
Otto gol in sei partite e il record di Sheva in Serie A è un lontano ricordo. Il cecchino di Cracovia, che in campo pensa solo a tirare, sta facendo sognare il popolo rossoblù. E per rimanere con i piedi per terra a 23 anni butta lui la spazzatura.«Continuo a portare da basso la spazzatura, è un buon modo per rimanere con i piedi per terra». È l'operazione più difficile - l'umiltà, non la rumenta - per un ragazzo di 23 anni che ha segnato otto gol in sei partite di Serie A, che ha stracciato il record di Andrij Shevchenko e attaccato quello di Gabriel Omar Batistuta, sempre in gol nei primi undici match. E che, per suprema deliziosa follia, si chiama Cristoforo Venerdì (traduzione dal polacco) in una città come Genova, già sulla tolda delle tre caravelle per sognare orizzonti sconosciuti.Oggi a Marassi contro il Parma gli prepareranno una gabbia, la vita non sarà facile per Krzysztof Piatek, ma i numeri restano, granitici e definitivi, a celebrare il centravanti più sorprendente, devastante e sconosciuto del calcio in Italia nell'era di Cristiano Ronaldo. Otto gol in meno di due mesi, più quattro al Lecce in Coppa Italia fanno 12, più i 12 in precampionato fanno un mondo; sono già piedistallo per una squadra che sembra avere pochi limiti e per un popolo innamorato che ha solo bisogno di un idolo per godersi la domenica, il mare e la focaccia di Recco in santa pace. Un tifoso doc spiega così il trasporto: «I genoani vanno a letto pensando a Piatek e si svegliano pensando a Piatek», pronunciato Piontek, sennò sei un doriano. Perché nella Genova rossoblù il ragazzo di Cracovia che prende a sassate i portieri rappresenta già qualcosa di magico, un giocatore da affiancare a icone straniere del passato come Tomas Skuhravy e Pato Aguilera.Tutto comincia a Ibiza in una sera di maggio, mentre il presidente Enrico Preziosi sta cucinando un astice alla catalana, il suo piatto preferito, davanti a Gabriele Giuffrida (presunta nuova fiamma di Belen Rodriguez) che gli mostra un video del giocatore. Quello è un fenomeno, il boccone gli va di traverso ma l'affare no: lo paga 4 milioni, l'agente ne aveva chiesti 8. Adesso ne vale 40, il Barcellona, l'Atletico Madrid e la Juventus vorrebbero portarselo a casa già a gennaio o almeno opzionarlo, ma il vecchio volpone aspetta altri gol, che significano altre palanche. E un'asta sotto il solleone. Una rivincita per Preziosi, un po' spernacchiato nell'ambiente che gli ricorda quando disse no a Robert Lewandowski (a visite mediche effettuate) «perché non ha la faccia da calciatore» o a Leo Messi, bambino proposto al suo Como.Finora Piatek si è rivelato immarcabile. Nel Genoa è l'uomo che macina più chilometri, che rientra di più e così facendo scompare dai radar dei difensori per materializzarsi come uno Stukas in area di rigore quando è troppo tardi per fermarlo. Se Mauro Icardi avesse la sua fame e i suoi movimenti sarebbe più forte di Harry Kane. Che infatti è l'idolo del polacco: «Un esempio, un centravanti moderno, per me un campione inarrivabile. Ma se vuoi raggiungere un obiettivo devi portelo vicino al mito». Piotr Stokowiec, il tecnico che lo scoprì, lo definisce così: «È uno da grandi club, ma mi sorprende che lo si consideri già fatto, già pronto. Deve crescere e lo sta facendo, per il resto è un vincente nato. Ha caratteristiche pazzesche: ha fisico, corre, combatte, ha mentalità e tecnica. E poi sorride sempre, sa di essere stato baciato dalla fortuna. Per il bello c'è ancora tempo».A incuriosire il mondo del pallone è anche la sua umiltà fuori taglia. Il primo viaggio da Cracovia a Genova lo ha fatto in auto con la fidanzata, la prima intervista l'ha data alla Gazzetta dello Sport quasi per sbaglio. «Pensavo che fosse un giornale locale, ho capito la portata il giorno dopo quando mi hanno telefonato in tanti dalla Polonia. Il quotidiano più importante si era scomodato per me, incredibile». Chi invita alla calma per proteggerlo dalla canea, come il suo allenatore Davide Ballardini, motiva la prudenza con il fatto che a marcarlo non sono ancora scesi in campo i grandi difensori. Presto sapremo tutto, sono in arrivo per lui Leonardo Bonucci, Milan Skriniar, Alessio Romagnoli, Kalidou Koulibaly, e allora se ne saprà di più sul peso specifico di questo pistolero sconosciuto che di Messi ha una caratteristica fondamentale: non carica il tiro, lascia andare fucilate improvvise senza portare troppo indietro la gamba, paralizza i portieri