Jean-Eudes Gannat è un attivista e giornalista francese piuttosto noto in patria. Nei giorni scorsi è stato fermato dalla polizia e tenuto per 48 ore in custodia. E per aver fatto che cosa? Per aver pubblicato un video su TikTok in cui filmava alcuni immigrati fuori da un supermercato della sua città.
«Quello che mi è successo è piuttosto sorprendente, direi persino incredibile», ci racconta. «Martedì sera ho fatto un video in cui passavo davanti a un gruppo di migranti afghani che si trovano nella città dove sono cresciuto. Sono lì da alcuni anni, e ogni sera, vestiti in abiti tradizionali, stanno per strada a chiedere l’elemosina; non si capisce bene cosa facciano.
Emanuele Orsini (Ansa)
Dopo aver proposto di ridurre le sovvenzioni da 6,3 a 2,5 miliardi per Transizione 5.0., Viale dell’Astronomia lamenta la fine dei finanziamenti. Assolombarda: «Segnale deludente la comunicazione improvvisa».
Confindustria piange sui fondi che aveva chiesto lei di tagliare? La domanda sorge spontanea dopo l’ennesimo ribaltamento di fronte sul piano Transizione 5.0, la misura con dote iniziale da 6,3 miliardi di euro pensata per accompagnare le imprese nella doppia rivoluzione digitale ed energetica. Dopo mesi di lamentele sulla difficoltà di accesso allo strumento e sul rischio di scarse adesioni, lo strumento è riuscito nel più classico dei colpi di scena: i fondi sono finiti. E subito gli industriali, che fino a ieri lo giudicavano un fallimento, oggi denunciano «forte preoccupazione» e chiedono di «tutelare chi è rimasto in lista d’attesa».






