2023-05-19
Regione sommersa, Bonaccini a galla. Adesso il Pd lo vuole commissario
Almeno 13 i morti, con oltre 13.000 sfollati e 34.000 persone senza elettricità. La ferrovia tra Bologna e Rimini resterà chiusa fino al 21, ma l’A14 è tornata percorribile. Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin: «Chiederemo aiuti all’Europa».Si torna a parlare di morti, questa volta dovuti al maltempo che ha flagellato l’Emilia Romagna in 42 Comuni, dei quali 24 allagati. L’ultimo, sconsolante, bollettino di ieri dava 13 non sopravvissuti alla piena dei fiumi. Abitanti rimasti intrappolati nelle case, in auto o travolti dalla corrente mentre tentavano di salvare i loro animali. Difficile accettare che persone ancora muoiano perché piove troppo e non si riescono a prevenire le alluvioni con interventi sui territori e sui corsi d’acqua. L’allerta rossa continua, nella Regione governata da Stefano Bonaccini, che per il deputato del Pd Andrea Gnassi dovrebbe essere nominato commissario straordinario per l’emergenza. «I danni ammonteranno a diversi miliardi, in attesa di una ricognizione dettagliata si può ipotizzare almeno sei o sette», ha detto il parlamentare dem, senza spiegare perché Bonaccini non li abbia spesi i soldi che aveva, per combattere il dissesto idrogeologico.In Emilia Romagna ci sono state più di 280 frane e oltre 50 allagamenti, registrati nel Bolognese, nel Ravennate, nel Forlivese-Cesenate, nel Riminese. Rimangono 250 le strade chiuse per la presenza di detriti e fango. L’allarme proseguirà anche oggi, non tanto per l’arrivo di nuove piogge «si prevedono deboli precipitazioni sul settore centro-occidentale», segnala la Protezione civile, ma per il rischio di nuove frane e per il passaggio delle piene «già in atto nei tratti vallivi di tutti i corsi d’acqua del settore centro orientale della Regione», che occuperanno golene e argini, anche se il livello dell’acqua oggi comincerà a scendere. Ieri pomeriggio, a Ravenna e a Cervia erano state disposte nuove evacuazioni perché si stava alzando il livello di tenuta dei canali consortili. «Particolarmente critica permane la situazione delle popolazioni dell’Appennino di Forlì e Cesena dove ci sono frazioni isolate. Non hanno necessità di evacuazione, ma dobbiamo portare assistenza alle persone», ha fatto sapere il vicepresidente della Regione, Irene Priolo. Gli sfollati sono almeno 13.000, decine ancora i dispersi e 34.000 persone non hanno energia elettrica nelle abitazioni, allagate anche fino ai i primi piani. Il bilancio più pesante è quello delle vittime, persone travolte dalla piena o morte per malore. Come Palma Maraldi, detta Marinella, 73 anni e suo marito Sauro Manuzzi, di 69, contadini, che quando il Savio ha rotto gli argini a Ronta di Cesena sono corsi fuori casa per salvare l’asina e non hanno fatto più ritorno. Il corpo della donna è stato trascinato dalla furia delle acque per una ventina di chilometri, fino alla spiaggia a Nord di Cesenatico. O Fabio Scheda, 43 anni, annegato nel pozzo che cercava di svuotare perché non gli allagasse la casa a San Lazzaro di Savena. O Riccardo Soldati, 77 anni, travolto da una frana nel suo giardino a Casale di Casilese sotto gli occhi della moglie, rimasta illesa. Il lavoro dei soccorritori prosegue, con 700 vigili del fuoco impegnati da martedì in oltre 1.550 interventi. È arrivata anche una squadra di tecnici del soccorso alpino e speleologico, proveniente dalla Sicilia. Tanto aiuto stanno fornendo le migliaia di volontari che rispondono agli appelli sui social per spalare fango, portare stivali, indumenti. Purtroppo continua pure la conta dei non sopravvissuti, nel pomeriggio di ieri la prefettura di Ravenna comunicava altre cinque vittime. Sul fronte trasporti, giovedì era sempre caos treni. Ferrovie aveva comunicato che tra Bologna e Firenze la linea dell’alta velocità, dei regionali e degli InterCity era ancora fortemente rallentata (fino a 120 minuti di ritardi) e che la circolazione ferroviaria tra Marradi e Faenza rimaneva sospesa. Numerosi treni di collegamento tra Nord e Sud sono stati cancellati per alcuni tratti, o completamente. La riattivazione della tratta Bologna-Rimini è prevista non prima del 22 maggio. Alle 15, almeno era stato riaperto l’ultimo tratto di A14 rimasto chiuso con enormi problemi per automobilisti e mezzi pesanti, costretti a 15 chilometri di coda in attesa che venissero monitorati smottamenti. «Nell’area metropolitana di Bologna siamo a una prima stima dei danni di 110 milioni di euro soltanto per quanto riguarda le strade, senza contare le frane e i danni ai privati e tante altre problematiche», ha dichiarato il sindaco Matteo Lepore. L’elisoccorso viene utilizzato non solo per il trasporto dei feriti ma anche per gli spostamenti, difficili quasi ovunque.Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha assicurato che verrà chiesto l’aiuto della Ue. «C’è un tema di solidarietà complessiva che impegnerà anche il governo italiano ad attivare per la regione Emilia Romagna la richiesta del fondo di solidarietà europeo, è un evento che ha tutte le condizioni», ha annunciato ieri, sottolineando che è «una questione nazionale, serve lavoro di squadra». «Gli Stati membri che desiderano ricevere un sostegno devono presentare una domanda alla Commissione entro 12 settimane dalla data del primo danno causato dalla catastrofe», spiegava ieri sul Sole 24 Ore un portavoce dell’esecutivo Ue. «Il fondo di solidarietà viene attivato non appena lo Stato membro ha presentato la domanda completa», inclusa «una stima dei danni e tutte le informazioni necessarie alla Commissione per completare la sua valutazione». Nel Consiglio dei ministri del 23 maggio, il ministro all’Istruzione, Giuseppe Valditara, chiederà la costituzione di un fondo specifico per far fronte ai primi interventi nelle scuole delle aree colpite dall’alluvione, anche per consentire l’agibilità agli studenti. Da ogni parte arrivano offerte d’aiuto e sostegno anche economico, solo la Fiom-Cgil di Forlì Cesena ha pensato bene di attaccare gli imprenditori in quanto la «maggioranza delle aziende della nostra provincia», ha tenuto aperta la produzione, «ostinatamente e avidamente», malgrado l’alluvione. Proprio perché simili disastri non accadano davvero più, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia-Ecr, Pietro Fiocchi, della commissione Ambiente, ha ribadito la «necessità di destinare risorse adeguate e stabili nel tempo al monitoraggio del dissesto idrogeologico a livello locale, nazionale ed europeo».
Era il più veloce di tutti gli altri aeroplani ma anche il più brutto. Il suo segreto? Che era esso stesso un segreto. E lo rimase fino agli anni Settanta