
Il segretario pd del Comune emiliano annuncia la visita «semi segreta» del governatore. Ma un comitato di vittime lo scopre e organizza un flash mob di protesta: il presidente della Regione cancella il comizio. Le associazioni: «Abbia il coraggio di venire».E dire che l'avevano organizzata alla perfezione, spalmando il silenzio in ogni angolo. Stefano Marazzi, segretario del Partito democratico di Bibbiano, aveva inviato ai militanti locali uno scaltro messaggio su Whatsapp: «Ciao ragazzi», ha scritto, «domenica al parco Manara ci farà visita il nostro presidente della Regione nonché nostro candidato Stefano Bonaccini. Vista la delicatezza della ormai prossima scadenza elettorale, vi preghiamo di non mancare...». Poi, l'invito alla segretezza: «Non faremo una divulgazione pubblica per evitare il sorgere di speculazioni politiche di cui non abbiamo bisogno... Vi chiedo pertanto di fare un passa parola via telefono o via mail a tutti coloro che, iscritti, elettori, simpatizzanti o volontari, ritenete possano essere interessati a questo evento...». In sintesi, il messaggio era il seguente: Bonaccini viene a Bibbiano, ma è meglio tenere la cosa per noi altrimenti gli avversari e i giornali ritirano fuori la storia degli affidi e sono guai. Purtroppo ci si è messo di mezzo il fato scontroso. L'invito di Marazzi è capitato sotto gli occhi di alcuni genitori toccati dallo scandalo sui bimbi, i quali si sono immediatamente rivolti a Franco Rebecchi, presidente del comitato «Famiglia e Vita», che da mesi si batte per tenere alta l'attenzione sulle vicende della Val d'Enza. Rebecchi si è dato subito da fare, mobilitando i suoi. Per i democratici emiliani si è trattato di una sorta di contrappasso: il Pd sostiene le sardine che organizzano eventi in piazza contro la Lega, ma stavolta il flash mob si è rigirato contro Bonaccini. Rebecchi e il suo comitato hanno invitato i cittadini a prendere parte a un flash mob: «Tutti davanti al municipio con un giocattolo per i bambini che secondo le indagini sono stati tolti ingiustamente alle famiglie d'origine». L'arrivo di Bonaccini a Bibbiano era previsto per le 16,30 di oggi, il flash mob era convocato per le 16. A quanto pare, la manifestazione organizzata da Rebecchi e soci si terrà comunque, mentre la visita del governatore piddino a Bibbiano è saltata. La motivazione ufficiale è che la Reggiana calcio avrebbe dovuto giocare a Calerno, paese vicino a Bibbiano, ma si è spostata a Scandiano: per seguire i granata Bonaccini ha dovuto cambiare itinerario. Andrea Rossi, parlamentare reggiano del Pd e coordinatore del comitato elettorale di Bonaccini, però, con Il Resto del Carlino è stato onesto: «Chiaro che vogliamo evitare di far alzare i toni ancora una volta sul tema». Laddove il tema sarebbe, appunto, lo scandalo affidi.Lucia Borgonzoni, candidata leghista alla guida della Regione Emilia Romagna, ha colto l'occasione per infilzare l'avversario: «Leggo che il candidato del Pd ha annullato la sua visita a Bibbiano dopo l'annuncio di una protesta da parte dei genitori», ha scritto su Facebook. «Mi pare una grande mancanza di rispetto verso persone provate da grandi sofferenze e che meritano ascolto e, soprattutto, giustizia. Il tempo del silenzio su questi orrori deve finire». «Bonaccini non viene a Bibbiano, ha paura di incontrare le famiglie a cui hanno rubato i figli», rincara la dose Franco Rebecchi. «Il governatore si comporta come tutti i politici del Pd: dicono che tutto va bene per gli affidi ma non hanno il coraggio di incontrare le famiglie disperate. Bel senso civico». Difficile dargli torto. Il Partito democratico e i suoi sostenitori, in questi mesi, hanno fatto di tutto per insabbiare la brutta storia dei bambini strappati ingiustamente alle famiglie dagli assistenti sociali della Val d'Enza. In ogni zona del Paese hanno cercato di impedire o comunque di sabotare eventi, conferenze e dibattiti sull'argomento. I giornali amici hanno provato in ogni modo a far credere che l'inchiesta «Angeli e demoni» fosse finita in nulla. Ancora un paio di giorni fa, sull'Huffington Post, il giuslavorista Giuliano Cazzola (che a Bologna guida la lista di +Europa a sostegno di Bonaccini), ha pubblicato un lungo articolo per ripetere le consuete mistificazioni. Secondo Cazzola, dalle indagini degli investigatori reggiani starebbe «emergendo che non esisteva un “rapimento legalizzato'' dei minori a scopo di lucro o in nome di un'ideologia deviata». Secondo lui è tutto molto più semplice: «In taluni casi sono stati commessi degli errori, finanche degli abusi, per i quali dovranno pagare - se le responsabilità saranno accertate nelle sedi competenti - taluni operatori, non il sistema dei servizi sociali, sempre di buon livello, garantito, in Emilia Romagna, dalle istituzioni locali». Peccato che Andrea Carletti, sindaco bibbianese del Pd, sia ancora indagato e che la sua posizione non sia poi leggerissima. Il terapeuta Claudio Foti, per volere del giudice, non potrà esercitare per 6 mesi; gli assistenti sociali coinvolti nella vicenda sono stati messi da parte in attesa di processi e sentenze; tutte le vittime minorenni sono state restituite alle famiglie. Significa che a Bibbiano e dintorni qualcosa non andava, e il meraviglioso sistema dell'Emilia Romagna - nella migliore delle ipotesi - non ha mai controllato e non si è accorto degli orrendi abusi messi in atto da quelle parti. Gli esponenti del Pd (almeno quelli emiliani), ovviamente, tutte queste cose le sanno, e infatti hanno paura di confrontarsi sull'argomento, cercano di censurare e se non ci riescono scappano. Poi, chissà, magari Bonaccini all'ultimo cambierà idea e deciderà di fare un salto in Val d'Enza e incontrare i genitori del posto, le vittime vere di «Angeli e demoni». Sarebbe un bel gesto. Anche se avrebbe dovuto farlo mesi e mesi fa.
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Peter Mandelson, amico di Jeffrey Epstein, e Keir Starmer (Getty)
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