2024-07-12
Von der Leyen fa l’inciucio a sinistra. I meloniani si sfilano: non la votiamo
Ursula von der Leyen (Ansa)
Popolari, socialisti e liberali incontrano i Verdi per il sostegno al bis del presidente che ieri ha sentito Stefano Bonaccini e incontrerà solo martedì Fdi. Nicola Procaccini: a oggi non esistono le condizioni per il nostro sostegno. Si decide il 18.A sei giorni dal voto di fiducia del Parlamento europeo sul secondo mandato di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, le trattative sulla composizione del prossimo esecutivo proseguono incessanti e si incrociano con quelle per mettere la presidente uscente al riparo dai franchi tiratori. Si vota in Plenaria, a Strasburgo, il prossimo 18 luglio alle 13: due giorni prima, il 16, l’Europarlamento si esprimerà invece sulla riconferma di Roberta Metsola (Partito Popolare) alla guida dell’assemblea. La maggioranza è fissata a quota 361 voti, il tripartito di maggioranza (Popolari, Socialisti e Liberali) sulla carta ha circa 400 voti, troppo pochi per essere certi di non rischiare una clamorosa sconfitta nel segreto dell’urna. La Von der Leyen cerca i voti dei Verdi: ieri a Bruxelles i leader del Popolari, Manfred Weber; dei Socialisti, Iratxe Garcia Perez e dei Liberali, Valerie Hayer, hanno incontrato la co-presidente dei Verdi Terry Reintke per discutere dall’appoggio degli ambientalisti alla presidente incaricata. Resta ancora incerta la posizione degli eurodeputati di Fratelli d’Italia, componente del gruppo dei Conservatori (Ecr), che incontreranno la Von der Leyen martedì prossimo, come conferma il co-presidente del gruppo Nicola Procaccini, esponente di Fdi: «Se facciamo questo incontro», spiega Procaccini, «è perché vogliamo sentire delle cose dalla Von der Leyen. Rispetto all’esperienza nazionale, a Bruxelles non esiste una maggioranza e una minoranza al Parlamento europeo. Esistono le maggioranze e minoranze», aggiunge Procaccini, «che si formano in ogni singolo voto. L’agenda che abbiamo avuto modo di vedere non cambia rispetto a quella di 5 anni fa e al momento non ci sono le condizioni per votare Von der Leyen». In sostanza, come spiega Procaccini, non bisogna confondere le dinamiche europee con quelle nazionali, dove chi vota la fiducia è in maggioranza e chi non la vota è all’opposizione. In Europa le maggioranze si formano sui singoli provvedimenti, e non a caso spesso e volentieri nella scorsa legislatura su molte questioni si sono formate maggioranze diverse da quella del voto sulla presidente. Inoltre, ogni gruppo europeo comprende le delegazioni dei diversi Paesi, che possono avere posizioni diverse tra loro. Fratelli d’Italia voterà per la Von der Leyen? Non si sa. Quello che si sa è che, come spiega alla Verità una fonte europea di primissimo piano, se accordo ci sarà, sarà accordo ufficiale e alla luce del sole, e non tra la Von der Leyen e Fratelli d’Italia ma tra la Von der Leyen e l’Italia: «I colloqui sono in corso», spiega il nostro interlocutore, «e si intensificheranno nel fine settimana. Fratelli d’Italia chiede alla Von der Leyen un riconoscimento politico pubblico e una vicepresidenza esecutiva della Commissione, con deleghe importanti. Solo in questo caso i 24 parlamentari europei del partito di Giorgia Meloni, nell’interesse nazionale, potrebbero votare, apertamente e ufficialmente, per la Von der Leyen». La richiesta, a quanto ci risulta, ha buone probabilità di essere accolta: vicepresidenza esecutiva e delega alla concorrenza e altre materie economiche potrebbero andare all’Italia, ma occorre sempre aspettare la prossima settimana per le certezze. In pole Raffaele Fitto. Eppure, c’è chi ai voti preferisce i veti, e non è un caso che, come abbiamo scritto più volte, è proprio quella del Pd la delegazione dei Socialisti più contraria a un accordo con i Conservatori. Una posizione che appare contraria all’interesse nazionale e concentrata sulla coltivazione del proprio orticello: quella sulla Meloni «isolata» è infatti una delle filastrocche propagandistiche più ascoltate in queste settimane sul fronte della sinistra italiana.A proposito di Pd: ieri mattina la Von der Leyen ha avuto un colloquio telefonico con il presidente dei Dem, il neo eurodeputato Stefano Bonaccini, conosciuto ai tempi dell’alluvione in Emilia-Romagna. Appare francamente singolare che Ursula telefoni ai singoli europarlamentari di sinistra, ma ciascuno fa quel che crede, assumendosene la responsabilità: evidentemente, la presidente incaricata è così preoccupata per il voto del prossimo 18 luglio da voler stringere i bulloni personalmente. Al di là della questione europea, le conseguenze della decisione di Fratelli d’Italia rispetto al voto sulla Von der Leyen avranno ricadute anche sul fronte interno. Gli alleati di governo hanno già deciso: Forza Italia voterà convintamente sì, la Lega altrettanto convintamente no. Proprio la concorrenza di Matteo Salvini preoccupa la Meloni: un sì a Ursula porrebbe Fdi nella difficile condizione di dover fronteggiare la prevedibile offensiva comunicativa del Carroccio, schierato in Europa nel gruppo dei patrioti insieme, tra gli altri, a Viktor Orbán e Marine Le Pen. C’è bisogno di una contropartita politica di estrema rilevanza, una vicepresidenza esecutiva, per non andare in difficoltà davanti agli elettori.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.