2020-04-01
Conte denunciato per disastro
In un'intervista al quotidiano spagnolo El Paìs, Giuseppe Conte ha detto che contro il coronavirus rifarebbe tutto quel che ha fatto. Immaginiamo dunque che, se ci fosse la possibilità di ricominciare da capo, un mese prima dell'esplosione dei contagi il premier si presenterebbe sorridente in televisione per tranquillizzare gli italiani, garantendo di aver messo in atto le misure necessarie a tutelare la salute delle persone.E, se fosse possibile tornare indietro, dal pulpito de La7 Giuseppe Conte inviterebbe nuovamente i telespettatori a dormire tra due guanciali, pronunciando, davanti a una Lilli Gruber che se lo mangiava con gli occhi, la frase che rimarrà nella storia e - soprattutto - nel suo personalissimo curriculum: «Il governo è prontissimo ad affrontare l'emergenza».Sì, il capo del governo dice di non avere nulla da rimproverarsi, nemmeno per quanto riguarda l'acquisto delle mascherine, ossia dei dispositivi che la Protezione civile avrebbe dovuto fin dall'inizio dell'epidemia distribuire a medici e infermieri, i quali invece si sono ritrovati tra le mani dei panni anti polvere, costretti a combattere contro il virus senza avere il minimo indispensabile a evitare loro stessi di finire contagiati. Già, Conte rifarebbe tutto quel che ha fatto, dunque rimanderebbe il personale sanitario in prima linea, nelle corsie e negli ambulatori, sprovvisto dei mezzi e delle indicazioni precauzionali.No, il presidente del Consiglio in questa guerra non ha sbagliato un colpo e dunque non ha proprio alcun rimorso, nonostante prima di assumere la decisione di isolare tutto abbia tentennato a lungo, tardando a prendere provvedimenti che, da Costituzione, avrebbe dovuto prendere chi rappresenta lo Stato. Davanti alle richieste di alcuni presidenti di Regione, il premier riteneva che chiudere il Paese, invitando gli italiani a restare a casa, fosse una scelta impopolare o addirittura illiberale, che avrebbe provocato danni alla sua immagine di avvocato del popolo. E dunque, prima di firmare il decreto, ha preferito pensarci un po' su, vale a dire giorni, giusto il tempo di lasciare che, allertate dalle notizie su un possibile blocco, migliaia di persone facessero le valigie per raggiungere altre località e dunque esportassero il virus in tutta Italia.Ebbene sì, Giuseppe Conte, un uomo a cui non manca l'autostima, è convinto pure in questa occasione di aver fatto le cose giuste, da vero comandante che sa tenere la barra dritta anche durante il mare in tempesta. Nemmeno uno dei 12.000 morti (ma alla fine, quando tireremo le somme di questa storia è probabile che siano molti di più) e delle decine di migliaia di italiani finiti nei reparti di terapia intensiva può essere addebitato al governo, ai suoi errori, ai suoi ritardi e ai suoi tentennamenti. No, Conte ripeterebbe tutto quel che ha fatto e, da docente qual è, si promuove a pieni voti.Il professore, visto che prima di buttarsi in politica faceva l'avvocato, tuttavia dovrebbe sapere che cosa significhi dichiarare di essere pronto a rifare tutto. In caso di errori, di sottovalutazioni o ritardi, sostenere di voler ripetere ciò che si è fatto equivale, in termini giuridici, a dimostrare di non avere alcun pentimento per quanto è accaduto e anzi di essere predisposto alla reiterazione del reato. Ora, noi non sappiamo se ci siano elementi per istruire contro di lui e altri esponenti del governo un processo per la gestione dell'emergenza. A questo ci penseranno i giudici, a cui a quanto pare si sono rivolti alcuni avvocati, fra i quali il professor Augusto Sinatra, già magistrato e docente universitario di lunga esperienza. Che la faccenda finisca in tribunale peraltro non ci sorprende, visto che in questa legislatura la valutazione delle scelte politiche è già stata delegata in almeno un caso alla magistratura. Per aver lasciato dei migranti qualche giorno in mezzo al mare, un ritardo allo sbarco a quanto pare ingiustificato, Matteo Salvini dovrà rispondere addirittura di sequestro di persona. Dunque è possibile che per la stessa ragione, un ritardo dell'istituzione politica nella predisposizione delle misure contro l'emergenza, nell'acquisto dei dispositivi di protezione e nell'emanazione dei divieti di circolazione possa essere oggetto di un giudizio. Ma, dicevamo, a questo penseranno i giudici. Per quel che ci riguarda, alla rivendicazione da parte di Conte del suo operato dovranno invece pensare gli elettori. Per rispetto nei confronti delle migliaia di morti.