2024-06-05
La cena tra lo 007 e l’uomo del sindaco per bloccare la super concessione
Il ruolo del commercialista Marenco in contatto con Carozzi, voluto dal Comune. E spunta il misterioso capo della barba finta.A Genova è sbarcato Kim Pong, amministratore delegato di Psa (ex Port of Singapore authority), la società che gestisce la grande piattaforma per container di Voltri. Ieri sera ha ospitato a una cena al Porto antico anche il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, che rivedrà questa mattina. Chissà se il discorso andrà anche sull’ex dipendente di Psa passato ai servizi segreti italiani che nelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta su Giovanni Toti cercava di convincere l’amico giornalista Giorgio Carozzi, membro del comitato di gestione del porto in quota Municipio, a votare contro la proroga della concessione del terminal Rinfuse ai due grandi concorrenti di Psa, il gruppo Aponte e il gruppo Spinelli.L’azienda per colpire gli avversari aveva messo a punto una guerra delle spie? E come mai un civile che lavorava per l’azienda (straniera) leader dei terminal container è entrato nell’intelligence nostrana? Tutte domande che per ora rimangono senza risposta anche perché i diretti interessati non hanno risposto alle nostre domande. E gli inquirenti sul punto non hanno fatto nessun approfondimento e non hanno nemmeno identificato il misterioso agente segreto.Ma in questa storia è interessante anche il ruolo ricoperto dal commercialista Alessandro Marenco quarantottenne commercialista originario di Alessandria, che dalle carte risulta presidente del collegio sindacale di Porto Petroli di Genova Spa (di cui è socia con il 6,7 per cento la Santa Barbara Srl dell’indagato Mauro Vianello), direttore finanziario della Culmv, la Compagnia unica dei camalli, e consigliere e socio della società di consulenza Pts & partners di Roma.Nelle cronache locali è definito uomo di fiducia del sindaco di Genova Marco Bucci e anche dell’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona e amministratore delegato di Iren (sospeso) Paolo Emilio Signorini (finito in carcere il 7 maggio scorso con l’accusa di corruzione). Quest’ultimo avrebbe pensato a lui come ad di Egea, una controllata cuneese della multiservizi Iren. Marenco è considerato politicamente vicino a Forza Italia ed era stato mandatario elettorale di Gianfranco Baldi quando era candidato alla presidenza della Provincia di Alessandria.Nella vicenda della proroga trentennale della concessione del terminal Rinfuse a Spinelli ed Aponte, con annessa contestata clausola rescissoria in caso di cambio di destinazione d’uso delle aree, sembra che anche lui abbia remato contro l’allungamento del contratto insieme con Carozzi e con l’agente segreto. E dalle intercettazioni emerge una misteriosa cena a cui avrebbero partecipato più persone, compreso il «capo» di A., e in cui all’ex cronista sarebbero state date precise indicazioni. A cui, però, Carozzi, alla fine, non si sarebbe attenuto, forse temendo, come vedremo, di essere sollevato dall’incarico in porto.Alla vigilia del voto Carozzi e Marenco si sentono più volte e parlano anche di A. Il 25 novembre 2021, Marenco informa l’amico: «Ho sentito A.». Carozzi replica citando non uno, ma più interlocutori senza nome: «Eh l’ho sentito anch’io... non è che la cosa li convinca molto (si riferisce alla clausola - scrivono gli investigatori -)… gli ho detto: “Guarda che comunque è una partita persa perché sono comunque in minoranza”…». Marenco predica cautela: «Fidati di me, stai a sentire A. e il tuo avvocato...». Passano poche ore e l’ex giornalista ricontatta il commercialista: «Ho finito adesso di parlare con A.». Marenco: «Ah grande., com’è andata? Bene?». Carozzi: «Benissimo, sì, sì... mi ha detto di tenere le posizioni, di non mollare, anche sugli anni, su tutto e che va benissimo quello che stiamo facendo... che siamo due grandi, che dobbiamo vederci adesso anche per l’altra pratica dei depositi petroliferi e su tutto...».Marenco: «Come no, A. è una bravissima persona guarda Giorgio, veramente...».Carozzi: «Io gli ha detto che avevi pensato di organizzare una cena da queste parti prossimamente...». Marenco: «Guarda ti hanno dimostrato l’altra volta, a me l’hanno già dimostrato ampiamente, di essere persone corrette, veramente di un certo tipo...».Carozzi: «Scusami, se non sono corrette loro, chi vuoi che lo sia?». Chi sono questi signori così ligi alle regole? Quali interessi rappresentano lo 007, ex dipendente di Psa, e i suoi referenti? Che parte recitano in commedia Carozzi e Marenco?Il professionista piemontese, il giorno prima del voto su delibera e clausola, cita oltre ad A. anche un altro personaggio non identificato: «Ho visto