Per fare questa torta di mele e noci che noi abbiamo chiamato di Biancaneve in omaggio alla fiaba, abbiamo usato due tipi di mele antiche: le annurche campane, ma ormai diffuse ovunque e le rosa dei Sibillini. Sono melette che nulla concedono all’estetica, tutto al gusto.
Per fare questa torta di mele e noci che noi abbiamo chiamato di Biancaneve in omaggio alla fiaba, abbiamo usato due tipi di mele antiche: le annurche campane, ma ormai diffuse ovunque e le rosa dei Sibillini. Sono melette che nulla concedono all’estetica, tutto al gusto. È il tempo delle mele! No, nessuna nostalgia dei colossal lacrimevoli (ma che belli che erano?) degli anni Ottanta, e tutta la possibile solidarietà al Principe che con un bacio compie un gesto di umanità e d’amore! Il tempo delle mele è l’inverno perché questi frutti straordinari che fanno parte da millenni della nostra dieta – non si ricorderà mai abbastanza che il pasto dei romani era ab ovo ad mala e che questa locuzione era diventata una sorta di definizione di una traiettoria compresa quella dell’esistenza terrena – sono alleati del nostro benessere e della nostra salute. Ci danno sufficiente energia, tanta fibra, vitamina C che ci serve durante i mesi freddi, si preoccupano di tenere in salute il nostro apparato gastrico, sono amiche della pelle e sono un ottimo rompi-fame. E poi noi in Italia abbiamo una quantità di cultivar invidiabile e siamo i migliori produttori del mondo: spesso non ci ricordiamo che una mela su quattro consumata in Europa è italiana. Per fare questa torta di mele e noci (altro frutto benefico per l’inverno grazie al concentrato di vitamine, di oli insaturi e di polifenoli) che noi abbiamo chiamato di Biancaneve in omaggio alla fiaba (ma pensate anche a Eva o a Guglielmo Tell che con la musica di Gioacchino Rossini, uno che sapeva mangiare, diventa eccezionale ) e risvegliare il gusto, noi abbiamo usato due tipi di mele antiche: le annurche campane, ma ormai diffuse ovunque e le rosa dei Sibillini. Sono melette che nulla concedono all’estetica, tutto al gusto. Ingredienti - 750 grammi di mele rosa dei Sibillini e/o annurche (potete usare qualsiasi mela), 250 grammi di farina 0, 170 grammi di zucchero, 1120 grammi di burro di primo affioramento, 150 millilitri di latte intero, 16 grammi di lievito disidratato per dolci, un pizzico di sale, 20 noci, 2 uova, un limone non trattato, zucchero a velo q.b., panna da montare già zuccherata 125 millilitri (facoltativa). Procedimento - Battete a “bianco” con le fruste elettriche o nella planetaria le uova con lo zucchero aggiungendo all’ultimo un pizzico di sale. Nel frattempo sbucciate le mele (tenetene da parte due intere) mondatele dal torsolo e fatele a cubetti avendo cura di irrorale con succo di limone perché non si anneriscano. Sgusciate le noci e tritate grossolanamente i gherigli. Fate fondere 100 gr di burro e portateli di nuovo a temperatura ambiente. Ora sempre lavorando con le fruste o nel bicchiere della planetaria aggiungete il burro fuso, una generosa grattugiata della buccia di limone (attenzione a non intaccare l’albedo, la parte bianca, perché dà amaro) poi piano piano la farina e il lievito. Lasciate impastare e a filo versate il latte che deve essere a temperatura ambiente. Lavorate ancora a velocità moderata l’impasto e aggiungete i cubetti di mela e le noci. Impastate ancora fino a ottenere un composto omogeneo e morbido. Ora con i 20 gr di burro rimasti imburrate una tortiera da 22 cm e cospargete con un po’ di zucchero le pareti e il fondo del contenitore. Fate a fette sottili senza sbucciarle e avendole private del torsolo le due mele che avete tenuto da parte. Ora versate nella tortiera il composto livellatelo bene e guarnite con le fettine di mela. Andate in forno statico a 180° per 55/60 minuti. Nel frattempo se volete montate la panna. Una volta sfornata la torta lasciatela intiepidire. A questo punto spolveratela con generosità di zucchero a velo e volendo guarnite ogni fetta con un ciuffo di panna. Come far divertire i bambini - Fate guarnire ai più piccoli la torta con le fettine di mela e poi quando il dolce esce dal forno concedete loro il privilegio della “nevicata” di zucchero a velo, ma anche della prima fetta. A proposito: le mele sono “ingrediente” di tantissime fiabe, nell’attesa del forno raccontatene una. Abbinamento - Abbiamo optato per un passito vicentino da uve Vespaiola, il Torcolato di Breganze. Ma vanno benissimo tuti i passiti d’Italia. Visto che il Trentino è patria di meleti possiamo anche provare un Vino Santo (a base di Nosiola) o un Moscato giallo.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».






