2025-09-24
Gli alleati Ue di Forza Italia danno l’immunità alla Salis. Salvini: chi sbaglia non paga
Ilaria Salis (Laurie Dieffenbacq/EP)
Bocciata la revoca con un voto di scarto: finisce 13 a 12. Sospetti su due popolari e su un possibile scambio per il caso Huawei. La Lega: «Traditori, vergogna».Il Parlamento europeo per votare l’immunità parlamentare dei suoi membri di solito impiega poche settimane, per il caso di Ilaria Salis, l’eurodeputata di Avs accusata dal governo ungherese di lesioni aggravate e partecipazione a un’organizzazione criminale, ci è voluto più di un anno. Un’irritualità che dà la cifra di ciò che è successo ieri nella commissione Affari giuridici del Parlamento europeo. Conosciuta anche come Juri, ieri si è espressa respingendo la richiesta di revoca dell’immunità per Salis. Voti contrari 13, favorevoli 12. Ci si aspettava un 13 a 12 per chi chiedeva la revoca, ma sono stati decisivi i voti di due esponenti del Partito popolare europeo. Non si potrà sapere chi, per via del voto segreto chiesto dalla sinistra, ma a conti fatti, il calcolo è certo, a fare da ago della bilancia sono stati due popolari. Il voto di ieri non è quello definitivo perché la decisione finale spetta all’Aula, un passaggio che avverrà quasi sicuramente nella prima settimana di ottobre, probabilmente il 7. Insomma, non è tutto concluso, anche se bisogna dire che tradizionalmente la plenaria tende a confermare il parere della commissione. Tutto sarà complicato dalla modalità del voto che inizialmente avviene per alzata di mano per poi passare a verifica elettronica in caso di risultato incerto. Quasi un voto segreto però considerato che l’unico modo per capire come voteranno gli eurodeputati sarà quello di vedere la lucina accesa davanti al loro posto. Lucine che si accenderanno tutte insieme contemporaneamente. Insomma, per capire chi ha votato come, ci vorrà il Var. Entusiasta, come ovvio, la diretta interessata: «Oggi la commissione Juri ha deciso di difendere la mia immunità e l’indipendenza del Parlamento e di respingere la richiesta di revoca avanzata dal regime ungherese. È un segnale importante e positivo. Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche. Ribadisco: difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza», il commento di Salis. Durissima la reazione di Budapest: «Ilaria Salis è una pericolosa criminale che deve stare in prigione. È incomprensibile e scandaloso che il Parlamento europeo legittimi il terrorismo di estrema sinistra», il commento del portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs.Anche l’eurodeputato spagnolo del Ppe Adrian Vazquez Lazara, rapporteur del dossier, ha sottolineato che «questa vicenda crea un precedente pericoloso. Il file di Ilaria Salis non si conforma alle regole dell’Eurocamera perché l’immunità parlamentare copre i presunti reati commessi durante il mandato, non prima. Il governo di Budapest potrebbe impugnare la decisione del Parlamento e rimetta la scelta al Tribunale del Lussemburgo, con il rischio che l’immunità di Salis venga sollevata».Il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, si mostra indignato, «Chi sbaglia non paga», scrive sui social, dove aggiunge: «Vergogna, Vergogna. Poltrona salva, dignità persa». Così il suo partito a Strasburgo: «Un’eurovergogna targata sinistra e traditori del centrodestra, che usano la giustizia come un manganello. Oggi, altro colpo alla già scarsa credibilità della maggioranza del Parlamento europeo, ridotto a combriccola di gestione degli affari propri». I traditori di centrodestra sono i due eurodeputati del Ppe che hanno consentito con il loro voto di garantire l’immunità all’eurodeputata di Avs. Ieri circolava la voce di un possibile scambio di favori con la sinistra per salvare gli eurodeputati di Forza Italia che sarebbero coinvolti nel caso Huawei. Per molti però il voto dei franchi tiratori popolari dovrebbe essere inquadrato nella diatriba Orbán-Ppe, in corso da quando i popolari hanno cacciato l’ungherese. Per Lucio Malan, capo dei senatori di Fratelli d’Italia, ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. «Ciascuno spiegherà perché in Italia è contrario a ogni forma di immunità, mentre a livello europeo si orienta a votarla. Spiegheranno che si può fare una cosa e il suo opposto ed essere coerenti».C’è spazio anche per un duro scontro tra il leader di Azione, Carlo Calenda, e quello di Avs, Angelo Bonelli. «Il problema è Orbán ma è anche candidare una persona che va in giro a spaccare teste. Un poco di silenzio ci starebbe bene», la reazione di Calenda che ha sollevato le ire del leader di Avs: «Sono parole ignobili, condanna Ilaria Salis ancor prima di un processo. È il segnale di un uomo, che pur di arruolarsi a destra è disposto a tutto, anche calpestare le norme che sono alla base dello stato di diritto. Diffamare no». Per Giuseppe Conte «è assolutamente necessario sottrare Salis alla giustizia ungherese, visto che l’Ungheria dimostra l’interferenza della politica rispetto all’autonomia e indipendenza della magistratura ungherese, che non è garantita».
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