2022-03-23
Contrattacco ucraino e Bielorussia pronta a entrare in battaglia. L’escalation continua
Il Pentagono: «Invasori in difficoltà». Aerei di Mosca abbattuti. Minsk: «Smantellata rete di 007 di Kiev». Mariupol allo stremo.L’agonia di Mariupol prosegue e centinaia di persone sono sotto i bombardamenti, senza acqua né riscaldamento, mentre il cibo comincia a scarseggiare. L’avanzata dei russi che tentano di puntare verso Odessa prosegue senza esclusione di colpi ma la città di Mykolayiv, che si trova proprio nel mezzo della strada verso Ovest, non è stata ancora circondata. Pare che, in questo caso, i militari ucraini siano passati all’offensiva e, secondo il portavoce del Pentagono, John Kirby, starebbero riguadagnando terreno, mentre i russi sarebbero «in difficoltà». I carristi del reggimento Azov stanno distruggendo i carrarmati russi e, durante la battaglia strada per strada, ne avrebbero neutralizzati almeno quattro, insieme a diverse unità di veicoli corazzati. Il corridoio che Mosca tenta di creare, insomma, si apre molto lentamente e anche a Odessa, obiettivo con il quale il Cremlino vuole ricongiungersi attraverso la costa, la contraerea ucraina è entrata pienamente in funzione. Le forze ucraine continuano dunque a respingere ogni tentativo di conquistare Odessa e l’ormai stremata Mariupol, nonostante le immagini satellitari mostrino - in questo secondo caso - una città della quale rimane ben poco. L’ottanta per cento dell’importante porto del Sudest è ormai un cumulo di macerie. Dal porto giunto all’estremo della resistenza, arriva la lettura di quanto accade, da parte del vicesindaco Sergey Orlov. «Lo scopo di Vladimir Putin è il genocidio del popolo ucraino. Vuole distruggere la nostra etnia ma fra gli uccisi ci sono anche russi, quindi sta eliminando anche loro». Una situazione quasi analoga, quanto a difficoltà di reperire le risorse per avere speranza di continuare a vivere pur sotto i bombardamenti, si registra nella città occupata di Kherson, dove secondo il ministero degli Esteri ucraino vi sono 300.000 persone senza cibo e forniture mediche. Il portavoce del ministero, Oleg Nikolenko, ha accusato i russi di stare creando una catastrofe umanitaria, impedendo ai cittadini di lasciare Kherson attraverso corridoi umanitari. Ma Mosca si è particolarmente accanita, in questa giornata convulsa, su depositi di medicinali e fabbricati dedicati a scienza e ricerca. Nella regione di Kiev è stato distrutto, dall’incendio causato da un bombardamento, il magazzino dello stabilimento farmaceutico di Farmak vicino a Makarov. Lo ha annunciato un membro del consiglio di sorveglianza della società farmaceutica, Petro Chernyshov. «Per quanto ne sappiamo, si sono scontrati carri armati in quest’area. Il nostro magazzino è completamente bruciato e l’azienda ha subito perdite ingenti. Riprenderci sarà difficilissimo, poiché quasi tutte le nostre scorte sono andate perse». Almeno una persona, poi, è rimasta uccisa nell’attacco di un drone russo contro una struttura scientifica a Kiev. Il fumo si è alzato da un edificio di sette piani dell’istituto per i materiali super duri a Nordovest della Capitale, che fa parte dell’Accademia nazionale delle scienze dell’Ucraina. «Nel raid i russi hanno usato i droni Orlan, uno dei quali ha sganciato la bomba che ha mandato a fuoco i locali», ha detto un funzionario del ministero della Difesa. Il triste bilancio della distruzione riguarda anche gli ospedali. Dieci strutture sanitarie sono state completamente rase al suolo dai bombardamenti in questi giorni di guerra, secondo il ministro della Salute, Lyashko. Queste le sue parole: «Il nemico ha già bombardato 139 ospedali, le cure mediche non possono più essere fornite e queste strutture vanno ricostruite da zero». Altri ospedali non possono essere approvvigionati a causa dei combattimenti nelle vicinanze. In ogni caso a Kiev, come a Est, sempre secondo il portavoce del Pentagono Kirby, l’Ucraina sta invertendo il corso sul campo di battaglia e, grazie a una serie di contrattacchi, starebbe recuperando terreno in alcune aree. Notizie inquietanti e tutte da decifrare arrivano dalla Bielorussia. I servizi segreti bielorussi avrebbero, secondo comunicazioni inviate da Minsk, eliminato una rete di spionaggio ucraina che operava nel Paese sotto copertura diplomatica. Un’evoluzione del conflitto che impensierisce, se messa in correlazione con alcune fonti di intelligence della Nato che avevano «denunciato» la possibilità che Minsk si unisca alla guerra in Ucraina e che, anzi, si starebbe già preparando da tempo a questo scopo. Unità di combattimento bielorusse sarebbero pronte a entrare in Ucraina (a quel punto Kiev sarebbe davvero a un passo, con immaginabili conseguenze) nel giro di pochi giorni, con migliaia di truppe preparate a dispiegarsi. L’Alleanza atlantica ritiene inoltre che il governo bielorusso stia preparando «un ambiente per giustificare l’attacco all’Ucraina» ed è in questo senso che la notizia della «scoperta» di una rete di spionaggio appare particolarmente preoccupante, poiché non è dato sapere se sia un dato attendibile o un modo per creare un casus belli. È stata invece rilasciata la giornalista ucraina che era in mano ai russi dal 15 marzo scorso. Victoria Roshchyna è stata liberata dai russi e ora è in viaggio verso la sua città natale, Zaporizhzhia. Secondo la televisione Hromadske, la giornalista, catturata a Berdyansk, era stata costretta a girare un video nel quale affermava che le notizie da lei diffuse sui russi che attaccavano i villaggi erano false e che invece questi le avevano salvato la vita. Solo dopo la registrazione del video di propaganda, sarebbe stata lasciata libera di andare via. In serata da Mosca è poi arrivato un avvertimento: «Useremo le armi nucleari solo se la nostra esistenza verrà minacciata».
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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