2025-11-06
Stellantis ritira 375.000 suv per rischio incendio. «Non ricaricateli»
Antonio Filosa (Stellantis)
La batteria elettrica è difettosa. La casa automobilistica consiglia addirittura di parcheggiare le auto lontano dalle case.Mentre infuria la battaglia mondiale dell’automobile, con la Cina rampante all’attacco delle posizioni delle case occidentali e l’Europa impegnata a suicidarsi industrialmente, per Stellantis le magagne non finiscono mai. La casa automobilistica franco-olandese-americana (difficile ormai definirla italiana) ha dovuto infatti diramare un avviso di richiamo di ben 375.000 automobili ibride plug-in a causa dei ripetuti guasti alle batterie. Si tratta dei Suv ibridi plug-in Jeep Wrangler e Grand Cherokee in tutto il mondo (circa 320.000 nei soli Stati Uniti, secondo l’agenzia Reuters), costruiti tra il 2020 e il 2025. Il richiamo nasce dopo che si sono verificati 19 casi di incendi della batteria, che su quei veicoli è fornita dalla assai nota produttrice coreana Samsung (uno dei colossi del settore).Mentre infuria la battaglia mondiale dell’automobile, con la Cina rampante all’attacco delle posizioni delle case occidentali e l’Europa impegnata a suicidarsi industrialmente, per Stellantis le magagne non finiscono mai. La casa automobilistica franco-olandese-americana (difficile ormai definirla italiana) ha dovuto infatti diramare un avviso di richiamo di ben 375.000 automobili ibride plug-in a causa dei ripetuti guasti alle batterie. Si tratta dei Suv ibridi plug-in Jeep Wrangler e Grand Cherokee in tutto il mondo (circa 320.000 nei soli Stati Uniti, secondo l’agenzia Reuters), costruiti tra il 2020 e il 2025. Il richiamo nasce dopo che si sono verificati 19 casi di incendi della batteria, che su quei veicoli è fornita dalla assai nota produttrice coreana Samsung (uno dei colossi del settore).Non è la prima volta che Stellantis è costretta a richiamare migliaia di veicoli elettrici per problemi alle batterie. Secondo la casa automobilistica, il difetto della batteria riguarda 154.000 veicoli elettrici plug-in Jeep che già nel 2024 erano stati richiamati per un problema analogo. A quanto pare, i veicoli già richiamati nel 2024 dovranno essere di nuovo riparati. Stellantis ha dichiarato infatti che 9 delle segnalazioni di incendi della batteria della Jeep Wrangler e della Jeep Grand Cherokee riguardano veicoli già revisionati nel 2024, mentre altre 10 segnalazioni di incendio originato dalla batteria sono relativi a veicoli non richiamati all’epoca. Il problema potrebbe essere legato, forse, al software che gestisce il grado di ricarica delle batterie.L’azienda ha comunicato che i proprietari delle auto interessate dovrebbero parcheggiare lontano da edifici ed astenersi dal ricaricare le batterie onde evitare il rischio di incendio. Il che significa andare a benzina sino a che il problema non verrà risolto e parcheggiare all’aperto lontano dalle case.Naturalmente, il pensiero va subito al grado di sicurezza di questi veicoli. Per anni, a quanto pare, chi ha usato queste automobili era a rischio di andare a fuoco in qualunque momento non per incuria o per incidente, ma per le caratteristiche costruttive del mezzo.In questo tipo di veicolo, la parte che prende fuoco è la batteria al litio e l’incendio può essere molto intenso e duraturo. Per questo motivo esistono delle procedure specifiche per lo spegnimento di incendi di auto elettriche. Nel caso dei veicoli ibridi plug-in la questione si complica, visto che c’è anche un serbatoio di benzina. Negli Stati Uniti, anni fa, un camion elettrico Tesla Semi ha preso fuoco dopo la collisione con un albero e la batteria agli ioni di litio ha bruciato per circa quattro ore.Occorre prestare attenzione ad un fatto. Nelle auto a trazione elettrica il motore non è più il fattore di differenziazione: il motore elettrico è un componente standard, di per sé molto efficiente (90% circa). La nuova frontiera tecnologica diventa la batteria, cioè la capacità di accumulare energia e la rapidità di ricarica. Tuttavia, l’Europa e gli Stati Uniti non possiedono né le materie prime critiche, né il know-how, né una filiera produttiva matura per la fabbricazione di batterie. Queste sono fabbricate al 90% tra Cina, Giappone e Corea del Sud. Le aziende automobilistiche europee, abituate a costruire internamente il motore, oggi devono quindi acquistare da terzi il componente chiave del veicolo elettrico. Questo le rende automaticamente dipendenti da altri per la propria capacità di stare sul mercato.Dunque, questo è proprio il caso in cui la casa automobilistica subisce il contraccolpo di un componente esterno difettoso, ma fondamentale, dell’automobile.L’elenco delle difficoltà che sta affrontando Stellantis non è brevissimo. Solo tre settimane fa, il marchio aveva richiamato circa 300.000 veicoli Dodge negli Stati Uniti a causa di un difetto al cambio, mentre a settembre aveva richiamato 123.000 veicoli Jeep a causa del rischio di distacco di alcuni pezzi di rivestimento sui finestrini anteriori.Qualche giorno fa, poi, Stellantis ha avvisato gli analisti finanziari, annunciando di prevedere oneri straordinari (non meglio quantificati) nella seconda metà dell’anno fiscale 2025, a causa delle pressioni normative e del mercato. Un annuncio che segue ai 3,3 miliardi di euro di oneri straordinari appostati nella semestrale di giugno.Infine, lunedì scorso, in Francia, i sindacati di Force Ouvrière hanno rivelato che Stellantis chiuderà la fabbrica di automobili Peugeot di Poissy, dopo ottanta anni di onorato servizio. A Poissy vengono assemblate la DS 3 Crossback e l’Opel Mokka. Fonti di stampa locale riportano che durante un incontro tra la direzione di Stellantis e i sindacati, lunedì 3 novembre, l’amministratore delegato Antonio Filosa ha annunciato che la produzione di automobili a Poissy cesserà una volta concluso il ciclo di produzione della Mokka, nel 2028. Lo stabilimento, l’ultimo rimasto a produrre auto nell’Île-de-France, occupa circa 2.000 operai, che tra circa due anni resteranno senza lavoro. A meno di un miracolo politico e industriale, cui diventa sempre più difficile credere.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».