2025-10-17
Il «Vernacoliere» è al canto del cigno. Così il telefonino ha ucciso la satira
Mario Cardinali, lo storico direttore-editore del mensile livornese di sberleffi, annuncia dopo 65 anni: «A novembre l’ultimo numero, pesa la crisi della carta. Aspettiamo tempi migliori». Che speriamo arrivino.«Che te ne pare? Regge?» Max Greggio sta a Striscia la Notizia, ne è autore storico, ma non è il Greggio a cui tutti pensano; era il nostro grafico satirico a Il Tirreno. Non è un greggio raffinato alla Stanic (dove fanno la benzina a Livorno), ma è esplosivo! Nato a Padova, ha preso una libecciata da piccino: ci siamo formati tutti nel quotidiano fondato da un garibaldino sul viale Carducci per poi emigrare ai quattro angoli se non del pianeta almeno dell’Italia. Il «che te ne pare» era la domanda immancabile ogni volta che Max aveva finito di disegnare Budiulik il vendicatore dell’allezziti (sono i poveracci per chi non odora il salmastro della Vegliaia) parodia di Diabolik o Alvaro il laido (dalla moralità discutibilissima) protagonisti del Vernacoliere. Il massimo di Massino era però La Nonna Bionica; una milf alla livornese! Se il Vernacoliere invece che sugli Scali del Corso, lungo i fossi di Livorno, si fosse stampato a Parigi avrebbe offuscato le Canard Enchainé. È stato il foglio satirico più anarchicamente ironico che si potesse immaginare. Lo conoscono ovunque in Europa, in Italia c’è gente che ha cercato disperatamente d’imparare il livornese per poter imitare i cento personaggi - ironicamente anti pisani, incarnandosi in Pisa ogni difetto del potere costituito tant’è che pure loro che s’affacciano sull’Arno hanno cominciato a ridere di sé medesimi senza neanche risciacquare i panni - che dalle pagine sapientemente e beffardamente condotte da Mario Cardinali hanno attraversato sette lustri di vita nazionale. C’è nella fine del Vernacoliere la ragione stessa della sua felicissima esistenza. Morendo il Vernacoliere accusa i tempi moderni: il cellulare ha ammazzato la satira. Lo ha annunciato con una lunga lettera a collaboratori e lettori proprio Mario Cardinali che il Vernacoliere aveva immaginato dal 1961 quando usciva Livornocronaca allora settimanale d’informazione non convenzionale. Il Pci era il potere e allora andava contestato, anzi «perculato» nel suo rosso grigiore. Così da Livornocronaca nel 1981 Mario affiancato da Umberto il fratello da ufficio (diffusione, abbonamenti, beghe tutto cascava su Umberto) fece nascere il Vernacoliere. Vignette in idioma labronico, editoriali serissimi in perfetto italiano. La chiave del successo, a un certo punto enorme perché si arriverà a oltre 50 mila copie mensili, sono le locandine: autentici manifesti di libera dissacrante irriverenza, come l’autore unico e inimitabile, Mario Cardinali appunto, le definisce. Alcune sono diventate mito. Per esempio: «Drammati’o effetto di Chernobil: è nato un pisano furbo». Riguardo alla signora del Ferrero Roché che aveva un certo languorino, Mario ebbe l’idea d’ annunciare che finalmente Ambrogio l’aveva soddisfatta, ma non proprio con un bon bon. Clamorosa fu la locandina a salutare Bergoglio: «Era meglio un Papa pisano». Queste «perle» sono raccolte in cinque volumi e nonostante il Vernacoliere sia stato palestra d’intellettuali, disegnatori, giornalisti che oggi popolano l’informazione tira giù la saracinesca. Scrive il direttore-editore-ideatore: «Non è Trump che vi parla, e neanche la Meloni. Son io, il Vernacoliere! Che nuntia vobis dolorem magnum, anzi magnissimo. Dopo il numero di novembre il Vernacoliere sospende le pubblicazioni Nessuno è eterno. Neanche Mario Cardinali». La ragione apparente è che Mario si avvia ai novant’anni: «Dopo 65 anni di Vernacoliere, il Cardinali si sente francamente un po’ stanchino. Oddìo, stanchino… ciondola! Sì, il cervello è sempre vispo, ancora ce la fa a creare le sue famose locandine. Ma sotto sotto ciondola, e anche un po’ soprasopra. Ragion per cui, prima di cominciare a perdere i pezzi verso la cascata finale, vi annuncio che dopo il numero di novembre il Vernacoliere sospende le pubblicazioni. In attesa - com’è d’uso attendere - di tempi migliori». Ecco ciò su cui occorrerebbe riflettere: «Vi aggiungo un altro buon motivo per la fermata del Vernacoliere: c’è anche la crisi sempre più profonda della carta, a dettar la nuova legge dell’editoria. Quella dei giornali, soprattutto. Che quasi più nessuno legge, surclassati come sono dai social, coi telefonini a dettar legge ovunque, nuovi totem dell’indottrinamento in massa. E la pubblicità a pagare il tutto, ché tanto poi a pagare veramente è il solito Pantalone quando compra. E anche per il Vernacoliere i costi ormai son arrivati a superar gl’incassi. Con le edicole che continuano a chiudere a migliaia in tutt’Italia, e quelle che ancora resistono si son ridotte a rivendite di gadget e giocattolini vari, e pare le vogliano perfino adibire a uffici postali e ricevitorie d’ogni tipo, un po’ come le tabaccherie. Non esclusa l’idea di piazzarci un confessionale, a confessar la colpa di voler leggere ancora». È uno sfregio alla cultura, una sorta di requiem dell’intelletto. Che nel Vernacoliere si è espresso anche con la firma di Giorgio Marchetti, eccelso scrittore versiliese. Si firmava Ettore Borzacchini e ha redatto un vocabolario livornese-italiano degno di figurare tra i monumenti della Crusca. È stato il bis del Cangillo al secolo Giovanni Targioni Tozzetti erede di una famiglia che tra Foscolo e Leopardi fu lievito della grande poesia romantica. E che di Livorno spiega tutto: testa, cuore e sberleffo. Senza il Vernacoliere sarà più mesta e l’Italia più povera di spirito. Ci manca solo che smettano di fare la spuma bionda, la torta di ceci e spengano lo Shiplight - è il faro del porto - per lasciarci al buio, affamati di vita!
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
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