mandandoli fuori tempo.Se sta facendo faville è anche per merito di una spalla perfetta, Christian Kouamè, ivoriano di 28 anni che Preziosi è andato a prendere al Cittadella, ideale per portargli via avversari e aprirgli autostrade. Per ora, questo Piatek arrivato dalla Luna, se lo godono i genoani innamorati e i fanatici del Fantacalcio. Vista sui social una ragazza che piange. Didascalia: «Ecco il tuo stato quando hai detto di no a Piatek e hai speso tutto per Cristiano Ronaldo». Lui risponde così: «So cos'è il Fantacalcio perché ho ricevuto un sacco di messaggi su Instagram, ma non so come si gioca. Se mi avete preso avete fatto bene». Per ora rimangono, stampati a caratteri cubitali, due giudizi di gente di calcio. Il primo è di Gian Piero Gasperini, uno che a Genova fa Cassazione: «Quello non è un calciatore, quello al posto del piede ha un fucile». Il secondo dell'opinionista Mario Sconcerti, uno poco avvezzo ai complimenti: «Piatek non gioca a calcio, tira in porta».Essenziale, sobrio, letale il Cristoforo Venerdì che fa impazzire Marassi. È il miglior attaccante esordiente in 60 anni di campionato, viene accostato a Batistuta, qualcuno gli ha chiesto se conosce Ezio Pascutti, il grande pelato del Bologna che «tremare il mondo faceva» e che mezzo secolo fa aveva segnato per dieci giornate di fila, obiettivo ora lì a portata di mano. Il giovane polacco abbassa gli occhi, sorride, forse non si rende conto in quale mondo di matti è capitato. «Non penso ai record, penso alla squadra e ai compagni e so che questa giostra finirà. Nei prossimi incontri troverò avversari con la maglia della Juventus e dell'Inter, che al massimo ti concedono un'occasione a partita. Però ci proverò».Oggi con il Parma, poco dopo mezzogiorno, arriva un altro esame. Lui lo affronta con la follia della gioventù e la consapevolezza di chi non ha nessuna intenzione di perdere tempo. E mentre i tifosi lo sognano e i media lo incensano, colui che tre mesi fa arrivò a Genova da signor nessuno come vice Lapadula trova il giusto equilibrio dentro una famiglia che lo costringe a stare con i piedi per terra. «Kiki, la spazzatura non si butta via da sola», gli dicono. Lui va in cucina, prende i sacchetti della differenziata e fa gol anche nei cassonetti.
Emanuele Orsini (Ansa)
Dopo aver proposto di ridurre le sovvenzioni da 6,3 a 2,5 miliardi per Transizione 5.0., Viale dell’Astronomia lamenta la fine dei finanziamenti. Assolombarda: «Segnale deludente la comunicazione improvvisa».
Confindustria piange sui fondi che aveva chiesto lei di tagliare? La domanda sorge spontanea dopo l’ennesimo ribaltamento di fronte sul piano Transizione 5.0, la misura con dote iniziale da 6,3 miliardi di euro pensata per accompagnare le imprese nella doppia rivoluzione digitale ed energetica. Dopo mesi di lamentele sulla difficoltà di accesso allo strumento e sul rischio di scarse adesioni, lo strumento è riuscito nel più classico dei colpi di scena: i fondi sono finiti. E subito gli industriali, che fino a ieri lo giudicavano un fallimento, oggi denunciano «forte preoccupazione» e chiedono di «tutelare chi è rimasto in lista d’attesa».
Emmanuel Macron (Ansa)
L’intesa risponderebbe al bisogno europeo di terre rare sottraendoci dal giogo cinese.
Il tema è come rendere l’Ue un moltiplicatore di vantaggi per le nazioni partecipanti. Mettendo a lato la priorità della sicurezza, la seconda urgenza è spingere l’Ue a siglare accordi commerciali nel mondo come leva per l’export delle sue nazioni, in particolare per quelle che non riescono a ridurre la dipendenza dall’export stesso aumentando i consumi interni e con il problema di ridurre i costi di importazione di minerali critici, in particolare Italia e Germania. Tra i tanti negoziati in corso tra Ue e diverse nazioni del globo, quello con il Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay ed Uruguay) è tra i più maturi (dopo 20 anni circa di trattative) e ha raggiunto una bozza abbastanza strutturata.
Automobili Byd (Ansa)
La società cinese ha selezionato 85 ditte dell’indotto automobilistico mollate dall’ex Fiat. Rendere profittevole l’elettrico anche qui, quindi, è possibile... per chi sa e vuole farlo.
Byd si sta prendendo tutti i fornitori italiani che Stellantis ha lasciato a piedi. Verrebbe da pensare, allora, che il modo per rendere profittevole l’auto elettrica in Italia esiste e forse il gruppo guidato dall’ad Antonio Filosa non ha saputo coglierne le opportunità.