quel documento con Lelio anche oggi e anche lui dice che la forza di quella clausola effettivamente non è una grande cosa, no! E, quindi, non è che diciamo, che mette a riparo […] non serve a niente, tra l’altro è anche scritta in maniera poco ortodossa e ci sarebbe da capire se quella clausola li rispetta tutti i requisiti di legge». Quindi nel racconto rispunta lo 007, per gli investigatori «profondo conoscitore della situazione portuale genovese»: «Poi mi sono sentito con A. un momento […] sai siamo amici e mi parla molto chiaramente e io lo ringrazio perché è stato molto corretto... quindi Giorgio secondo me .... ci vuole bene A. […] perché sai non tutti si interessano così, no? […] e mi dice, guarda che onestamente […] per la durata ... ci son dei problemi, e per la clausola ci son dei problemi. Verificate anche... cioè, oltre al loro giudizio, che è sicuramente di un peso rilevante ok?». Carozzi bofonchia: «Uhm…». Marenco va avanti con il suo discorso, ma evita di svelare al telefono le identità dei soggetti citati: «Insomma, le persone che hai conosciuto, anche da quella persona… da quelle persone che il suo capo ti aveva segnalato quella sera, che aveva... capito?». Carozzi non si raccapezza. Allora Marenco perde la pazienza: «Che cazzo! Cosa devo dirti di più? Ti ricordi a cena?». L’ex cronista sembra recuperare la memoria: «Vabbé ma... se non lo fanno loro... che devo fare…». Marenco: «Giorgio ehm... voglio dire, queste persone giudicano quel tipo di delibera e quel tipo di clausola con dei profili di rischio. Gli hanno confermato, hanno ricevuto conferma». Non è chiaro quale sia questo livello superiore che in quel momento sta supervisionando la delibera favorevole ad Aponte e Spinelli e che sta cercando di affossarla. Carozzi: «Uhm». Marenco insiste: «Hai capito cosa ho detto?». Carozzi: «Sì, ma come se ne esce?». Marenco: «E come se ne esce? Tu puoi uscire in due modi: allora, o ti astieni dicendo: […] “Per me gli anni devono essere meno 10 massimo 15 […]” e che non ritieni idonea quella clausola per superare e […] che andrebbe verificata dal punto di vista giuridico quella clausola. Oppure voti contro, ma dando ugualmente le stesse motivazioni...».Quindi il commercialista annuncia il classico aiuto da casa: «A. mi ha detto che lui ti avrebbe chiamato eh! Più tardi... però eh... cioè, lui era preoccupato oggi, Gio’, l’ho sentito preoccupato. Per capirci... io gli ho detto molto chiaramente “guarda che io ho sentito con mie le orecchie che, se vota contro il sindaco potrebbe chiedergli le dimissioni, tanto andrà a finire sicuramente così... potrebbe astenersi, motivando […] dicendo le cose insomma, che hai sempre detto no, il “bene comune”, perché non può esserci una cosa così lunga per quei motivi e poi quella clausola li”». Resta difficile da comprendere se l’interesse da tutelare sia davvero quello della comunità o non piuttosto quello di qualche concorrente dei due terminalisti interessati alla proroga.Il commercialista riporta gli argomenti che lo 007 avrebbe addotto a favore della bocciatura dell’atto: «Insomma ... chi è che garantisce che giuridicamente osserva tutte le norme, tutte le disposizioni e quant’altro, no? Il concetto è quello lì. Però, guarda... questo è quello che mi ha detto... lui... a me, Giorgio, mi faceva piacere riportartelo fedelmente». Il professionista riporta anche quanto avrebbe riferito alla barba finta: «Io gli ho detto: “Guarda, io Giorgio lo chiamo e gli parlo, però... ascolta, fammi il piacere, chiamalo tu perché non vorrei tralasciare qualcosa...”». Carozzi annuisce: «Certo...». Marenco fa riferimento ai soliti supervisori senza volto, a quello con cui l’agente segreto «si è confrontato», a «quelle persone che ti hanno segnalato quella sera a cena col capo», oltre che «alla persona con cui era quella sera». Il professionista consiglia a Carozzi di seguire la direzione che gli è stata indicata dalla barba finta e dai suoi amici: «Attenzione Gio’ perché poi è un attimo, eh? […] Per un vizio amministrativo, formale, di delibera, di cose e quant’altro, è un attimo finire nei casini dove tu non c’entri proprio niente, ecco, per capirci... eh? Quindi, quando ti chiama, stallo a sentire bene, ecco, perché è […] sono persone che non parlano a caso, eh?». Dalle carte dell’inchiesta purtroppo non emerge chi siano questi signori che «non parlano a caso» e che hanno provato a far saltare la concessione ad Aponte e Spinelli. Non è stato più utile contattare i protagonisti della nostra storia. Marenco ci ha rimbalzati con la scusa di una riunione fiume, Carozzi con quella di una seduta di fisioterapia, l’agente A. ha bloccato direttamente i nostri numeri di telefono.
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