2025-11-19
Colpevolizzare tutti i maschi per la violenza sulle donne creerà solo giovani più fragili
Etichettare gli uomini bianchi come potenziali criminali non fermerà i femminicidi. La condanna generalizzata, ora perfino a scuola, provoca invece angoscia nei ragazzi.Ci parlano di femminicidi. In realtà ci assordano. Il signor Gino Cecchettin, padre di una figlia brutalmente assassinata, chiede corsi di prevenzione scolastica. Abbiamo una cinquantina di cosiddetti femminicidi l’anno su una popolazione di 60 milioni di abitanti. Ogni anno le donne assassinate sono poco più di cento, a fronte di 400 omicidi di maschi di cui non importa un accidente a nessuno. Abbiamo circa tre morti sul lavoro al giorno, al 98% maschi: anche di questi importa poco a tutti, a cominciare dal sindacalista Maurizio Landini, troppo impegnato in politica estera fantastica per occuparsi di loro. I suicidi sono circa 4.000 l’anno, e di questi 800 circa sono donne e 3.200 uomini. Il numero dei suicidi dei maschi è approssimato per difetto, perché molti maschi non dichiarano nulla e simulano l’incidente.L’emergenza statistica in questa nazione è quindi il suicidio degli uomini, e qualsiasi narrazione che porti a presentare i maschi in quanto tali come criminali a prescindere, o comunque potenzialmente criminali, è sbagliata e pericolosa. C’è un’assoluta indifferenza per i crimini contro le donne commessi da immigrati, quindi il sospetto è che lo scopo di tutti questi discorsi sia generare il disprezzo per la civiltà occidentale cristiana, ribattezzata «patriarcato», non proteggere le donne.Si tratta di narrazioni che creano angoscia non sempre risolvibile negli adolescenti maschi quando propinate dalla scuola; narrazioni che aumentano il già abbastanza dannoso vittimismo nelle donne. Una donna che uccide il suo bambino, che commette infanticidio, è una donna che commette il male, un male anche più grave dell’orrendo omicidio di Giulia Cecchettin, perché la madre è il primo difensore del bambino. Eppure ci parlano pochissimo degli infanticidi. Se la madre macella il suo bambino prima della nascita esercita il suo diritto e la macellazione della creatura umana che lei porta deve essere fatta a spese dello Stato, negli ospedali statali da medici che poi sono considerati medici normali e ai quali può essere affidata la cura della gravidanza di un’altra donna. Se siete incinte, informatevi, non fate seguire la vostra gravidanza da un medico che fa aborti. Come testimoniano i medici ex abortisti, eseguire aborti fa perdere di lucidità sul valore del feto e della sua vita. I medici abortisti sono più facilmente portati a consigliare l’aborto anche per malformazioni non gravi o non sicuramente diagnosticate. Ho visto gli aborti, sono bassa macelleria, corpicini smembrati senza anestesia nel sangue e nel dolore. Se vi hanno raccontato che sono altro, vi hanno mentito. Eppure nessuno organizza corsi scolastici contro l’aborto. Anzi: nelle cosiddette lezioni di educazione sessuale l’aborto è presentato come una normale alternativa. Se la madre uccide il suo bambino dopo la nascita, sgozzandolo, seppellendolo vivo in giardino, buttandolo nella spazzatura in un sacchetto o anche senza sacchetto ci spiegano che era disperata, non era stata sostenuta, aveva un black out nella mente. Le donne quindi sono individui senza capacità di intendere e di volere, irresponsabili, che quando si sentono smarrite diventano assassine? Il male esiste. Una donna che uccide la sua creatura sta commettendo il male. Questo però contrasta con la narrazione che vede tutte le donne come buone. Il descrivere tutti i maschi come malvagi aumenta la già terribile pressione sugli uomini, una pressione che alimenta più di 3.000 suicidi l’anno, e pure il disprezzo, le ingiustizie che sempre più spesso sono commesse nelle separazioni, che possono lasciare un uomo innocente senza casa, senza figli e senza denaro. L’irresponsabilità o è un diritto di tutti o di nessuno. Se una madre ha il diritto insindacabile di abortire, senza dare spiegazioni, perché non ha voglia di essere la madre di quel figlio, un uomo dovrebbe avere l’altrettanto insindacabile diritto di non pagare gli alimenti... Torniamo al femminicidio. Un centinaio di donne su 30 milioni di donne costituiscono, 0,0003%. Di questi omicidi, solo alcuni possono essere considerati femminicidi: una donna assassinata per rapina non è un femminicidio, una donna assassinata dalla figlia per motivi di eredità o dalla propria madre per motivi di odio, non rappresentano un femminicidio. L’esatta definizione di femminicidio è: un uomo uccide una donna che lo rifiuta perché l’uomo trova il rifiuto insopportabile. I veri femminicidi sono più o meno una cinquantina, quindi 50 su 30 milioni di donne. L’idea del signor Cecchettin sul fatto che tutti i maschi italiani debbano essere rieducati è tragicamente sbagliata per tre motivi: rieducare una popolazione dove i devianti sono 50 ogni 30 milioni, lo 0,0002%, è una spaventosa forma di discriminazione, una maniera di criminalizzare innocenti. Il secondo punto senza senso della proposta è l’idea molto ingenua che una persona che commette un omicidio si possa fermare perché ha sentito sull’argomento una lezione a scuola. Sono impressionata dal fatto che il ministro della Pubblica istruzione stia permettendo queste teorie. Il terzo punto della proposta del signor Cecchettin è il particolare che verrebbero rieducati - secondo la sua idea di educazione - solamente i cittadini che vanno a scuola. Restano fuori tutti gli immigrati, quindi questa proposta non ha niente a che fare con la vera difesa delle donne. Coloro a cui interessa la difesa delle donne fanno due proposte: primo, chiudere le frontiere all’arrivo di maschi islamici in età militare; secondo, vietare la pornografia. Chi non fa queste due proposte ha un disinteresse totale per il benessere delle donne. Ha semplicemente odio contro i maschi bianchi occidentali. Il signor Cecchettin è padre di una giovane donna tragicamente assassinata da un maschio bianco occidentale. Si tratta, statisticamente, di una tremenda eccezione: 50 casi su 30 milioni. Capisco che essendo padre di una giovane donna assassinata da un individuo con questa sua tipologia abbia un pensiero incentrato contro questo tipo di uomo. Un mio paziente aveva visto il figlio sbranato da un cane, odiava tutti i cani e pretendeva che non potessero circolare. Li voleva tutti con la museruola anche quando erano a casa loro. Il signor Cecchettin considera colpevole a prescindere il tipo di uomo che ha assassinato sua figlia, pretende che sia educato, in realtà pretende che sia colpevolizzato. Quelli che sono i comprensibili errori di un uomo colpito dal tremendo dolore per la perdita di una figlia non devono essere le linee direttive della nazione. Una persona come il signor Cecchettin non deve essere consulente di nulla: non ha la lucidità necessaria. Le idee che a lui sembrano logiche, colpevolizzazione di tutti i maschi, «rieducazione» obbligatoria di tipo staliniano o maoista da colpe mai commesse, rischierebbero di andare ad aumentare il già spaventoso numero di suicidi maschili.
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