2020-09-29
Becciu si scaglia contro Francesco e il Pontefice rinforza la squadra
Papa Francesco (Getty images)
Denunciati i promotori di giustizia. Il Papa replica nominandone un altro: Gianluca Perone, esperto di finanza. La pulizia è appena iniziata. In Procura a Roma giace l'inchiesta sul Mater Olbia, voluto dall'ex cardinale.L'ex cardinale Angelo Becciu va al contrattacco dopo le dimissioni volute da papa Francesco. E decide di spiccare due denunce contro chi lo sta indagando. Sarebbero i promotori di giustizia vaticani Alessandro Diddi e Gian Piero Milano, che in questi mesi stanno mettendo in fila le operazioni della segreteria di Stato dal 2011 al 2018. Tramite il legale Ivano Iai, avvocato anche della famiglia, il cardinale dimissionario fa sapere di «aver predisposto e rimesso agli accertamenti delle autorità competenti, su incarico e a tutela della famiglia Becciu, due denunce per violazione delle disposizioni penali in materia di calunnia e diffamazione aggravata e di divieto di rivelazione di segreti d'ufficio e d'indagine, fattispecie di malcostume corruttivo che, attraverso la fuoriuscita illecita di informazioni e documenti riservati continuativamente divulgati dai media in forma distorta e denigratoria, ha originato la consumazione di ulteriori reati e la lesione dei diritti di diversi interessati». La mossa non è caduta nel vuoto. Forse era attesa. Perché proprio ieri in Vaticano, grazie a una legge promulgata lo scorso 16 marzo, papa Francesco ha arruolato un nuovo promotore di giustizia. Del resto la riforma voluta in primavera prevede di poter nominare dei «promotori di giustizia applicati» in aggiunta ai magistrati che già operano a San Pietro. Arriva così in Vaticano l'avvocato Gianluca Perone, professore di diritto commerciale presso l'università degli studi di Roma, esperto di diritto societario. L'incarico ha durata di tre anni. Perone è uno dei massimi esperti in materia commerciale e bancaria. Si tratta di una scelta non casuale, perché lo scandalo che sta scuotendo il Vaticano è appena all'inizio. Del resto come si era capito sin dall'anno scorso la lista degli indagati è lunga. E potrebbe presto allargarsi, dal momento che papa Francesco ha deciso di fare pulizia e per questo farà comodo avvalersi di un consulente esperto. Va ricordato che oltre al broker Gianluigi Torzi, al finanziere Enrico Crasso e all'ex funzionario della segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi, sono indagati monsignor Alberto Perlasca, già capo dell'ufficio che gestisce l'Obolo di San Pietro e monsignor Maurizio Carlino, capo dell'Ufficio informazione e documentazione. Alla lista si aggiunge il direttore dell'Aif (l'Autorità di informazione finanziaria) Tommaso Di Ruzza e Caterina Sansone, funzionaria dell'amministrazione. Sono già stati tutti sospesi. A giugno furono già sequestrati in Svizzera conti a disposizione della segreteria vaticana, tra cui uno direttamente gestito da Perlasca. Recentemente l'inchiesta si è spostata sulle super commissioni che la segreteria di Stato ha concesso al fondo Sloane & Cadogan investment management, attorno a cui gli inquirenti stanno valutando una serie di bonifici a consulenti e intermediari autorizzati da Roma, nonostante la segnalazione dell'autorità antiriciclaggio. L'ipotesi è che il denaro abbia preso strade diverse (attraverso numerose scatole) per arrivare alla medesima destinazione. La domanda di fondo è: se le commissioni autorizzate sono ben sopra la media, qualcuno poteva trarne vantaggio e ottenere retrocessioni? In fondo, nel caso di Sloane & Cadogan si trattava di gestione di affitto e non di pericolose speculazioni.In ogni caso, oltre agli affari immobiliari di Londra tramite il finanziere Raffaele Mincione, nelle mani di Giuseppe Pignatone ci sono anche altre inchieste che potrebbero toccare la gestione della segreteria di Stato ai tempi di Becciu. Come aveva anticipato La Verità a novembre, infatti, c'è sempre un fascicolo aperto sul Bambin Gesù di Roma, dove si indaga per corruzione e peculato nella gestione di diversi investimenti immobiliari. Non solo. L'anno scorso la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta, titolare il pm Alessandro Di Taranto, sul Mater Olbia Hospital, ospedale sponsorizzato proprio da Becciu e inaugurato nel 2017. Gli atti di indagine sono stati secretati. E in Procura non si muove foglia sulla vicenda. Ma la storia del Mater Olbia aveva lasciato una lunga scia di critiche anche nella politica. Perché la maggior parte dei finanziamenti per l'ospedale sono arrivati dalla Qatar foundation dell'emiro Al Thani in una partnership con l'ospedale Gemelli di Roma, sede della facoltà di medicina e chirurgia dell'università cattolica del Sacro cuore. Da mesi sui giornali sardi corre voce che Al Thani voglia abbandonare la struttura, anche perché gravata da centinaia di milioni di euro di debiti. Tanto che per rilevarla ci sarebbe già l'interesse del gruppo San Donato della famiglia Rotelli.